«Ci siamo dati sfide alte — ha assicurato il sindaco — perché abbiamo cercato di immaginare una Trento sostenibile, accogliente per chi in città ci vive, ci lavora, per chi la frequenta per studio o per turismo. Abbiamo cercato di puntare sulla qualità della vita, perché sia a misura di bambino», un metro di misura che per il sindaco è garanzia di inclusione per tutti.D. Baldo, "Corriere del Trentino", 16 luglio 2019
«Questa sera è opportuno affrontare unicamente la discussione generale, senza entrare nel merito degli emendamenti, e prego i colleghi di attenersi a questo, altrimenti verranno interrotti». Questo ammonimento, nella prima riunione del Consiglio comunale sul Piano regolatore che si è tenuta ieri a palazzo Thun, è scandito a inizio seduta dal presidente Salvatore Panetta. Il problema è quello dell’incompatibilità, «che rischierebbe di invalidare la delibera». I singoli consiglieri, infatti, non hanno contezza del contenuto dei singoli emendamenti, che in partenza erano una montagna: 797, poi scesi a 558 dopo che 239 sono stati ritirati dagli stessi estensori. Per comunicare l’incompatibilità è quindi necessario che ciascuno li analizzi, cosa che avverrà entro oggi, quando alle 18 sarà convocata una riunione dei capigruppo per affrontare la questione. Il dibattito sul Piano regolatore della città proseguirà subito dopo e si protrarrà fino a venerdì, sempre che la maggioranza riesca a superare il muro dell’ostruzionismo annunciato dalle opposizioni.
L’intervento del sindaco Andreatta, per l’inghippo delle potenziali incompatibilità, non poteva quindi che essere teorico, senza un approfondimento puntuale delle aree che andranno ad essere modificate dalla delibera. Un intervento che ha dato conto dell’approccio e della filosofia che sta dietro a «una norma che tratta del governo del territorio».
Alessandro Andreatta ha voluto sintetizzare la bontà della sua proposta di revisione urbanistica utilizzando una serie di aggettivi che la qualificassero. «Il primo è l’aggettivo lungimirante: credo che questo Prg guardi avanti — ha affermato il sindaco — lontano, al futuro della nostra città e alla Trento che vorremmo. Un equilibrio tra la dimensione del sogno e della concretezza della quotidianità». Spiega che il modo in cui si è arrivati a definire la proposta parte da lontano, fin dall’inizio della legislatura. «È stato definito via via in modo per niente frettoloso, bensì rigoroso. Abbiamo evitato forzature e abbiamo evitato divisioni, cercando di agire in condivisione».
Oltre ad essere lungimirante, il sindaco definisce il Prg «innovativo». Per la modalità in cui è stato realizzato, soprattutto: «Non un piano confezionato da un urbanista di fama nazionale o internazionale. La richiesta era quella di una modalità nuova, e parte dell’innovazione è proprio questa: la proposta ha coinvolto nella sua costruzione gli uffici comunali e in modo importante e decisivo l’Università di Trento e gli Ordini professionali».
Ma la parte di innovazione non si limita soltanto a questo: «Ci siamo dati sfide alte — ha assicurato il sindaco — perché abbiamo cercato di immaginare una Trento sostenibile, accogliente per chi in città ci vive, ci lavora, per chi la frequenta per studio o per turismo. Abbiamo cercato di puntare sulla qualità della vita, perché sia a misura di bambino», un metro di misura che per il sindaco è garanzia di inclusione per tutti.
La forza di questo piano, per il sindaco, «è la coerenza» con gli obiettivi che «questo Consiglio comunale si è dato». E su tutti quello dello «stop al consumo di territorio»: «Diciamo un no ma anche un sì — ha voluto puntualizzare Andratta —: un no al consumo di territorio perché si tratta di una risorsa non rinnovabile, ma un sì alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio». Il sindaco ha voluto chiarire che «non si tratta di una posizione ideologica»: «Rispetto al no al consumo di suolo sono tanti i sì, quello al riuso, al riutilizzo degli spazi, alla rigenerazione», e cita le centinaia di appartamenti sfitti, quelli di nuova costruzione ma invenduti e inutilizzati.
Di fronte al Consiglio comunale, dove le minoranze annunciano l’ostruzionismo con il muro di emendamenti presentati, Andreatta ha voluto tendere la mano: «Questo è un Piano regolatore aperto a nuove proposte e a contributi: ci sarà l’occasione per migliorarlo anche in sede di dibattito qui in aula».
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