Definisce le dichiarazioni di Giancarlo Ruscitti «sorprendenti»: «Ancora una volta — tuona l’ex assessore alla sanità Luca Zeni — assistiamo a un’intervista assolutamente politica del dirigente generale del dipartimento salute e politiche sociali». Un’intervista, aggiunge il consigliere pd, «che individua come area di priorità di risparmio proprio l’ambito oncologico» e che viene rilasciata da un dirigente, «mentre l’assessora, che dovrebbe dettare la linea, latita».
"Corriere del Trentino", 20 ottobre 2019
Un attacco frontale, quello dell’ex assessore. Che mette in discussione le linee indicate da Ruscitti. «Il dirigente — prosegue Zeni — sostiene ancora una volta che delle migliaia di voci di spesa della sanità quella da tagliare sarebbe quella legata ai farmaci oncologici, ignorando l’indicazione approvata dal consiglio provinciale». Il riferimento è alla risoluzione approvata dall’Aula nella scorsa primavera e proposta dallo stesso Zeni. Che impegnava la giunta «a non individuare l’area oncologica come oggetto di risparmio di spesa».
«Delle due l’una — prosegue l’ex assessore —: o la giunta non ha rispettato la linea del consiglio votata da tutti, maggioranza e opposizione, e non ha dato le conseguenti indicazioni alla struttura, o il dirigente considera le indicazioni di giunta e consiglio provinciale come suggerimenti di cui può non tenere conto. In entrambi i casi, una condotta gravissima fatta sulla pelle dei malati oncologici».
Sotto la lente dell’ex assessore — come del resto del presidente dei medici Marco Ioppi e del presidente della Fondazione Pezcoller Enzo Galligioni — finiscono anche i termini, vale a dire la differenza tra farmaci sperimentali e innovativi. Per quanto riguarda questi ultimi, ribadisce il consigliere dem, «solo quando escono da brevetto è possibile usare i biosimilari. Ancora: i farmaci innovativi non sono sperimentali».
«Dire dall’alto — prosegue Zeni — che si riduce il budget è scorretto metodologicamente. Non so se questa insistenza del direttore derivi dal fatto che in Puglia ha prodotto risparmio su questo ambito di bilancio, magari per una gestione allegra di una sanità considerata non proprio un modello virtuoso, ma i dati indicano chiaramente che in Trentino si è sempre spinto sull’appropriatezza e sull’utilizzo degli equivalenti, per cui l’approccio non può essere astratto».
Di qui il richiamo, forte, ai vertici dell’amministrazione provinciale: «L’auspicio è che l’assessore silente alla salute, o in sua vece il presidente, richiamino il direttore al rispetto delle indicazioni del consiglio provinciale, a tutela dei malati oncologici».