Lucia Maestri, segretaria del Partito Democratico, interviene nel dibattito dopo l’intervista rilasciata ieri al Corriere del Trentino dal sindaco di Rovereto Francesco Valduga: «Ho letto le sue parole – afferma – e ho colto un importante passo avanti rispetto al funesto agosto del 2018, quando anche i Civici avevano assunto un atteggiamento di esclusività rispetto ai partiti».D. Baldo, "Corriere del Trentino", 3 agosto 2019
Eravamo alla vigilia delle elezioni provinciali e l’alleanza con il movimento di Valduga e Oss Emer naufragò, non vi volevano. Ieri il sindaco di Rovereto si è invece detto favorevole alle alleanze.
«Prima si teorizzava una sorta di supremazia del civismo rispetto al mondo dei partiti, si contrapponevano i sindaci espressione delle liste civiche a quelli eletti nelle fila di partiti nazionali. Ora vedo con piacere che ciascuno assume la propria parzialità e si propone di essere parte di un insieme. Buone basi per un dialogo, dialogo che per la verità è già iniziato».
Ma come, ci sono già contatti tra le forze del centrosinistra e la neonata Federazione dei Civici?
«A Rovereto già sono iniziati dei confronti, perché vogliamo lavorare con tutti quelli che con noi condividono obiettivi e strategie. Valduga afferma che i civici sono un’esperienza importante ma non esclusiva, e chiama a confronto le forze riformiste. Noi ci siamo».
È un paradosso che il primo approccio avvenga a Rovereto, dove il Pd soltanto 5 anni fa contrapponeva a Valduga il proprio sindaco.
«Forse non ci si rende conto che il panorama politico è terremotato, è radicalmente cambiato, anche per come si intende la politica».
Ma a Rovereto siete all’opposizione di Valduga. Per alcuni, anche tra il Pd, non sarà facile sotterrare l’ascia di guerra.
«Sarà Rovereto a decidere sulle alleanze, ma guardando al futuro. È cambiato tutto rispetto al passato e ora il discrimine deve essere il programma. Altre valutazioni sono superflue. Attardarsi su vecchie diatribe sa di stantio, è cambiato un mondo e dobbiamo dare una visione di futuro. Il passato non deve condizionare lo sguardo in avanti».
Quindi convergenze programmatiche e alleanze allargate?
«La strategia del Pd, non solo su Rovereto ma su tutto il territorio trentino chiamato alle urne nella prossima primavera, è quella del lavoro sul programma, da costruire assieme con chi vorrà partecipare. E sì, vogliamo costruire alleanze allargate. L’unico discrimine è quindi il programma, senza veti nei confronti di nessuno. La mano tesa di Valduga la valutiamo con grande interesse».
Si vorrà costruire una coalizione antisovranista?
«Non vorrei dire che siamo anti qualcosa, perché siamo un altro modo di intendere la politica. La coalizione di Fugatti è lontana anni luce dal sentire di molta parte del Trentino, un Trentino che dobbiamo saper rappresentare».
Su Trento come si muoverà il centrosinistra? Cosa farà il Pd?
«L’apertura è la grammatica del Pd su tutto il territorio, anche se non saranno date direttive su come costruire le alleanze, se non quella del rispetto di una geografia coalizionale che non può comprendere il mondo del centrodestra».
Pronti ad aprire anche al Patt?
«Abbiamo avuto un incontro molto costruttivo con gli autonomisti. Non ho trovato ostacoli per una convergenza, sono fiduciosa, credo sia possibile percorrere assieme la strada verso le amministrative del 2020».
C’è il rischio che più che di programmi si parlerà di chi dovrà fare il sindaco.
«Si faranno delle scelte condivise con la coalizione. C’è chi vorrebbe fosse espressione della società civile, chi invece pensa sia utile che sia espressione dei partiti, con esperienza della macchina amministrativa. Si porrà la questione e decideremo».
C’è anche chi vorrebbe evitare che fossero gli ex assessori della giunta uscente a candidarsi per la carica di sindaco del capoluogo. Anche per dare il segnale che un ciclo è stato chiuso.
«Il Pd non ha mai escluso la possibilità della candidatura di uno dei propri assessori e comunque non ne abbiamo mai parlato. Senza entrare nel merito posso dire che ritengo importanti le disponibilità di Italo Gilmozzi e di Mariachiara Franzoia. Ma sarà la coalizione a decidere».
Alla fine si deciderà con le primarie il nome del candidato sindaco?
«Con la coalizione decideremo anche questo. Ma vorrei ricordare che le primarie sono uno strumento, non lo strumento. Se venisse fatto un percorso di partecipazione e condivisione con i cittadini il candidato sindaco potrebbe essere individuato senza la necessità di organizzare le primarie a tutti i costi».
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