TRENTO. "La giunta del cambiamento sembra aver mentito sulle ragioni che l'hanno spinta alla scellerata scelta di rinunciare a un milione di euro per l'integrazione dei richiedenti asilo".
L. Andreazza, "Il Dolomiti", 17 settembre 2019
Così l'ex assessore Luca Zeni, che aggiunge: "Il presidente Fugatti sembra poi aver mentito in sede istituzionale, quando ha dichiarato la necessità di 'capire se queste risorse sono davvero utili alla comunità e per i soggetti interessati', ma la verità è che la rinuncia è stata voluta per 'ridimensionare le attività di integrazione' per poi vantarsene a Pontida".
E' scritto nero su bianco, documenti ufficiali tra servizi e inviati per conoscenza anche al presidente Fugatti e all'assessore Achille Spinelli. Insomma, non ci sarebbe nulla da approfondire, la decisione sarebbe già stata presa. Non solo, la Provincia è chiamata pure a restituire l'acconto già incassato: circa 600 mila euro, cioè il 60% del finanziamento globale.
"Su indicazione del presidente della Provincia autonoma, competente in materia di immigrazione, e in coerenza con le scelte dell'attuale giunta provinciale di ridimensionamento delle attività di integrazione - si legge nella circolare - questo Dipartimento deve rinunciare a realizzare il progetto di cui all'oggetto finanziato a valere sul Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020".
E ancora. "Si chiede gentilmente - prosegue la nota - di predisporre i necessari provvedimenti di rinuncia, che prevede anche la restituzione dell'avvenuto anticipo del 60% e di comunicare la decisione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e al Ministero dell'Interno".
Non si placano le polemiche intorno alla rinuncia di un milione di euro da parte della Provincia (a livello nazionale si è occupato anche Il Fatto Quotidiano di questa vicenda - Qui articolo), risorse di provenienza anche europea stanziate dal ministero per un totale di oltre 60 milioni (il Fami è istituito dal Regolamento (UE) n. 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014) destinato alla gestione dell'accoglienza dei profughi. Alla Provincia di Trento spetterebbero due grossi finanziamenti, intercettati dalla giunta Rossi, da 538 mila euro e da 491.130,7 euro (QUI APPROFONDIMENTO). Quindi è arrivato lo stop del presidente Fugatti che prima si era giustificato davanti a sindacati e associazioni con un "Perché si" e quindi aveva espresso un pensiero più articolato.
“Riguardo a quel milione di euro proveniente dall’Europa - spiegava il presidente attraverso l'ufficio stampa - da destinare alle politiche di accoglienza dei migranti, a cui come Provincia avremmo rinunciato, noi vogliamo semplicemente capire se queste risorse sarebbero davvero utili, quali attività e corsi verrebbero organizzati e con quali ricadute per la collettività. E’ assolutamente legittimo farlo, anche perché riteniamo che indipendentemente dalla loro provenienza le risorse pubbliche siano risorse dei cittadini, e dunque sia doveroso valutare bene se e come impiegarle. Non è detto poi che al termine della nostra indagine una parte di questi fondi non possa essere accolta dal Trentino e utilizzata per finalità condivise".
E' il 6 settembre, quando la Provincia risponde in modo ufficiale, mentre successivamente, il 10 settembre, una risposta simile è stata anche in consiglio provinciale nel corso del question time, "per capire - aveva detto Fugatti - se queste risorse sono davvero utili per la comunità e i soggetti interessati. [...] Non è detto che non possano essere ripristinati i progetti".
Insomma, tutto è condizionale e dubitativo, c'è perfino un "rinuncia" tra virgolette, ma la lettera dei servizi è datata 30 agosto e, come anticipato, si chiede di anche di predisporre i documenti necessari per restituire il 60% di quanto già incassato. E il danno potrebbe essere a questo punto doppio, i soldi potrebbero già essere stati in parte utilizzati per predisporre i progetti, ma vanno restituiti.
Non solo. "Il presidente - prosegue l'ex assessore - ha mentito in sede istituzionale. Nelle lettere di rinuncia non c'è traccia delle motivazioni, se non per ridimensionare le attività di integrazione. Ora non è nemmeno chiaro in baso a quale disposizione statale la Provincia, qualora la giunta lo richiedesse, può ottenere le risorse alle quali ha rinunciato. Forse Fugatti si è accorto di aver esagerato nella sua lotta leghista allo straniero".
Nel mirino anche il metodo. "Ma se la volontà della giunta leghista - evidenzia il consigliere provinciale del Pd - era di approfondire i progetti in questione, come dichiarato in aula del consiglio provinciale, perché in 10 mesi non hanno fatto nulla? Ma se era a conoscenza che i progetti erano ancora da definire nel dettaglio, e che quindi in sede di attuazione la giunta avrebbe potuto intervenire per adattarli, per renderli più efficaci, ad esempio con qualche rudimento di lingua dialettale trentina, utile per le migliaia di badanti che accudiscono gli anziani trentini o per le migliaia di lavoratori che costruiscono le case per i trentini nell’edilizia, o che raccolgono la frutta trentina nelle campagne trentine".
Un altro nodo è quello del possibile danno erariale (QUI ARTICOLO). "Chiedo al presidente - conclude Zeni - se non ravvisi una responsabilità erariale in capo alla giunta provinciale sanzionabile dalla Corte dei conti".