TRENTO L’attesa per la scelta di campo del Patt dovrebbe durare ancora pochi giorni: «Ci hanno detto che avrebbero deciso entro fine ottobre». Ma Lucia Maestri fa capire che il percorso, in ogni caso, non si fermerà. Anche se gli Autonomisti dovessero tardare. «Non possiamo stare fermi, lo dobbiamo alla città» dice la segretaria provinciale del Pd. Che, in vista delle elezioni comunali del prossimo maggio, vuole stringere i tempi.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 24 ottobre 2019
E definire il perimetro della coalizione — ma anche il nome del candidato sindaco del capoluogo — entro la fine di novembre.
Il quadro, però, è ancora molto fluido. Lo stesso Pd deve fare i conti, in questo periodo, con scissioni. A livello provinciale com’è la situazione del partito?
«Al momento, la nascita di Italia viva di Renzi non ha avuto conseguenze nel Pd trentino. So però che Donatella Conzatti ed Elisa Filippi sono al lavoro per dare struttura anche locale al nuovo soggetto: può darsi che quando ci sarà una declinazione territoriale le adesioni arriveranno».
Che ora non ci sono?
«Ad oggi non registriamo all’interno del Pd delle adesioni a Italia Viva. C’è solo qualche benevolo commento sui social di qualche nostro militante».
E per quanto riguarda Siamo Europei di Calenda?
«La situazione è la stessa. Non abbiamo avuto alcun pronunciamento ufficiale. Ma ripeto: se oggi queste due creature non ci raccontano nulla di diverso rispetto all’assetto del Pd, in futuro la situazione potrebbe cambiare».
Com’è invece la situazione della coalizione di centrosinistra?
«La coalizione risente ovviamente dei movimenti dei soggetti. Finché non saranno definiti assetti e scelte di campo sarà difficile stabilirne il perimetro. Da parte nostra, l’obiettivo non cambia: vogliamo allargare il dialogo sulla base di un programma, non sulla base di semplici sigle».
Tra gli elementi di incertezza c’è anche il Patt: tutti attendono una scelta di campo delle Stelle Alpine.
«Noi abbiamo dialogato con i rappresentanti degli Autonomisti di Trento e Rovereto e abbiamo lavorato bene. Il partito ci ha detto che avrebbe deciso la propria collocazione entro la fine del mese. Ci sono ancora alcuni giorni».
Il capogruppo del Patt Ugo Rossi ha però mostrato interesse per la creazione del polo di centro. Cosa ne pensa?
«Sono contenta che nasca un polo di centro, può essere rafforzativo. Ma mi dispiacerebbe se venisse visto come una casa per contare i propri pesi. Ricordo che il sistema elettorale per quanto riguarda i grandi centri chiama alla costruzione di coalizioni: sono le coalizioni che possono vincere, non i soggetti divisi».
Si parla di un polo di centro con all’interno soggetti che oggi fanno capo a entrambi gli schieramenti: se fosse così, ci saranno soggetti oggi nel centrosinistra alleati con soggetti oggi nel centrodestra.
«Dovranno nel caso definire un programma, che non potrà limitarsi a mere questioni amministrative. E qualche discrimine valoriale dovrà pur esserci: tra sovranisti e non sovranisti, tra europeisti e non europeisti. A casa mia i programmi si costruiscono partendo dai fondamentali».
La sfida del capoluogo è sicuramente la partita più delicata — e più complicata — del prossimo turno elettorale. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha detto che per il centrodestra «la partita è competitiva». Lei cosa risponde?
«A Trento partiamo da un’esperienza di governo importante. Di più: qui ci siamo sempre presentati come coalizione unita. Non abbiamo mai affrontato un appuntamento elettorale divisi. E anche questo è un fattore tutt’altro che secondario. C’è un bel lavoro da fare, non diamo nulla per scontato».
Però il tempo a disposizione non è infinito.
«Certo, è vero. Entro fine mese dovrebbe arrivare la risposta del Patt, poi entro fine novembre contiamo di avere costruito un’ipotesi di coalizione e di candidato sindaco».
E se il Patt tardasse a decidere?
«Noi continueremo a lavorare per il coinvolgimento. Ma non possiamo stare fermi: lo dobbiamo alla città».