«Chiedo alla giunta provinciale di fermarsi e di capire quale sia l’idea di prospettiva sul Trentino». Il consigliere provinciale del Pd Alessandro Olivi osserva gli ultimi passaggi di Fugatti sul collegamento ferroviario Rovereto-Riva. E all’annuncio di uno studio di fattibilità, l’ex assessore allo sviluppo economico — ed ex sindaco di Folgaria — risponde interrogando il governatore su una questione specifica: la pianificazione.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 10 novembre 2019
Consigliere Olivi, si torna a parlare di ferrovia tra Rovereto e Riva.
«Lo dico subito: è una buona cosa, è positiva nell’ottica di una vera innovazione del territorio. Ma c’è un problema».
Quale?
«Mi sembra che la giunta preferisca ragionare in termini di quantità: lancia tante ipotesi progettuali per tenere aperte diverse opzioni. Ad esempio: mostra di essere a favore della mobilità sostenibile ma allo stesso tempo anche delle autostrade. E degli impianti a fune. C’è un po’ di confusione».
Per la Rovereto-Riva parte lo studio di fattibilità.
«Si fa uno studio di fattibilità su un’opera, ma manca una visione complessiva sul Trentino: manca un’idea di prospettiva, un modello di riferimento. Non si può immaginare tutto: non si può immaginare un’autostrada che buca la montagna e arriva a Rovereto, un treno che da Rovereto arriva a Riva e un impianto a fune per salire verso Folgaria. Tutto insieme».
Opere che guardano a modelli di sviluppo diversi.
«Esatto. E proprio perché il modello di mobilità deve essere coerente, la Valdastico è incompatibile con un sistema — quello ferroviario — che va in una direzione diversa rispetto a quella dell’asfalto. Credo che la giunta provinciale debba fermarsi e aprire una discussione, cercando di capire che tipo di sistema di trasporto alpino vuole costruire veramente. Si stanno organizzando forum su tutto: ecco, ne programmi uno anche su questa questione, che è fondamentale».
Una critica, quella della mancanza di una visione chiara, che nei giorni scorsi è stata mossa alla giunta provinciale da più parti: dalle amministrazioni comunali ma anche dai sindacati.
«Per quanto mi riguarda, la richiesta all’esecutivo è quella di indicare con precisione quale sia l’idea di mobilità per il Trentino dei prossimi vent’anni».