La bordata che ha lanciato ieri Matteo Salvini nell’intervista al Corriere del Trentino sui Comuni di Trento e Rovereto non è passata inosservata. La giunta della Città della Quercia è stata bollata come «quella che dice sempre No», «che vuole fermare l’importantissimo collegamento della Valdastico». Al sindaco Valduga, il ministro dell’Interno, per pochi giorni ancora in carica, lancia la sfida: «Sappia che dovrà vedersela con noi», pensando già alle prossime elezioni comunali.
D. Baldo, "Corriere del Trentino", 1 settembre 2019
Il capoluogo trentino è invece definito come «la Bella addormentata d’Italia»: niente da dire sulla bellezza, ma molto sulla sicurezza e il decoro urbano. Il «bacio» che la risveglierà sarà, nella metafora salviniana, quello della Lega.
«Ma Salvini sta parlando da capo politico o da ministro della Repubblica?». Se lo chiede — arrabbiato — il sindaco di Trento Alessandro Andreatta: «Avendolo sentito più volte nelle sue esternazioni sulla città — argomenta il primo cittadino — sono convinto che Salvini abbia informazioni perlomeno datate. La Trento di oggi è una città cambiata. Il capo della Lega interviene ancora una volta sulla sicurezza, ma su questo tema Salvini ha davvero un’immagine non aggiornata della città, comunque parziale e limitata».
Entra anche nel merito, per difendere la sua amministrazione dalle critiche su piazza Dante: «Abbiamo lavorato tanto sul tema della sicurezza, questo non si può negare. Su piazza Dante sono stati messi in campo un insieme di interventi che hanno modificato la situazione.
Interventi visibili «difficili da negare», che si aggiungono a quelli sottotraccia, «quelli che riguardano le politiche sociali». Interventi, questi ultimi, «che hanno migliorato anche l’appartenenza alla comunità, favorendo la comprensione e l’inclusione».
«Non ne faccio un discorso ideologico — spiega il sindaco di Trento — poi se il leader leghista vuole darne una lettura politica nulla da dire. Ma il ministro dell’Interno, che mi risulta ancora in carica, dovrebbe essere più obiettivo nelle sue valutazioni, senza dipingere come reale una città che non esiste nei termini che utilizza lui».
Oltre a piazza Dante, «di cui pure il governatore Fugatti ha riconosciuto i passi avanti che sono stati fatti», Alessandro Andreatta interviene anche sulla situazione di piazza Santa Maria, quella in cui la Provincia ha voluto posizionare le pattuglie di guardie giurate contro il «degrado» e per contrastare l’«insicurezza»: «Anche qui sono stati fatti degli interventi, che sembrano apprezzati dalla popolazione del centro storico».
«Quella di Salvini — ripete il sindaco — è un’immagine vecchia. Mi aspetterei oggettività da un ministro, che invece di raccogliere le informazioni dal territorio, dai sindaci, preferisce fare il capo politico e sentire soltanto la sua parte politica». E aggiunge: «Sul tema della sicurezza nella città di Trento, Salvini aveva detto che mi avrebbe telefonato. Voleva forse criticare il mio operato — spiega Andreatta — ma non mi ha mai chiamato. Di sicuro gli avrei raccontato una città diversa da quella che ha descritto ieri».