Un confronto così rapido, in casa centrosinistra, non si registrava da tempo: abituati a discussioni di ore e ore, tra posizioni contrapposte e visioni da conciliare, a molti, ieri pomeriggio, alzarsi dal tavolo dopo nemmeno due ore di vertice (un’ora e mezza per essere precisi) deve essere sembrato un mezzo miracolo.§
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 14 gennaio 2019
Del resto, per una volta, il centrosinistra si è trovato con la strada spianata. E con all’ordine del giorno solo un’ufficializzazione ormai scontata: da ieri, dunque, Franco Ianeselli è il candidato sindaco dell’alleanza che comprende Partito democratico, Futura, Verdi del Trentino, Socialisti, Azione, +Europa, Sinistra Italiana, Upt, È Viva e Volt. E che si allarga — con un accordo stretto con lo stesso candidato sindaco — al Patt.
In mattinata, Ianeselli ha rassegnato (come aveva annunciato) le dimissioni da segretario generale della Cgil. Un passo, ha ammesso lo stesso candidato sindaco, compiuto «con l’incertezza e la commozione di chi si lascia alle spalle un pezzo grande e fondamentale della propria vita. Lo faccio per una responsabilità ancora più grande: raccogliere la sfida di essere il candidato sindaco di un’alleanza di forze che amano la nostra meravigliosa Trento». «Dentro questa organizzazione — ha aggiunto Ianeselli, scegliendo con cura le parole — sono cresciuto come uomo, sperimentando la forza dello scontro tra visioni contrastanti e imparando la fatica della mediazione, l’importanza del rispetto e la fedeltà agli accordi».
In serata, quindi, l’investitura da parte dell’alleanza, in una riunione convocata nella sede di Futura alla quale hanno partecipato tutti gli esponenti delle forze politiche che gravitano attorno alla ritrovata unità del centrosinistra.
Certo, qualche precisazione c’è stata. Futura, come previsto, ha ricordato agli alleati l’esito della sua assemblea, con la prospettiva delle primarie e il nome di Barbara Poggio. Ma senza creare barricate o attriti in una pace che tutti considerano fondamentale in vista dell’avvio della campagna elettorale. Lo stesso per +Europa: «Ritenevamo le primarie il metodo più opportuno per individuare un candidato a fronte della non convergenza emersa nei mesi scorsi verso un unico nome». Ma di fronte all’accordo sul nome di Ianeselli, tutte le altre ipotesi si sono dileguate nei fatti.
«Il nome di Ianeselli è stato votato all’unanimità» ha sintetizzato a fine giornata la segretaria del Pd Lucia Maestri, che in queste settimane ha gestito le trattative e che ieri non ha nascosto la soddisfazione per un esito che fino a pochi giorni fa sembrava tutt’altro che scontato. «Ora sarà il candidato sindaco a convocare la coalizione» ha ricordato Maestri. E sarà Ianeselli anche a verificare ulteriori allargamenti dello schieramento (qualcuno guarda con una certa attenzione ai movimenti di Onda, il nuovo soggetto nato dalle «ceneri» dei Cinque Stelle cittadini).
Intanto, la coalizione pensa già ai temi che caratterizzeranno il programma elettorale. «Vogliamo — ha anticipato la segretaria dem — una città europea, aperta». E per quanto riguarda le priorità, le parole chiave sono già sul tavolo: «Dalla mobilità fino all’ambiente — ha concluso Maestri — passando per la sostenibilità, la ricerca, la scuola, la formazione, il lavoro e la sicurezza».
Franco Ianeselli lo premette subito: «Nessuno nasce imparato». E per questo, nelle prossime settimane l’imperativo del candidato sindaco del centrosinistra e del Patt sarà «ascoltare». «Voglio parlare con cittadini e associazioni» assicura l’ex segretario generale della Cgil. Che dopo aver indicato le parole chiave della sua visione di capoluogo, in vista dell’avvio della campagna elettorale entra maggiormente nel dettaglio delle priorità. Tratteggiando le prime mosse concrete, che rappresenteranno il cuore del programma per la Trento del domani.
«Il Trentino è unito» aveva detto non più tardi di domenica Ianeselli. E proprio sulla necessità di contrastare quella «lacerazione» tra città e valli sulla quale — aveva aggiunto — soffia il governo di centrodestra si sofferma anche oggi il candidato sindaco. Entrando ancora di più nello specifico. «C’è una coalizione — osserva — che considera la città meno importante delle valli». E che, attraverso gli Stati generali della montagna, ha cercato di «coccolare gli umori» di rivalsa. «Ma questo non risolve i problemi» avverte Ianeselli. Che nella sua visione unitaria del Trentino immagina opportunità uguali e pari dignità: «Si cresce assieme o si cade assieme». «I problemi della città — esemplifica il candidato sindaco — sono anche i problemi di chi, ogni giorno, parte dalle valli e raggiunge Trento per motivi di lavoro». Senza contare la questione del welfare: «La giunta ha creato un indicatore di sviluppo territoriale. Questo significa che una persona in difficoltà a Gardolo avrà meno sostegno di una persona con le stesse difficoltà in val di Fassa. Una differenza che crea lacerazioni».
In questo quadro, Ianeselli — in caso di vittoria — è pronto a far emergere la «forza tranquilla» del capoluogo nei rapporti istituzionali, chiedendo rispetto e ponendosi «con fierezza» al tavolo del confronto, in dialoghi tra istituzioni «nei quali — avverte — nessuno si ponga con la volontà di dare ordini o di umiliare gli altri».
Ma in attesa di definire i contenuti dell’azione di governo da proporre agli elettori del capoluogo, Ianeselli analizza anche un altro tema indicato nelle prime dichiarazioni. Un tema, tra l’altro, che è diventato parte di quell’intesa con il Partito autonomista rivelatasi decisiva per accelerare sulla sua candidatura: vale a dire, la sicurezza. Questione spinosa, in città, tanto che lo stesso gruppo di Alberto Pattini, nell’ultima consiliatura, in più occasioni aveva alzato la voce per richiamare l’attenzione del sindaco uscente Alessandro Andreatta.
«Tra la Portela e via Verdi ci sono due città diverse» aveva fatto notare Ianeselli, inserendo subito nel dibattito uno dei luoghi — la Portela appunto — che in questi anni è diventato il simbolo delle divisioni e delle contraddizioni in materia di degrado urbano e sicurezza. «Dire che Trento è da sempre in cima alle classifiche della qualità della vita — riflette l’ex segretario della Cgil — è un elemento importante. Ma è troppo poco». Perché, aggiunge, «Trento è una città di origine asburgica», che sul decoro urbano — e sul fatto di essere «ben ordinata» — ha una aspettativa alta. Gli occhi, in questo campo, sono puntati sul degrado, sulle scritte sui muri. Con uno sguardo a un’idea del (recente) passato: a Ianeselli non dispiacerebbe rilanciare quella squadra anti-degrado sulla quale il sindaco Andreatta aveva scommesso nell’ultima consiliatura. «Cercherò di capire — anticipa — a che punto siamo e quali sono stati i risultati ottenuti finora».
Ma una città sicura, aggiunge Ianeselli, è anche e soprattutto una città viva. Se la repressione è un tassello della questione, un altro è anche l’assenza di luoghi abbandonati e vuoti. «È importante — conferma — che la città sia popolata di gente, di locali. Che sia viva, che integri».
Il candidato sindaco si ferma qui. Anche perché su questo tema il «rapporto con il Patt» diventerà un nodo fondamentale per definire strategie e indicare obiettivi. Ma non solo: oltre alle forze politiche, Ianeselli è pronto e deciso ad ascoltare soprattutto i cittadini. A loro, conclude, chiederà suggerimenti per priorità e progetti.