Hotel dismessi e facili promesse

Con questo titolo, il Consigliere del Partito Democratico del Trentino, Luca Zeni, ha presentato oggi un’interrogazione in Consiglio provinciale a seguito delle dichiarazioni
dell’Assessore all’Urbanistica ed all’Ambiente circa un fantomatico progetto di ristrutturazione con altri fini di ruderi di vecchi alberghi sparsi sul nostro territorio.
Trento, 11 novembre 2019

 

La questione non è affatto nuova e già in passato altre Giunte provinciali si erano cimentate su tale complessità, verificando una vastissima serie di problemi correlati alla
ristrutturazione ed alla destinazione ad altro uso degli immobili che hanno ospitato alberghi e strutture ricettive.
Trasformarli in R.S.A. o in residenze per giovani coppie non è per nulla semplice, né veloce, non foss’altro per i molti vincoli urbanistici e per i costi ed è quindi necessario
capire cosa intende fare in concreto la Giunta provinciale, al di là di facili promesse come sempre di vago sapore elettoralistico.

 

IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE

 

Interrogazione n.

HOTEL DISMESSI E PROMESSE FACILI

 

 

   In questi giorni, la Giunta provinciale – per il tramite del suo Assessore all’Urbanistica ed all’Ambiente – si è lanciata nell’ennesimo annuncio, “dichiarando guerra” alle strutture alberghiere dismesse ed in stato di degrado, fingendo, ancora una volta, un’iniziativa politica di grande effetto, quando in realtà il problema era ed è noto e già altre Giunte provinciali avevano provato ad affrontarlo.

Sembra che il tutto avrà inizio con un censimento delle strutture fatiscenti, in stato di abbandono o in procinto di esserlo, per poi passare ad una fase pratica che prevede l’abbattimento o la trasformazione in qualcosa di diverso, con particolare attenzione al tema dell’edilizia privata o di quella assistenziale, ma……..

 

   Ma, fin da subito, la Giunta provinciale si impegna a non impegnarsi.

 

   Infatti, mentre lancia altisonanti proclami, afferma contestualmente che l’intervento pubblico eventuale avverrà solo dopo una serie di passaggi burocratici ed amministrativi posti in capo ai Comuni ed alle Comunità di Valle, nella consapevolezza che quest’ultime hanno competenza diretta in materia di pianificazione urbanistica e quindi con una dilatazione dei tempi difficilmente prevedibile e resa ancor più acuta dal prossimo rinnovo dei Consigli comunali e dalla necessità degli stessi, una volta eletti, di prendere possesso della macchina amministrativa e quindi affrontare poi i problemi di natura urbanistica come questi.

 

   Inoltre, se l’iniziativa in sé è ragionevole ciò che pare invece non esserlo è l’assenza di un chiaro progetto sul cosa e sul come fare. Già nei decorsi anni si era dato corso a disposizioni urbanistiche atte al recupero di tali manufatti, per poi verificare sul campo la difficile traduzione pratica dei progetti normativi, come nel caso ipotizzato di trasformazione di tali immobili in Residenze Sanitarie Assistenziali. Non si tratta di nulla di nuovo ed alcuni confronti preliminari con privati, interessati a rilevare l’immobile ed a restaurarlo appunto a fini assistenziali, si era allora infranta sugli scogli della gestione, perché quei privati si accollavano i costi di ristrutturazione purché la gestione fosse in convenzione con la Provincia facendo quindi ricadere i costi gestionali sul bilancio pubblico, con una evidente dilatazione ulteriore dello stesso.

 

   Accanto a ciò non vai poi dimenticato affatto come un simile progetto rischia di rivelarsi anche stimolo pratico all’abbandono di attività turistico-alberghiere da parte di imprese che vivono magari situazioni di difficoltà, creando così una sorta di incentivazione all’uscita dal sistema dell’ospitalità trentina e depauperando lo stesso in modo pericoloso.

 

   Infine è indecorosa la scelta della giunta provinciale di stanziare la ridicola somma di duecentomila euro sul prossimo bilancio provinciale, ben sapendo che la stessa non significa nulla in termini pratici ed ha quindi il solo sapore della più palese “promessa elettorale”, mentre quello che in realtà manca veramente è un progetto credibile ed una chiara scelta programmatoria su questa delicata tematica.

 

   Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di poter interrogare la Giunta provinciale per sapere:

 

- cosa intende fare, in concreto, la Giunta provinciale in relazione alla complessità del problema posto e quali orientamenti la stessa esprime circa le soluzioni possibili e sopra richiamate;

 

- quale programma di spesa si ipotizza nel prossimo triennio 2020 – 2022 per far fronte agli eventuali progetti di recupero del patrimonio edilizio esistente.

 

   A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

 

   Distinti saluti.

 

 

 

                                                                                                    - avv. Luca Zeni -