ll Presidente Fugatti, imbeccato da Salvini e Zaia, in questi giorni va ripetendo che un governo PD/M5S sarebbe dannoso per le Regioni del nord. I dati e i fatti, tanto a livello nazionale quanto locale, dimostrano come negli ultimi vent’anni sono stati i Governi di centrosinistra a garantire maggiormente gli interessi dei territori e delle autonomie locali, in particolare quelle del nord.
Lucia Maestri, 25 agosto 2019
La Lega, dopo aver abbandonato per ragioni di poltrona la promessa indipendentista padana, ha sempre parlato molto di federalismo e di autonomia, senza però nessun risultato concreto. Ha governato nel 1994, poi dal 2001 al 2006, ancora dal 2008 al 2011 e infine nell’”anno bellissimo” 2018/2019, senza portare a casa nulla o quasi in tema di autonomia; tanti annunci, puntualmente traditi. Nel frattempo è passata dall’essere Lega Nord a Lega Salvini. Come può un partito nazionalista, sovranista, antieuropeista e pure padronale avere a cuore le Autonomie?
E’ chiaramente un controsenso, e lo ha capito anche l’SVP. Persino con il Governo Conte le autonomie locali hanno avuto un ruolo marginale: nonostante la posizione di forza di Salvini, nonostante i referendum di Lombardia e Veneto, nonostante un ministro leghista agli affari regionali, nonostante l’asse dei governatori del nord, non si sono fatti passi avanti. Salvini ha preferito occuparsi in via quasi esclusiva di sbarchi, e poi far cadere il governo. Se l’autonomia delle Regioni del nord fosse stata in cima alle sue priorità, avrebbe di certo agito diversamente. Ora inventano nemici, ma c’erano tutte le condizioni per portare avanti le richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
La verità è che ormai la Lega è un partito nazionale e l’autonomia non è più una sua priorità, non fosse altro per calcolo elettorale; un po’ di sana autocritica alle volte gioverebbe. Il tema delle autonomie locali in Italia è invece da sempre al centro dell’agenda dei governi di centrosinistra. Si pensi alle leggi Bassanini (governo Prodi, 1997) con cui si è normato il decentramento amministrativo; si pensi alla riforma costituzionale del 2001 (governo D’Alema), che ha di fatto riformato il quadro istituzionale in senso federalista e valorizzato il ruolo di Regioni e Comuni. Il rapporto con Roma per le autonomie è fondamentale, e non a caso nei governi D’Alema, Renzi e Gentiloni gli affari regionali erano affidati a Gianclaudio Bressa, eletto nella circoscrizione Trentino - Alto Adige e profondo conoscitore della nostra autonomia.
La storia recente del Trentino lo dimostra: nei vent’anni a guida centrosinistra autonomista la nostra Autonomia si è ampliata e rafforzata, e questo grazie a persone competenti, a delegazioni parlamentari autorevoli e a Governi nazionali – soprattutto di centrosinistra - sinceramente amici dell’autonomia. Il rapporto con Roma non può essere di subordinazione, come quello di Fugatti con Salvini, ma paritario e collaborativo. Le promesse e le pacche sulla spalla servono a poco, ma questo Fugatti non lo ha ancora capito. Ricordo che il Governo Conte con la finanziaria dello scorso inverno ha tagliato 70 milioni al Trentino, una manovra che fu votata dallo stesso Fugatti, all’epoca ancora parlamentare. Noi siamo dalla parte dell’Autonomia e riteniamo giusto riconoscere più Autonomia a chi la chiede e dimostra di poterla gestire con efficienza.
Questo processo rafforzerebbe anche la nostra Provincia, e la renderebbe di certo meno “sola”. Ma serve una riforma ampia, di sistema, con la quale ripensare il rapporto tra Stato e territori, nell’ottica di un’Autonomia differenziata in base alle aspirazioni e alle capacità, in un quadro di unità e solidarietà nazionale. In quest’ottica il Trentino/Alto Adige può essere un esempio ed un laboratorio importante per un nuovo dialogo tra Stato e Regioni, che non può che avvenire nel solco di un’adaesione forte alla dimensione europea. L’Autonomia non può essere interpretata in forma regressiva , di chiusura, di sottrazione rispetto a vincoli e obblighi più ampi, siano essi economici, istituzionali o sociali. Tutto il contrario dell'ideologia sovranista, per definizione chiusa e trincerata in un egocentrico individualismo, anche istituzionale; il sovranismo è nemico dell’autonomia.
In quest’ottica il Trentino/Alto Adige può essere un esempio ed un laboratorio importante per nuovo dialogo tra Stato e Regioni. In tal senso Fugatti farebbe bene a ricordarsi di essere Presidente della Provincia Autonoma di Trento prima che un iscritto della Lega Salvini, e offrire al prossimo Governo - qualunque sia il suo colore – l’aiuto del Trentino per una riforma che possa garantire il rafforzamento delle Autonomie in Italia.