L’occhio cade sulle parole chiave poste alla base del documento: sicurezza, rapporto pubblico-privato, ma anche equilibrio tra città e periferie. E la reazione mostra una visione necessariamente diversa. Di metodo prima ancora che di merito. «Non si può mettere la sicurezza al primo posto tra le priorità» allarga le braccia il capogruppo pd Giorgio Tonini. «I problemi non si risolvono con quattro slogan, vedremo quale sarà l’approccio concreto» aggiunge il capogruppo del Patt, ed ex governatore, Ugo Rossi.M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 22 maggio 2019
Di fronte alle prima anticipazioni del programma di sviluppo di legislatura della nuova amministrazione provinciale — nell’ultima seduta la giunta di Maurizio Fugatti ha approvato le linee guida — l’opposizione ci tiene a notare i punti di distanza. Tendendo però la mano a un confronto «su un documento di prospettiva».
«I programmi di sviluppo — evidenzia Rossi — sono generalmente elaborati da consulenti bravi e capaci. E quindi di solito tratteggiano buone prospettive». Tanto che, osserva, «non ho visto grandi distanze rispetto ai documenti precedenti». La differenza, avverte l’autonomista, la si fa «sul campo»: «Tutti siamo d’accordo sul fatto che serva un equilibrio tra pubblico e privato. Ma bisogna saperlo realizzare. Così come tutti siamo convinti dell’importanza della sicurezza. Ma non è con gli slogan che si risolve il problema». Non solo: «In tutta questa attenzione al dialogo dichiarata dall’attuale governo provinciale — è l’affondo dell’ex governatore — non vedo un orientamento a unire, quanto piuttosto una tendenza a esasperare le divisioni». Ma Rossi riflette anche sulle parole. «Non so — dice — se nel piano di sviluppo si parli di Europa, di Euregio. Si parla di Autonomia. Ma da chi? Autonomia significa distinguersi da certi eccessi che si respirano oggi: quando vedo Fugatti sul palco con gli esponenti della destra europea mi chiedo di quale Autonomia stiamo parlando».
Si riserva di leggere il documento prima di entrare nel dettaglio dei giudizi Tonini. Che però qualche commento lo fa. Partendo da un aspetto positivo. «Ben venga — sottolinea il dem — un testo corposo e di prospettiva con il quale ci si possa confrontare. In un momento in cui la politica è fatta di tweet, che ci sia un documento organico è positivo: è un modo utile per avviare il dialogo». Dalle anticipazioni uscite in queste ore, Tonini si è fatto una prima idea. «Si conferma — osserva — il fatto che la giunta afferma il principio di continuità su un gran numero di questioni che vive come ordinaria amministrazione. Il motivo è chiaro: il Trentino ha una tradizione di buon governo che tutti ci riconoscono». Ma sulle priorità indicate, invece, la continuità non c’è. «Le parole chiave — prosegue Tonini — sono di tipo ideologico. Mettere al primo posto tra le priorità la sicurezza, ad esempio, veicola un messaggio sbagliato: in Trentino non è quello il primo problema». I temi da porre in cima alla gerarchia delle priorità, secondo il capogruppo dem, sono altri. «Personalmente — sottolinea — sarei partito dall’invecchiamento della popolazione, che è il problema più grande visto che potrebbe mettere a repentaglio il nostro sistema di welfare». In questo quadro, aggiunge l’ex parlamentare, «anche l’inserimento di persone nuove, l’immigrazione regolata e governata come è avvenuto negli ultimi anni con successo, è necessaria». Ma non solo: «Si dovrebbe puntare anche sui giovani, provando a incentivare il ritorno in Trentino di chi se ne va per studio o per sperimentare qualche esperienza di lavoro, in modo che possano dare il loro contributo alla società trentina. Noi spendiamo molto per la formazione di giovani eccellenti, che però magari poi trovano lavoro altrove: dobbiamo provare ad attirarli nuovamente qui».
Ci sono però, come già notato da Rossi, elementi di contatto tra le due visioni. «La questione della ricerca di un equilibrio tra il fondovalle e la montagna — ricorda il capogruppo del Pd — è antica. E fa parte dell’originalità positiva del Trentino aver trovato questo equilibrio. Così come il nodo della presenza del pubblico: evitare l’eccessivo intervento dell’ente pubblico è un obiettivo positivo. Per fortuna le nostre aziende sono forti e sane».
Ora il capogruppo dem attende l’avvio del confronto. «Spero che si riesca a discutere sui temi liberandoli dagli schemi a volte stucchevoli della propaganda leghista: mi pare che nel Paese si stia facendo largo una certa stanchezza rispetto a questo modo di fare».
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