La richiesta delle minoranze che la Giunta riferisse in Aula sulla sanità, ha permesso oggi al Consiglio provinciale di entrare nel merito di un tema molto importante sul quale, la maggioranza, ha continuato fino ad ora ad alternare propaganda e annunci.
Trento, 29 maggio 2019
Abbiamo innanzitutto preso atto che l’Esecutivo provinciale ha dato mandato all’Azienda sanitaria di elaborare proposte di risparmio, prospettando in questo senso una riduzione di risorse alla sanità stimate, a regime, in 50 milioni di euro l’anno. Durante il dibattito, il presidente Fugatti ha poi definitivamente posto una pietra tombale sulla speranza di riaprire alcuni punti nascita poiché, ha riferito all’Aula: “con la normativa vigente non hanno diritto alla deroga”. E se da una lato siamo lieti che il presidente Fugatti abbia finalmente scoperto che esiste una normativa da rispettare, prevista a tutela di donne e nascituri, non possiamo non sottolineare la capriola che questa sua ammissione contiene rispetto alle tante promesse elettorali. E’ stata infine approvata la risoluzione proposta dal cons. Zeni e sottoscritta da tutto il Gruppo del Partito Democratico del Trentino e poi dall'intera minoranza, che chiedeva fosse previsto un confronto costante con professionisti, operatori sanitari e associazioni dei malati, rispetto agli annunciati percorsi di “razionalizzazione” della spesa. Una risoluzione che, soprattutto, affrontava il tema dei farmaci oncologici. Farmaci che l’assessora Segnana aveva del tutto inopportunamente inserito nelle aree da far oggetto del risparmio di spesa. Considerato il settore, particolarmente regolamentato e delicato, la mozione approvata dal Consiglio impegnerà la Giunta a “considerare la lotta al cancro una priorità assoluta, e nel rispetto della normativa sull’appropriatezza e sulla responsabilità del medico rispetto al percorso terapeutico, a non individuare l’area oncologica come oggetto di risparmio di spesa”.
Qui sotto il testo integrale della risoluzione proposta:
Proposta di risoluzione
Premesso che con lettera di data 30 aprile 2019, indirizzata al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria dall’Assessora alla Salute Stefania Segnana, viene richiesta all’APSS una proposta di efficientamento con “l’indicazione puntuale delle possibili razionalizzazioni della spesa”. Vengono enunciati obiettivi di risparmio, indicati in 10 milioni per il 2020, 20 milioni per il 2021, 40 milioni per il 2022 e 50 per il 2023 e vengono quindi indicate aree di analisi. Alcune risultano coerenti con il piano di miglioramento già in vigore e con la programmazione degli ultimi anni (come la rete ospedaliera, nel rispetto del DM 70/2015), mentre altre indicazioni incidono sulla spesa del personale. Questo induce preoccupazione e necessità di passaggi condivisi.
Lascia sorpresi e preoccupati l’indicazione anche dei farmaci oncologici.
Premesso che le malattie oncologiche sono tra le principale cause di morte, dopo le malattie cardiovascolari, e che per la loro natura incutono particolare inquietudine e timori nei malati e nei loro familiari.
Premesso che la normativa vigente disciplina in maniera molto precisa l’ambito dei farmaci, riconoscendo in capo al medico la responsabilità di individuare il percorso terapeutico più appropriato.
Premesso che gli unici biosimilari oggi a disposizione sono rituximab per le leucemie/linfomi e trastuzumab per il tumore mammario her2 pos (che rappresenta circa 20-25% di tutti i tumori mammari).
Premesso che gli altri farmaci innovativi (immunoterapia, altri biologici e terapie target in genere) sono tutti sotto brevetto e comunque monitorati puntualmente nell’indicazione e durante il monitoraggio da appositi registri nazionali Aifa.
Premesso che l’utilizzo dei farmaci oncologici è inoltre presidiato dalla commissione provinciale del farmaco e che l’Unità operativa di oncologia ha aggiornato nel corso del 2018-9 le proprie “linee guida” interne (basate su dati di evidenza) per definire in ogni ambito gli algoritmi decisionali che garantiscano appropriatezza. È chiaro che di anno in anno vengono fatti dei passi in avanti e che molti farmaci nuovi e/o innovativi sono molto costosi e gravosi per la spesa pubblica, ma sono queste le scelte di priorità che la politica è chiamata a fare: per questo nelle leggi di bilancio della Provincia Autonoma di Trento degli ultimi anni si sono previste risorse aggiuntive ad hoc per farmaci innovativi.
Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta
- proseguire un confronto con le organizzazioni sindacali mediche e delle professioni sanitarie, oltre che con i rappresentanti delle associazioni dei malati, per condividere eventuali percorsi di razionalizzazione;
- Considerare la lotta al cancro una priorità assoluta, e nel rispetto della normativa sull’appropriatezza e sulla responsabilità del medico rispetto al percorso terapeutico, non individuare l’area oncologica come oggetto di risparmio di spesa.