In Trentino, con una scheda votano per l’Europa, con l’altra contro. Sfidando le regole più elementari della coerenza e perfino della logica, i (sedicenti?) “europeisti” di Forza Italia e delle altre formazioni cosiddette moderate del centrodestra sono impegnati, insieme alla Svp, a sostenere in Europa il Ppe, ma solo con la scheda per il parlamento europeo.
Giorgio Tonini, 21 maggio 2019
Con l’altra scheda, quella per le suppletive in due collegi per la Camera dei Deputati, hanno invece annunciato il loro appoggio ai candidati della Lega di Salvini, partito leader italiano del fronte “sovranista”, il nuovo nome della destra nazionalista e antieuropeista. Insomma, lo stesso giorno, su due schede diverse, due voti, uno per Bruxelles, l’altro per Roma, che si mandano politicamente al diavolo l’uno con l’altro.
Sabato scorso, a Milano, in una piazza Duomo peraltro mezza vuota, Salvini ha organizzato una parata di tutti i capi dello schieramento nazional-sovranista, a cominciare da Marine Le Pen. Tutti i principali leader del Ppe, Angela Merkel in testa, hanno preso le distanze, in modo netto e quasi schifato, da quell’inquietante raduno. La Lega Salvini Trentino (si chiama così, prima Salvini e poi i trentini) ha organizzato i pullman per portare a Milano la sua quota di militanti. Obiettivo della trasferta: applaudire il “capitano” e i suoi alleati europei. E fischiare il Papa... a nome della Madonnina. Nelle stesse ore, in Trentino, Forza Italia e soci vari, più o meno cattolici e post-democristiani, evidentemente immemori della lezione di Degasperi, facevano campagna elettorale per i candidati leghisti.
Sempre nelle stesse ore, a Vienna, andava in pezzi la temeraria alleanza di governo tra popolari della Övp e destra nazional-sovranista della Fpö, che solo pochi mesi fa aveva preso il posto della storica grande coalizione popolari-socialisti. Il vicecancelliere e leader della Fpö, Heinz-Christian Strache, ha dovuto dimettersi dopo la pubblicazione, da parte dei media tedeschi, di un video nel quale si dichiarava disponibile a garantire appalti ad oligarchi russi vicini a Putin, in cambio di finanziamenti al suo partito. Il cancelliere popolare Sebastian Kurz ha annunciato la fine del governo e della legislatura. A settembre l’Austria tornerà al voto.
Sarebbe interessante sapere cosa pensa, della brillante esperienza viennese, quella parte del gruppo dirigente della Svp che ha deciso di imbarcarsi a Bolzano in una Giunta provinciale con la Lega, per “fare come in Austria” e, alle europee, in un patto elettorale con Forza Italia: la quale a sua volta, alle suppletive, sostiene i candidati della Lega, perché anche a Roma, secondo Berlusconi, dovevamo fare come a Vienna.
Non è tutto. Nei due collegi trentini dove si vota per le suppletive, le due forze che insieme sostengono il governo del paese, Lega Salvini e Cinquestelle, anziché presentarsi alleate per vincere insieme, si presentano l’una contro l’altra. L’unica spiegazione plausibile, di questa inedita strategia elettorale, è che entrambe si vergognino di quello che sta facendo il loro governo e facciano a gara tra loro su a chi dare la colpa del comune fallimento. Del resto, è difficile presentarsi assieme a sostegno di un governo che, in un anno di lavoro, è riuscito a dilapidare i risultati del quinquennio precedente, bloccando la crescita economica e facendo crescere solo deficit e debito. Un governo che, per far fronte a questo disastro, in autunno dovrà aumentare l’Iva per 23 miliardi e fare privatizzazioni per 18, oppure tagliare spesa per una cifra equivalente, oppure prendere la via dell’Italexit, portare l’Italia fuori dall’Euro e dall’Europa. Ma evidentemente, per Forza Italia e soci, che peraltro di questo governo sarebbero all’opposizione, si tratta di dettagli, che non impediscono loro di appoggiare, alle suppletive per la Camera dei deputati, i candidati della Lega, i quali, se eletti, andranno a Roma a sostenere il governo.
Insomma, grande è la confusione sotto il cielo cangiante delle forze politiche di governo e di centrodestra. Meglio, molto meglio, mandare in parlamento le due candidate dell’Alleanza democratica e autonomista: Giulia Merlo e Cristina Donei. Due donne che bene possono rappresentare la volontà di cambiamento. E che, al contrario dei loro avversari leghisti o grillini, si sa con precisione cosa andranno a fare a Roma: una opposizione limpida, propositiva e competente al governo Lega-Cinquestelle. In nome di un Trentino autonomo, in un’Italia europea.