Sono circa 130 (su poco meno di 450) i privati che hanno già ricevuto o avranno una risposta positiva dal Comune per quanto riguarda le richieste di edificazione. Lo chiarisce il sindaco Alessandro Andreatta alla vigilia della discussione in aula - che si preannuncia calda - della variante al Prg. Proprio il tema delle richieste dei privati rischia di essere uno dei punti sui quali picchierà l'opposizione in sede di confronto.
G. Piccoli, "Trentino", 22 giugno 2019
«È un piano di discussione sul quale non voglio essere trascinato - chiarisce Andreatta - perché i presupposti, anche legislativi, di questa variante sono altri. Le richieste dei privati che rispondevano agli obiettivi della variante hanno già avuto o avranno risposta positiva. Va da sè, che le oltre 200 richieste pervenute per costruire in aree agricole o boschive sono irricevibili». Secondo Andreatta non c'è più spazio per richieste di edificazione: «In città ci sono centinaia di appartamenti nuovi e ancora vuoti, e migliaia di metri cubi edificabili che non sono mai stati realizzati. Non c'è motivo per ampliare le aree edificabili e il Piano risponde a quel principio di "zero consumo del territorio" previsto dagli indirizzi nazionali e provinciali».Certo, la variante al Prg non può essere ridotta solo a questo argomento, ma dalle opposizioni preannunciano una pioggia di emendamenti: «Li discuteremo - risponde il sindaco - e se saranno coerenti con gli indirizzi del Piano, li accoglieremo».
Insomma, Andreatta è pronto per quella che si preannuncia (insieme alla variazione di bilancio) come una battaglia decisiva in questi ultimi mesi di mandato. La variante è stata calendarizzata in consiglio per il 15, 16, 17 e 18 luglio: da qui dovrebbe uscire una prima adozione. Poi ci saranno sessanta giorni di tempo per le osservazioni e la Provincia avrà novanta giorni di tempo per esprimersi: «L'obiettivo - spiega Andreatta - è quello di arrivare a votare a gennaio la seconda adozione». Quella definitiva.In mezzo ci sono non solo le fibrillazioni delle minoranze, ma soprattutto i numeri di una maggioranza che, dopo la formazione del gruppo #inMovimento, può contare su un solo voto di scarto in aula. Davvero poco per affrontare serenamente il passaggio.Tornando alla variante, Andreatta (che ha assunto la delega nel 2016) difende l'impianto: «Il punto di partenza è la legge urbanistica provinciale del 2015, innovativa per quanto riguarda la costruzione del Prg, perché ragiona per obiettivi.
Gli indirizzi politici sono stati portati in aula e votati ancora nel marzo del 2017, un anno dopo sono stati approvati gli obiettivi». «Per costruire questi obiettivi - prosegue Andreatta - è stato creato un tavolo di lavoro, in discontinuità rispetto al passato, quando si individuava un urbanista, ad esempio Busquets, professionista di fama internazionale». Questa volta, spiega ancora il sindaco, è stata scelta una strada collegiale: «Abbiamo coinvolto l'Università di Trento, l'ordine degli Architetti, degli Ingegneri, degli Agronomi forestali, dei Geologi e gli uffici del Comune. Ci sono state decine di incontri e 25 passaggi in Commissione urbanistica, sono poi stati 146 gli apporti esterni e ora ci sono le discussioni nelle Circoscrizioni», aggiunge ancora Andreatta. Insomma, il sindaco si fa forte di un Piano figlio di una vasta condivisione e discussione. Andreatta non ci sta a passare per il sindaco del "no": «In questa variante ci sono tanti sì: sì alla riqualificazione dell'esistente, sì alla rigenerazione, sì al riutilizzo. Io ho pensato ad un piano per il benessere di 117mila persone». Sottinteso, non per poche centinaia di privati.
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TRENTO Cinque sfide, cui sono collegati 18 obiettivi, ai quali fanno riferimento 61 strategie. Stop al consumo di suolo: nessuna nuova area edificabile. Sostegno al recupero del patrimonio edilizio esistente, al ruolo turistico della città e del suo territorio ma anche a quello universitario e della ricerca (prevedendo, ad esempio, un nuovo studentato in viale Verona). Raccordare la pianificazione urbanistica con quella della mobilità, avere un occhio di riguardo per le zone produttive, introdurre alcuni aggiustamenti al sistema delle tutele del patrimonio storico e culturale. Sono questi, in estrema sintesi, i cardini su cui poggia la variante 2019 al Prg della città di Trento, che arriverà in aula per la prima adozione nella terza settimana di luglio.
Nel documento, già in possesso di tutti i consiglieri, sono inserite solo le modifiche che derivano dall’individuazione degli obiettivi e che si sono rivelate «sufficientemente mature e condivise». Per quanto riguarda le previsioni inattuate, ad esempio, il ragionamento porta al ridimensionamento della zona C3a di Canova, un’enorme area di 20 ettari per la quale erano previsti 6 piani attuativi: solo due, però, sono stati approvati, solo per uno si era dato avvio alla realizzazione delle opere e tre sono di società fallite. La nuova impostazione prevede quindi di mantenere l’edificabilità delle aree a est della nuova strada consolidando le parti già edificate di Canova con una piazza, verde e percorsi, mentre la parte a ovest viene riclassificata come zona agricola. Tramonta, quindi, l’ipotesi di costruzione di un nuovo quartiere, mentre sorge, invece, la ristrutturazione urbanistica di Campotrentino. Tra via Detassis, via di Campotrentino e via del Commercio si vogliono individuare alcune zone C3 per la residenza e «tutte le attività con questa compatibili» corrispondenti il più possibile a proprietà autonome, mentre tra via di Campotrentino e la tangenziale, area agricola con un edificio abbandonato, viene consentito il recupero delle volumetrie esistenti ricollocandole, però, nella parte già edificata e cedendo la porzione agricola per la creazione di un parco pubblico. A Trento sud, invece, tra viale Verona e la ferrovia, si vuole costituire un nuovo tessuto urbano indirizzato alla residenza e destinare i circa 17.700 metri quadrati di «Casa Girelli» a studentato.
La variante dedica anche un capitolo alla «verifica dello stato di attuazione dei “grandi progetti” contemplati dal Prg»: l’attuale previsione del boulevard conseguente all’interramento del tratto cittadino della ferrovia viene mantenuta, ma le ipotesi per le aree limitrofe vengono congelate «in attesa di ulteriori approfondimenti sulla mobilità»; per le ex caserme di San Vincenzo a Mattarello si immagina un «parco sportivo» con zone verdi e attrezzature tipo spogliatoi, tribune, magazzini, spazi di ristoro ridotte al minimo. Non si dice se lì verrà collocato lo stadio, l’unica cosa certa è lo stralcio dell’area a esso dedicata a Ravina, che torna agricola. Di Destra Adige, invece, non si parla: la sigla C5 che caratterizza quella porzione di città consente di intervenire senza toccare il Prg con un accordo urbanistico o con un piano guida (che la giunta conta di portare in aula a fine ottobre).
Capitolo turismo: la variante facilita la trasformazione delle strutture ricettive tradizionali ampliando la definizione delle zone D8 esclusivamente alberghiere, estendendo le destinazioni ammesse a pubblici esercizi e a servizi per i turisti. Questa modifica è particolarmente significativa per la zona del Bondone per il quale è inserito, come previsto, il collegamento con la città «in via esclusivamente ideogrammatica». Per quanto riguarda, infine, le superfici produttive, vengono stralciate tutte le zone D3: circa 82.000 metri quadrati di fasce di riserva che non avrebbe senso mantenere vista l’ampia dotazione di aree produttive sia libere che dismesse e che quindi ritorneranno agricole.