La versione del testo rimane quella originaria scritta dal presidente Maurizio Fugatti e duramente osteggiata dalle opposizioni: "Una proposta aberrante". Tra gli emendamenti approvati, c'è quello promosso all'unanimità di Paolo Ghezzi (Futura), che tutela le inquiline di Itea, se vittime di violenza. Bocciata in toto la contro-proposta di Cia. Eccezione in caso di presenza di disabili.
L. Andreazza, "Il Dolomiti", 18 dicembre 2019
E' stato approvato dopo una lunga discussione l'articolo 15 del ddl 36, quello che introduce una serie di restrizioni per l’accesso e la permanenza all’interno degli alloggi Itea. Il provvedimento passa con 18 voti della maggioranza, 14 "No" delle minoranze e l’astensione di Claudio Cia, che si vede cassare in toto la sua contro-proposta (Qui articolo), che forse non era ancora il massimo ma appariva quantomeno di buonsenso, soprattutto rispetto alla proposta leghista.
La versione del testo rimane quella originaria scritta dal presidente Maurizio Fugatti e duramente osteggiata dalle opposizioni: "Una proposta aberrante". Un voto sull’articolo 15 sudatissimo, ci sono volute ore e si è arrivati a chiudere la materia dopo una serie di interventi, ma anche a seguito della votazione di oltre trecento emendamenti ostruzionistici delle minoranze, in larga parte firmati da Filippo Degasperi (Movimento 5 stelle).
Alla fine la Lega riesce a far passare il ddl 36, un documento che sembra più di facciata che di sostanza. Già in agenda una serie di deroghe caso per caso ("Di più - ha spiegato in Aula Fugatti - rinviamo a un regolamento di Giunta, che indicherà altre eccezioni alla regola"). Il momento sarà, infatti, quello dell'applicabilità, se mai avverrà. E le eventuali impugnazioni successive dei cittadini sfrattati per una norma probabilmente incostituzionale in quanto la Costituzione contiene all'articolo 27 una chiara contraddizione con il contenuto dell'articolo proposto dalla Giunta a trazione carroccio. Già in agenda una serie di eccezioni
“La responsabilità penale è personale”, “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”, tutti principi esclusi da una misura che non solo riversa sull'intero nucleo familiare, già scosso dall'incarcerazione di un suo componente, le colpe del singolo, ma che pure non prende in considerazione dell'estinzione del “debito con la società” scontato dal soggetto scarcerato, lasciandogli appiccata la stigma di delinquente e impedendogli di ottenere l'aiuto pubblico attraverso l'accesso all'edilizia popolare per ripartire.
A questo si aggiunge, poi, che i territori sarebbero principalmente chiamati a far rispettare la norma e sarebbero già diversi i Comuni pronti a opporsi per non recepire il provvedimento. Facile sbattere qualcuno fuori di casa seduti in piazza Dante, più difficile assumersi la responsabilità di mettere alla porta qualcuno senza solidissime basi giuridiche alle spalle.
Tra gli emendamenti approvati, c'è quello promosso all'unanimità di Paolo Ghezzi (Futura), che tutela le inquiline di Itea, se vittime di violenza, quindi la maggioranza ha dato semaforo verde anche a due emendamenti di Fugatti di natura tecnica. Una seduta comunque piuttosto calda. "Da mesi si parla di questa norma. Qui in aula ho portato un emendamento che conferma la regola - ha detto il presidente della Pat - ma salvaguarda eventuali inquilini disabili nonché eventuali familiari di un inquilino che abbia commesso violenza sul coniuge o sui figli".
Si strumentalizza un po' un'eventuale figura debole nell'intento di strappare l'ok e il voto favorevole delle minoranze, un via libera delle opposizione perché forse si prova a dividere un po' di responsabilità che non si sa mai possa tornare comodo in futuro. E qui arriva il "Di più: rinviamo a un regolamento di Giunta, che indicherà altre eccezioni alla regola. Mi sembra di avere dimostrato apertura e ascolto. Ebbene, le minoranze non firmano l’emendamento e noi ci vediamo costretti a tirare dritto con la norma originaria".
Secca la replica dell'ex governatore Ugo Rossi (Patt): "Non le fa onore presidente, questo intervento: non usiamo i disabili per far digerire una norma indigeribile. Si ricorda dei disabili solo tardivamente e per cercare di superare l’ostacolo delle minoranze". Resta contrario anche Giorgio Tonini (Pd): "Fate una legge ad hoc sul tema Itea, non attraverso un articoletto arruffato messo lì così, dentro la finanziaria. La maggioranza stessa è divisa su questa norma, che si rivelerà tra l’altro inapplicabile", quindi Degasperi: "Le modifiche proposte dal presidente non stanno in piedi e ricordo ai trentini che questa norma non servirà a fare spazio per trentini onesti nelle case Itea, in quanto questa finanziaria taglia 53 milioni di euro solo sul 2020 per l’edilizia residenziale pubblica".
Se Vanessa Masè (La Civica) prova a mediare ( "La rivisitazione della norma che emerge dall’emendamento Fugatti – ha detto – a me sembra risolvere il problema e spero che ci sia spazio per affinarla con l’apporto di tutti"), la capogruppo della Lega, Mara Dalzocchio, tira dritto bollando le critiche come inesatte quando non “sciocchezze”, perché è pur chiaro che nessun istituto del diritto penale viene messo in discussione: si vuole solo tutelare in modo rigoroso gli onesti e loro il popolo l'ascolterebbero.
"Non fraintendiamo - ha puntualizzato Alessio Manica (Pd) - il problema è l’assurda presunzione di corresponsabilità che l’articolo 15 introduce a carico dei familiari dell’inquilino reo di un reato, senza prove", mentre Ghezzi evidenzia che "Il presidente vuole pure arrogarsi il diritto di derogare caso per caso alla cacciata dei parenti del reo, comprendiamo come la maggioranza leghista abbia smarrito il senso di realtà: Fugatti avrebbe avuto non solo il potere di graziare i colpevoli, come il presidente della Repubblica, ma anche il potere di assolvere, come i giudici". Poi il voto e la norma passa. L'ultimo scoglio di questa finanziaria che oggi dovrebbe arrivare al capolinea.