Siamo ormai costretti a leggere quotidianamente sulla stampa locale le dichiarazione dell’On. Sgarbi, quasi fosse un membro aggiunto della Giunta provinciale. Ma forse è proprio così, con buona pace dei membri effettivi costretti anche a dover gestire l’ego esuberante ed ingombrante del loro nuovo collega-ombra.
Alessio Manica, 20 giugno 2019

Le parole dell’On. Sgarbi riportate oggi sulla stampa locale ci confermano due cose. Parlando con disprezzo del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento – definito come di un “parlamentino”, in antagonismo al “parlamentone” romano – e dei Consiglieri provinciale, Sgarbi ancora una volta manca di rispetto alle Istituzioni della Provincia e alla nostra Autonomia. Il fatto che nessun esponente della Lega del Trentino eccepisca è un altro chiaro segnale di quanto poco la nostra Autonomia, e la sua tutela, stia a cuore alla maggioranza. Sarebbe invece auspicabile un intervento del Presidente Kaswalder, visto il suo ruolo, a tutela del Consiglio e dei Consiglieri che lui rappresenta.

Il secondo elemento che emerge, è l’ormai imbarazzante commissariamento de facto operato da Sgarbi nei confronti dell’Assessore alla cultura della Provincia. Non ce ne voglia Bisesti, ma è lui quello che i trentini pagano per fare l’Assessore, non Sgarbi. Eppure negli ultimi mesi questo ruolo, almeno nelle dichiarazioni pubbliche, è stato svolto proprio dall’Onorevole. Capiamo che, al pari del suo mentore Salvini, Bisesti sia impegnato fuori dagli uffici in perenne campagna elettorale, ma gli ricordiamo che la retribuzione che mensilmente riceve è corrisposta per fare l’Assessore. La novità di giornata è che le linee guida della politica culturale della Provincia saranno decise da cinque professori esterni, tutti amici di Salvini, nessuno dei quali trentino, e – apprendiamo – suggeriti alla Giunta proprio dall’On. Sgarbi. Mentre il mondo culturale trentino è stato serenamente ignorato come se questa terra non fosse ricca di risorse.

Un tempo era la politica a farsi carico di stabilire le linee guida, ora invece si limita ad ascoltare quanto deciso da soggetti esterni imposti da Roma. Come se non bastasse Sgarbi interviene – tra le altre cose - anche sulla governance del Festival dell’Economia, che di certo non rientra tra le competenze del Presidente del MART, e parla della necessità di cambiare la politica culturale trentina. E questo dimostra come ormai le funzioni di Sgarbi non si limitino a quelle del ruolo assegnatogli, ma abbia appunto di fatto commissariato l’Assessore alla cultura della Provincia.