Botta e risposta tra i sindacati confederali e la Provincia (con incursione dell'ex assessore Alessandro Olivi) sui ritardi nella possibilità di presentazione delle domande per l'assegno unico.
"Trentino", 23 settembre 2019
Con una nota molto dura, ieri Cgil, Cisl, Uil e Acli trentina hanno accusato l'esecutivo provinciale di non aver saputo ancora definire le nuove procedure per la richiesta del sostegno: «Dopo il caos Icef del luglio di quest'anno - scrivono i sindacati - si preannuncia decisamente in salita la richiesta di assegno unico per quarantamila famiglie trentine. La Provincia infatti ha posticipato nuovamente la data di avvio per la presentazione delle domande, che adesso sarebbe fissata a fine ottobre.
Una situazione che provoca non pochi problemi sia ai potenziali beneficiari della misura, che difficilmente potranno ricevere a partire da gennaio 2020 il contributo a cui hanno diritto, sia ai Patronati che dovranno spostare oltre cinquemila appuntamenti già fissati. Al momento non sono note la cause che hanno spinto gli uffici provinciali a ricalendarizzare la campagna, non è escluso che ci siano problemi legati alle novità introdotte con il prossimo anno sia in termini di nuove misure di sostegno per le famiglie sia dei criteri di accesso, come previsione di dieci anni di residenza in Italia.
Resta però un fatto: spostando in avanti la data di presentazione delle domande, l'intero processo di verifica e assegnazione dei contributi slitta e con molta probabilità i quarantamila nuclei che oggi hanno diritto al sostegno al reddito o alle misure per la famiglia, non potranno contare su queste risorse con l'inizio dell'anno, ma dovranno recuperarle nei mesi successivi, con non pochi disagi per chi di quei contributi ha bisogno. Senza dimenticare che chi fa domanda di quota A (sostegno al reddito) ha tempo fino al 31 dicembre; visti i ritardi che si stanno accumulando la Provincia dovrà assicurare la totale presa in carico di tutte le richieste». C'è poi il problema organizzativo: i Patronati per gestire la campagna dell'assegno unico assumono e formano personale ad hoc. «Anche queste persone vedono slittare i loro contratti di lavoro. Nei prossimi mesi, inoltre, si avviano altre campagne come l'assegno di cura, quindi si verificherà un intasamento agli sportelli dei patronati e dunque una più complicata gestione delle attese».
A stretto giro di posta è arrivata la replica della Provincia: «Le importanti novità introdotte in estate con la manovra di assestamento provinciale che hanno ampliato e rafforzato il sostegno pubblico alle famiglie con figli, hanno comportato la modifica della normativa attuativa che regolamenta l'assegno unico. Modifiche che necessitano dell'approvazione del Consiglio delle autonomie, della competente commissione legislativa del Consiglio provinciale ed il conseguente adeguamento degli strumenti informatici. Questo - precisa la Provincia - determinerà un posticipo, di circa due settimane, dell'inizio della raccolta delle domande, prevista per il 15 ottobre. Certamente c'è un ritardo sulle procedure, per il quale l'Amministrazione provinciale si scusa, ma questo a fronte di un aumentato sostegno al reddito delle famiglie trentine».
Nella polemica si è inserito anche l'ex assessore Alessandro Olivi (Pd): «Verrebbe da dire: dilettanti allo sbaraglio. La Giunta provinciale, intrappolata in un ingorgo burocratico decide all'ultimo momento di sospendere i termini per la presentazione delle domande per il 2020. Un misto di pressappochismo ed incompetenza di chi non sa decidere e la cui incertezza peserà sulle famiglie più povere». Ieri in serata è arrivata anche la presa di posizione di Mara Dalzocchio (Lega): «Dai sindacarti allarmismo eccessivo. Tante famiglie trentine staranno meglio».