L'ex parlamentare: "Le nostre discussioni interne perché siamo liberi. La Lega? Un partito militare, Salvini indossa la divisa come Fidel Castro, come i dittatori". E sulle sardine: "Una piazza riformista, fanno bene alla salute, ma soprattutto c'è ancora speranza e spazio per i valori"."Il Dolomiti", 9 dicembre 2019
"C'è grande rispetto per il Patt che consideriamo una forza amica. Ci sono stati momenti difficili e di contrasto di tipo politico sulle scelte, ma non ci sono mai state obiezioni di fondo rispetto alle visioni nei grandi principi e nei valori". Così Giorgio Tonini, consigliere provinciale in quota Partito democratico, commenta il documento delle Stelle alpine (Qui articolo), linee programmatiche che strizzano l'occhio al centrosinistra e mettono in primo piano parole chiave quali "Europa", "Autonomia" e "Identità" (Qui articolo).
"Le conclusioni sono di un sistema di alleanze al centro - prosegue Tonini - però c'è un'apertura nei nostri confronti. C'è ancora un gran lavoro da fare nei tempi e nei modi necessari per arrivare a possibili convergenze come una discussione per individuare quelle figure da candidare alle amministrative. Ma il documento mi sembra un ottimo punto di partenza".
Insomma, il Partito democratico sembra voler ricucire, ma senza quelle accelerazioni che potrebbero trasformarsi in strappi. "Ci sono anni di lavoro alle spalle - aggiunge il consigliere provinciale - una base comune di valori importanti. Si può litigare sulle scelte politiche ma l'amicizia resta. L'Europa, così come la difesa e la promozione dell'Autonomia sono visioni che condividiamo in modo profondo. Il nostro congresso è stato chiaro, altrettanto la segretaria eletta Lucia Maestri, così come lo sfidante di allora Alessandro Dal Ri: si può dire che il Pd all'unanimità considera gli autonomisti un interlocutore strategico".
Soprattutto nei mesi scorsi le Stelle alpine e la Lega si sono confrontate. "Rispettiamo molto il percorso che hanno intrapreso - continua Tonini - ma siamo anche convinti, e il documento è una conferma, che tra il Patt e il carroccio ci sono divergenze e ostacoli insormontabili nell'agire politico. Le differenziazioni sulle scelte ci possono sempre stare, ma come noi sono troppo distanti dalla politica di Salvini".
Visioni diverse che partono da lontano per l'ex parlamentare. "La storia e le strade che abbiamo intrapreso ci mostrano le divergenze dalla Lega di Bossi che puntava al federalismo secessionista, abbandonato per il sovranismo e l'antieuropeismo. Queste azioni contraddicono l'Autonomia, il Trentino ora è sempre più dipendente da Roma e soffre rispetto ai vicini più forti quali Veneto e Lombardia".
Discussioni interne al Partito democratico, ma anche con gli alleati di coalizione spesso arrivate alla ribalta, soprattutto nell'ultimo anno della giunta Rossi, mentre la Lega sembra più impermeabile, anche se qualche volta, raramente, le sfumature e le diverse anime escono. Una coalizione più appiattita trainata dal carroccio.
"Siamo eccessi opposti. La Lega è un partito militare, non a caso Salvini è il capitano. Il nome del segretario pro tempore è addirittura sul logo del partito. E' sempre in divisa come Fidel Castro, come i dittatori. Noi non vogliamo rinunciare alla libertà che abbiamo e amiamo. La nostra idea politica è diversa, anche se ogni tanto sembriamo compiacerci delle divisioni interne e ogni sintesi sembra fatta apposta per essere messa in discussione. Si discute apertamente, nulla è più bello di discussione politica con spirito costruttivo e amicizia. I cittadini, però, vogliono e chiedono punti di riferimento certi e chiari: la democrazia serve per decidere e non per prendere tempo. Non dobbiamo rinunciare alla procedura decisionale democratica, vero che una volta che si è scelto, dobbiamo imparare a rispettare il percorso, poi valutare i risultati e in caso cambiare".
Nel frattempo venerdì scorso è andato in scena il primo raduno trentino delle sardine. "Le sardine sono pesce azzurro e fa bene alla salute, anche alla politica provinciale. Sono almeno due gli aspetti estremamente positivi - dice il consigliere provinciale - il primo è che sono una corrente calda che crede nella buona politica: si sono riversati in piazza in modo pacifico e festoso. Sono poi autoironici nel nome e la giusta dose di questa qualità è sempre importante".
Il secondo aspetto riguarda i toni misurati. "E' una piazza riformista e democratica. Pochi anni fa - conclude Tonini - piazza Maggiore a Bologna si è riunita intorno al 'vaffa', alla rabbia e alla violenza verbale. Oggi quel leader fa riflessioni diverse e nuove rispetto ad allora. Queste piazze invece ospitano un linguaggio positivo, invitano alla capacità di riflessione, chiedono una politica serie e argomentata. Sono contrari all'aggressione dell'avversario, all'odio e alla cattiveria. Nel suo e nella semplicità è un approccio rivoluzionario, ma soprattutto un segno di speranza per il nostro tempo".
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