Il Corriere della Sera nazionale dedica oggi un ampio spazio ad un progetto che il nuovo Governo sembra voler avviare nel campo del welfare familiare quale quello di un “Assegno Unico” per raccogliere e coordinare le misure a favore delle famiglie con figli. Un progetto definito “ambizioso”, che fa “volare alti”.Alessandro Olivi, 12 settembre 2019
Ancora una volta il Trentino si è dimostrato anticipatore e innovatore visto che proprio l’Assegno Unico, seppure come strumento a livello locale introdotto nel 2017, risulta essere la prima esperienza di questo tipo su scala nazionale. Lo avevamo chiamato proprio Assegno Unico, magari scegliendo una definizione poco social e poco accattivante, per esprimere nel concreto l’idea di uno strumento che fosse in grado di dare risposte diversificate alle diverse esigenze dei nuclei familiari: dal sostegno al reddito tradizionale, al mantenimento dei figli, agli incentivi alla natalità.
Il nome dovrebbe suonare familiare anche all’attuale Giunta provinciale. Si tratta infatti di quella misura che, da una decina di mesi, per un misto di incuria, scarso approfondimento, ansia di dir male di tutto ciò che c’era prima, il nuovo governo provinciale a trazione leghista sta smontando un pezzo alla volta, introducendo inutili esclusioni invece che eque inclusioni e facendo perdere progressivamente qualcosa ai trentini, delegando qualcosa in più allo Stato.
Non entro nelle ragioni tecniche per le quali sarebbe dovuto avvenire il contrario, avendo su questo punto formulato una serie di proposte contenute in svariati atti istituzionali. Dico solo che il nostro modello territoriale è oggi a disposizione di chi vuole tradurre su scala più ampia l’esperienza maturata dal nostro sistema autonomistico. Nel nostro piccolo abbiamo dimostrato che i territori possono produrre innovazione sociale e trovare risposte e strumenti più accurati per la propria comunità in termini di protezione sociale, politiche attive del lavoro e benessere familiare.
Mi auguro che il cambio di governo nazionale, privando la Giunta provinciale dell'alibi di dover continuamente cedere alle posizioni centraliste del loro "Capitano", restituisca a questa comunità e a chi oggi temporaneamente la amministra lo slancio che per molti anni ha avuto verso l'autogoverno e l'innovazione.
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