Gli esiti del bando per l’appalto delle pulizie impongono una sterzata coraggiosa da parte di tutti quelli che hanno a cuore un Trentino competitivo e giusto. Smettiamola dunque con questo inutile balletto e scaricabarile tra quelli che c’erano prima e quelli che ci sono adesso. Se c’è da cambiare qualcosa si cambia senza avere la fregola di rivendicare meriti e paternità.
Alessandro Olivi, 6 agosto 2019
Quando c’è di mezzo un bene comune come il lavoro e la qualità dello stesso occorre avere una responsabilità che va ben oltre la difesa della propria parte.
Anche perché la nuova Giunta dovrà prima o poi prendere atto che governare significa risolvere i problemi invece di “agitarli”.
Ci sono tre cose da fare subito senza tanti tentennamenti:
1) Intervenire legislativamente per rafforzare le clausole sociali sfidando le norme generaliste e burocratiche che tutelano gli apparati e la finta concorrenza in modo da garantire non solo la continuità lavorativa ma anche i livelli essenziali delle condizioni dei lavoratori;
2) Negli appalti dei servizi è necessario rendere prevalente l’offerta tecnica, ossia le competenze e l’efficacia dei modelli organizzativi delle imprese, eliminando il massimo ribasso;
3) Riformare profondamente l’A.P.A.C. perché, dobbiamo dircelo, così non funziona: è necessario creare, pur mantenendo un organo di coordinamento, aree di specializzazione diversificate perché appaltare una strada è cosa ben diversa che affidare un servizio dove il capitale del lavoro è il fattore determinante per garantire efficienza ed anche sostenibilità sociale del tessuto economico.