Ieri sera, l'Assemblea provinciale ha approvato due mozioni: "CONTROLLO DEL VICINATO - un’opportunità per la prevenzione di criminalità e degrado" (primo firmatario Pierfrancesco Rensi - 1 astenuto) e "SERODOLI - azioni concrete per la salvaguardia del territorio trentino" (primo firmatario Giancarlo Gallerani - all'unanimità con una modifica).
Trento, 17 settembre 2019
"CONTROLLO DEL VICINATO - un’opportunità per la prevenzione di criminalità e degrado"
Negli ultimi decenni le soluzioni al problema della microcriminalità e della sicurezza sono state principalmente due: aumentare le Forze dell’Ordine in servizio e aumentare le telecamere. Soluzioni che si sono rivelate insufficienti ad abbassare ulteriormente il numero di episodi criminosi, sia perché una copertura capillare del territorio avrebbe dei costi insostenibili, sia perché, almeno nella città di Trento, sono già state installate più di 600 telecamere (a Bolzano sono state recentemente portate a 250).
Serve quindi pensare a qualcosa di nuovo e grazie all’esperienza maturata nel Nord Italia, anche in Trentino si sta diffondendo il Controllo di Vicinato, un progetto in cui i cittadini, in modo organizzato e in collaborazione con le Forze dell’Ordine, contribuiscono a vigilare gli spazi in cui vivono e a segnalare potenziali situazioni pericolose.
Arrivato in Italia negli anni ’80 dagli Stati Uniti, oggi il Controllo di Vicinato è operativo in circa 300 Comuni italiani [1] e, oltre a alla sorveglianza della propria area, prevede l’individuazione delle vulnerabilità ambientali e comportamentali che costituiscono delle opportunità per gli autori di reati.
I cittadini si organizzano in piccoli gruppi (tipicamente 5-10 persone residenti in una zona non troppo estesa), che tra di loro comunicano situazioni di potenziale pericolo, con modalità che possono essere definite all’interno del gruppo stesso (telefonate, messaggi cartacei o, come avviene sempre più spesso, gruppi Whatsapp).
All’interno di questi gruppi viene individuato un coordinatore che gestisce le comunicazioni all’interno del gruppo, dà una formazione di base sull’attività da svolgere (cosa segnalare, che tipo di informazioni sono rilevanti, etc.) ed è colui che, dopo essere stato adeguatamente formato, si relaziona con le Forze dell’Ordine per effettuare le opportune segnalazioni a nome del gruppo. Il gruppo non si sostituisce in nessun modo alle Forze dell’Ordine, non fa indagini, non scheda le persone, non si intromette nella privacy delle persone, ma segnala le situazioni nelle quali i professionisti (Polizia, Carabinieri, etc.) possono intervenire nel migliore dei modi. Nelle situazioni di emergenza o di flagranza di reato, ovviamente, i cittadini sono tenuti ad avvisare direttamente il 112.
Quest’attività è segnalata da appositi cartelli, che hanno lo scopo di avvisare chiunque che il vicinato è attento e consapevole di ciò che accade in quell’area. I molti occhi dei residenti su spazi pubblici e privati rappresentano un deterrente contro i furti nelle case e un disincentivo ad altre forme di microcriminalità (graffiti, scippi, truffe, vandalismi, etc.).
Come sta avvenendo in altre progettualità (v. “Adotta un bene comune”, giornate del volontariato, etc.), si punta quindi sulla responsabilizzazione dei cittadini, per far sì che la cura dei beni comuni sia percepita sempre più come un’attività collettiva, da non demandare unicamente all’ente pubblico, allo “Stato”.
Dalle esperienze raccolte fin qui emerge che per favorire l’efficacia e il buon funzionamento del controllo di vicinato è importante che vi sia la fiducia tra i membri dei gruppi, una fiducia che inevitabilmente parte dalla conoscenza delle persone che risiedono nel vicinato. Gli aspetti positivi del Progetto vanno oltre l’ambito della sicurezza e della prevenzione del degrado: uno degli scopi è favorire le relazioni tra cittadini, creare occasioni di incontro e conoscenza tra residenti del vicinato. In questo modo si vuole dare una delle possibili risposte ad uno dei mali della nostra epoca, cioè la solitudine, l’isolamento delle categorie più deboli (anziani,…) e in generale lo sfilacciamento di quelle reti sociali che un tempo erano molto più robuste nelle nostre città e soprattutto nei nostri paesi.
In Trentino il Progetto è già stato avviato in vari Comuni (Trento, Rovereto, Riva del Garda, Arco, Drena, Dro, Tenno) e il Commissariato del Governo ha già firmato o firmerà a breve i protocolli di intesa coi Comuni interessati. Nelle Circoscrizioni di Trento, ad esempio, ci sono stati incontri informativi con la cittadinanza tenuti dai rappresentanti della Polizia locale e dell’amministrazione comunale, per presentare il progetto del Controllo di Vicinato e dialogare costruttivamente sul tema della sicurezza urbana.
L’Assemblea provinciale del PD del Trentino, quindi, auspica che queste pratiche vengano consolidate nei Comuni in cui le attività sono già iniziate ed invita gli Amministratori e i Circoli del PD a proporre questo Progetto nei loro territori, per dare risposte serie e realizzabili nel breve periodo a problemi cui la popolazione è sempre più sensibile, superando le risposte dei nostri avversari politici, orientate a fomentare le paure più che a trovare gli opportuni rimedi. Per essere realizzato, infatti, il Controllo di Vicinato necessita dell’iniziativa delle forze politiche locali, che possono comunque contare sulle mozioni già presentate e votate presso altri Comuni del Trentino (ad es. mozione n. 844/2019 del Consiglio comunale di Trento[2]).
Ciò premesso, si impegna la segreteria a predisporre le comunicazioni necessarie al fine di sottoporre il progetto all'attenzione di tutti i referenti territoriali del partito.
[1] Per ulteriori informazioni: Associazione Controllo del Vicinato – www.acdv.it e www.acdv.it
[2] https://www.comune.trento.it/Sezioni-politiche/Consiglio/Attivita-del-Consiglio/Mozioni-Ordini-del-Giorno/Mozione-Ordine-del-giorno-n.-844-del-2019
"SERODOLI - azioni concrete per la salvaguardia del territorio trentino"
I temi del rispetto della natura e della salvaguardia dei beni comuni sono sempre stati al centro dei dibattiti e delle lotte di molti militanti del PDT delle Giudicarie e non solo. In passato sono stati ben difesi dai nostri/ e rappresentanti in Comunità di Valle, (in allegato alcuni documenti di Ilaria Pedrini) che riletti oggi si dimostrano di vivace attualità, nonostante siano del 2013-14.
L’atteggiamento, le decisioni passate, attorno alla tutela della zona di Serodoli, sono paradigmatiche di molte altre situazioni simili. “Grazie” all’allarme mondiale per il cambiamento climatico - che è in rapida espansione – le tematiche affrontate allora sono diventate ormai un dibattito strategico a livello mondiale e la loro gestione politica ancor prima che tecnica, adesso, deciderà il nostro e sopratutto il futuro dei nostri discendenti.
Il recente articolo sul Trentino intitolato “Patto per salvare Serodoli” del 22 agosto scorso, dove la presidente della Sat di Pieve di Bono Luigina Armani lancia l’idea di un’alleanza tra Sat e giovani di FridaysForFuture, l’inusuale nuova alleanza che ci coinvolge a livello nazionale, dove i temi della salvaguardia della natura riprendono forza, sono tutti fattori che ci indicano che è ora di muoversi senza esitazioni.
Una sintetica descrizione dei luoghi:
- Serodoli; - è bene ricordare - è una zona di alta montagna a circa 2700 m di altitudine, Serodoli è area naturalistica, appartenente alla rete Natura 2000 e SIC (sito di importanza comunitaria) – area rientrante in una Direttiva Europea recepita dal nostro ordinamento nel 2003, finalizzata alla conservazione degli habitat naturali. Si tenga conto che è stata definita come SIC – come forma di compensazione - dopo che da questa categoria era stata “espulsa” un’altra zona del Brenta per permettere lo sfruttamento sciistico ovvero prima gli interessi poi la natura!
- Il lago di Serodoli è un lago d’alta quota situato nella zona omonima ed è una delle 5, ripeto cinque, acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile accatastate presso l’Autorità del bacino del fiume Po (vedi aggiornamento APSS del 16-10-2015 inviato all’Autorità di bacino del Po). Vicino a lui non contemplati ma altrettanto preziosi ci sono altri laghi che potrebbero essere coinvolti dal piano sciistico. Basterebbe quanto sopra per considerare questi luoghi intoccabili. Siccome in passato le “non decisioni” i ritardi o gli atteggiamenti contraddittori ( vedi atteggiamento su Acqua bene comune e per Serodoli la votazione in Provincia del 14-03-2014) ci hanno alienato una buona fetta di elettorato, ma soprattutto hanno permesso scelte potenzialmente dannose non tanto per il PDT ma per tutti i cittadini , non vorremmo ricadere negli stessi errori perché ormai il tempo del tergiversare è scaduto.
Ecco quindi un brevissimo elenco dei pericoli che stanno per riaffacciarsi sulle nostre montagne:
- ora in Provincia governano proprio le forza politiche che erano favorevoli a mettere mano all’ampliamento dell’area sciistica, facile prevedere che chi è interessato si faccia avanti;
- l’area verrebbe stravolta per sempre dato che per spianare le piste si dovrebbe fare largo uso di ruspe e dinamite (letteralmente la tonalite è dura e non ricresce di certo);
- l’area e tutte quelle sottostanti verrebbero inquinate irrimediabilmente dall’impatto della neve artificiale che fisicamente non è uguale a quella naturale alterando il ciclo biologico dell’ambiente circostante.
- siccome molti soldi della PAT e anche della UE ovvero soldi nostri, sono andati a favore degli impiantisti e le risorse pubbliche in calo, il pericolo di sperpero di denari pubblici è dietro l’angolo.
Si potrebbe obiettare che gli impianti creino manodopera, ma nel 2019 dobbiamo chiederci è questa la manodopera che vogliamo per il futuro del Trentino.
Ciò premesso: Si afferma che, come già espresso nel programma del Pd del Trentino per le elezioni provinciali del 2018 e dal Circolo PDT dei Giudicariesi “Anna Pironi”, l’Assemblea Provinciale del Partito Democratico del Trentino si dichiara contraria ad ogni tipo di intervento invasivo nella zona di alta montagna, compresa l’area di Serodoli. In particolare si chiede alla parte operativa del PDT di programmare e mettere in atto azioni, politiche e divulgative, per la sua salvaguardia.
Inoltre, dato che queste tematiche non possono e non devono essere circoscritte al caso singolo di Serodoli si chiede di programmare una assemblea interamente dedicata al tema ambientale così da poter dare alle nostre Commissioni un indirizzo più chiaro verso cui orientare il loro lavoro su queste tematiche