«Americani guerrafondai, non mi piacciono. E negli Usa non ci andrò mai». Parole che pronunciate da Walter Kaswalder, garante dell'aula dell'Autonomia provinciale, hanno provocato forte imbarazzo nella maggioranza di centrodestra (cui gli Autonomisti Popolari appartengono). Perplessità che per carità di patria si preferisce non mettere nero su bianco.G. Tessari, "Trentino", 30 giugno 2019
Ma l'opposizione, che già aveva sollevato più volte dubbi sull'adeguatezza nel ruolo del sanguigno autonomista, fa notare come ora la misura sia abbondantemente colma: «Non è adeguato, non è il suo mestiere. Salvate il soldato Kaswalder, o salvinisti trentini: convincetelo alle dimissioni» tuona per esempio Paolo Ghezzi, capogruppo di Futura. Vale la pena ricordare che la sparata del presidente del Consiglio era stata registrata giovedì ad una serata per tenere viva l'attenzione su Chico Forti, da 20 anni in carcere negli Usa con un'accusa di omicidio sempre rigettata non solo dall'ex surfer trentino ma anche da chi ha studiato il caso nei dettagli.Ma proprio gli ospiti Usa presenti alla serata di Nago erano stati i primi a contestare i toni utilizzati in pubblico da una delle massime cariche politiche dell'Autonomia, definendo l'intervento di Kaswalder «una vergogna».
Ghezzi sul presidente del Consiglio non è tenero da tempo: «Meno male che non è nei poteri di Kaswalder dichiarare guerra all'America. Certo che ha perso un'altra occasione per riflettere e tacere. Si conferma che lo statista di Vigolo Vattaro è stato eletto dalla maggioranza salvinista ad un ruolo che non riesce a interpretare con l'equilibrio che sarebbe richiesto per la delicata carica. Lo dico da qualche mese, con o senza la maglietta rossa: Kaswalder è un assessore aggiunto, è un pasdaran spericolato. "He is unfit", così ci capiscono anche gli americani: non è adeguato, non è il suo mestiere».
Ossanna non si schiera
Il gruppo del Patt (quasi) al completo osserva: «Vogliamo dire subito chiaro che ci dissociamo totalmente e che non mi ci sentiamo affatto rappresentati da un presidente che dice certe cose. Oltretutto vanno a grave danno della nobile causa a cui era dedicata la serata. Forse serve invece interrogarsi sulla adeguatezza della persona rispetto al ruolo. E per favore lasci stare i tirolesi, anzi chieda ai tanti tirolesi trentini emigrati in America cosa ne pensano e forse cambierà opinione» osservano Ugo Rossi, Paola Demagri e Michele Dallapiccola, mentre Lorenzo Ossanna non si pronuncia.
M5s, ci siamo sbagliati
Come parla, eccome, il capogruppo del M5s, Filippo Degasperi: «L' aver votato il presidente Kaswalder inizia a crearci non pochi imbarazzi. Non solo per le uscite come questa, che ne palesano una oggettiva inadeguatezza, ma anche per come si sta rapportando con le minoranze. Purtroppo non vediamo segnali di ravvedimento sul mancato rispetto del suo ruolo che invece risulta puntualmente piegato sui desiderata dei nuovi padroni del trentino: dalla censura delle interrogazioni agli ordini del giorno del consiglio ritagliati su misura. Viste le espressioni usate dal presidente giovedì non possiamo che prendere atto di esserci sbagliati nel sostenerne l'elezione. Qualche storico potrebbe ricordare alla massima carica del nostro consiglio che ad aggredire la Serbia e l'Impero zarista nell'estate del 1914 non furono i guerrafondai americani ma, tra gli altri, i reggimenti trentino-tirolesi».
I dem: feriti e traditi
Chiude il presidente del gruppo del Pd in Provincia, Giorgio Tonini: « Non ci sentiamo in alcun modo rappresentati dalle parole, gravi, sbagliate e inopportune, che il presidente Kaswalder ha pronunciato: feriscono e tradiscono il sentimento profondo di amicizia che, da Degasperi in avanti, unisce il popolo italiano, con le sue istituzioni repubblicane, comprese quelle della nostra Autonomia speciale, e il popolo americano, del quale la componente di origine italiana e trentina è parte integrante, di assoluta e riconosciuta importanza. Sono parole inopportune, perché pronunciate da una persona che, ancora una volta, ha ignorato la circostanza di essere stata chiamata a rivestire una delle più alte cariche rappresentative della nostra Autonomia speciale e il dovere di impegnarsi per esserne degna».
IL COMUNICATO INTEGRALE DEL GRUPPO CONSILIARE PROVINCIALE
Non ci sentiamo in alcun modo rappresentati dalle parole, gravi, sbagliate e inopportune, che il presidente Kaswalder ha pronunciato, non contro questa o quella Amministrazione, o singola scelta politica, sempre criticabili, ma contro il popolo degli Stati Uniti d’America in quanto tale: un popolo che, come pochi altri al mondo, con la sua Costituzione e con le istituzioni che l’hanno fatta vivere, ha contribuito nella storia all’affermarsi dei valori universali di libertà e democrazia.
Sono parole gravi, perché feriscono e tradiscono il sentimento profondo di amicizia che, da Degasperi in avanti, unisce il popolo italiano, con le sue istituzioni repubblicane, comprese quelle della nostra Autonomia speciale, e il popolo americano, del quale peraltro la componente di origine italiana e anche trentina è parte integrante, di assoluta e riconosciuta importanza.
Sono parole sbagliate, perché ignorano il grande e decisivo contributo che gli USA hanno dato, anche attraverso il sacrificio di migliaia e migliaia di cittadini americani, alla liberazione dell’Europa dal nazifascismo e poi alla sua ricostruzione dalle rovine di una guerra certo non voluta da loro, alla sua difesa dalla minaccia sovietica, alla difficile costruzione della pace e dello sviluppo attraverso le istituzioni multilaterali, fino al mutamento delle tecnologie, dei costumi e del paesaggio culturale del nostro tempo.
Sono, infine, parole assolutamente inopportune, perché pronunciate da una persona che, ancora una volta, ha ignorato la circostanza di essere stata chiamata a rivestire una delle più alte cariche rappresentative della nostra Autonomia speciale e il dovere di impegnarsi per esserne degna.
Cons. Giorgio Tonini
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