Si chiama "Spazio Argento" ed è la riforma dei servizi di assistenza agli anziani decisa dalla precedente giunta e che l'esecutivo Fugatti ha stoppato. La riforma, in realtà, non è stata messa in discussione, anzi spesso l'attuale esecutivo ha ripreso i concetti base di puntare molto sull'assistenza domiciliare e il co-housing. Però dopo una lunga operazione ascolto si è deciso di non decidere: nessuna controproposta o un piano operativo per obbligare le comunità a partire ma una sperimentazione in 3 comunità (e altre si sono lamentate di questo), a partire dal 2020. Istituita la Commissione d'inchiesta sugli abusi contro i minori Qualcuno potrebbe definire anche questa una scelta di tipo "pop" (di quelle che rispondono alle ondate "emotive" della popolazione) eppure è stato un provvedimento che ha fatto molto discutere. Al netto dei giudizi in merito ad una materia così delicata, è comunque un fatto abbastanza "storico" che anche il Trentino abbia istituito una commissione d'inchiesta sui minori per vedere se anche la nostra provincia è come Bibbiano. Non sarà la priorità del Trentino, ma il provvedimento si è comunque conquistato le prime pagine dei giornali. Nuove regole di accreditamento Ma è nebbia sugli ultimi passaggi Con le cooperative sociali il clima è teso dopo che l'assessora Stefania Segnana non si è presentata ad una importante riunione. Cosa si doveva decidere? Delle nuove regole di accreditamento per evitare che sui servizi sociali si andasse ovunque a gara rischiando di far saltare un sistema consolidato. La giunta precedente aveva previsto la riforma con l'obbligo per le cooperative del sociale di accreditarsi in un albo con la possibilità per gli enti locali di optare tra un ventaglio di modalità. Dopo un anno ancora non capisce come verranno attuati gli ultimi passaggi della riforma.
Finora la giunta provinciale non ha messo in discussione le riforme varate nella scorsa legislatura. Parliamo di temi fondamentali per la sanità trentina (rete ospedaliera, riforma azienda, cure intermedie, medici di base, cure palliative, rete oncologica) per concentrarsi sulla riapertura dei punti nascita, una promessa solenne della campagna elettorale. A Cavalese il percorso (avviato dalla giunta Rossi) è stato completato, mentre per le altre località (Arco, Borgo e Tione) non si hanno notizie e la sensazione è che non ci siano per ora margini per riportare i nascituri in quelle zone. Finora soltanto due riaperture e a tempo limitato: 6 mesi "Sarà di vitale importanza il ripristino del servizio di guardia medica per quelle comunità che ne facciano richiesta" - si legge a pagina 26 del programma elettorale di Maurizio Fugatti. La sanità decentrata è sempre stata uno dei pallini dell'attuale governatore. I presidi di guardia medica ridotti nella precedente legislatura sono stati 13, portati complessivamente a 108. A distanza di un anno, la giunta provinciale, però, è riuscita a riaprirne soltanto due, quella del Tesino e quella di Ledro. In entrambi i casi la riapertura è stata annunciata "sperimentale e per sei mesi. Le grane sulle cure intermedie e quei soldi stanziati per l'Eremo Le grane sul tavolo dell'assessora Segnana e del dirigente Ruscitti non sono poche. I casi più recenti sono quello delle cure intermedie a rischio sospensione alla Beato de Tschiderer o lo scontro con i volontari del trasporto infermi per il rinnovo della convenzione. Le risorse - dicono dall'assessorato - sono in calo: 120 milioni di tagli previsti nei prossimi 3 anni. Tuttavia merita di essere notata una cosa: la prima delibera della giunta provinciale è stata quella che ha stanziato nuove risorse per l'Eremo di Arco, una struttura privata. C'era davvero tutta questa fretta?