Intervista alla candidata sul collegio di Trento dell'''Alleanza democratica autonomista'' (che va dal Pd a Futura, dall'Upt a Leu, dai Socialisti ai Verdi e a +Europa). ''Il governo nazionale è un governo della paura e del compromesso al ribasso, quello provinciale è privo di visione e sta bloccando il Trentino. Abbiamo una grande occasione il 26 maggio: essere la prima avanguardia di cambiamento in Italia''.L. Pianesi, "Il Dolomiti", 13 maggio 2019
Si chiama Giulia Merlo la candidata del centrosinistra alle elezioni suppletive del 26 maggio (per la Camera) sul collegio di Trento (che comprende Trento, Paganella, Rotaliana, Val di Non, Val di Sole, Valle dei Laghi e Val di Cembra). Laureata in giurisprudenza a Roma con un Erasmus a Berlino alle spalle, è diventata avvocata e si divide tra la capitale e il Trentino. Scrive di cronaca giudiziaria e politica per il quotidiano Il Dubbio ed ha imparato il mestiere di giornalista nelle redazioni di Adige e Trentino, mentre ora ha un blog su ilDolomiti. Ha collaborato anche con il Fatto Quotidiano e con la Stampa e nonostante la sua giovane età, ha infatti 31 anni, è riuscita a mettere d'accordo tutti dal Pd a Futura, dall'Upt a Leu, dai Socialisti ai Verdi a +Europa. rinsaldando l'alleanza per una lista che ora risponde al nome di ''Alleanza democratico autonomista”.
Merlo, quali sono le parole d'ordine della sua campagna elettorale?
Le parole d’ordine sono tre: autonomia, ambiente e diritti. Tutte e tre vanno declinate nel senso del cambiamento, in ottica di visione del futuro. Autonomia significa dire dove vogliamo andare come territorio: io voglio che il Trentino torni ad essere interlocutore alla pari con il governo nazionale e che le nostre comunità locali siano al centro dello sviluppo, con coraggio e investimenti. Ambiente vuol dire tutela e valorizzazione del territorio: dunque no a un’opera inutile e dannosa come la Valdastico, sì allo sviluppo di una mobilità sostenibile e al turismo etico, che porta ricchezza al territorio nel rispetto dei suoi ritmi. La sfera dei diritti comprende in particolare quello al lavoro, che è la vera sfida della mia generazione. Nessuno deve essere lasciato indietro e chi è più fragile deve essere preso in carico dal sistema, ma vanno riconosciuti il merito e le competenze dei singoli. Per farlo, bisogna investire in cultura e formazione. Diritti significa anche difesa degli spazi di libertà individuali, della libera iniziativa di ognuno e tutela delle minoranze, nel solco dei principi costituzionali e dello stato di diritto.
Qual è il tema forte della tua campagna elettorale?
Il tema che mi sta più a cuore è quello dell’ambiente. Il cambiamento climatico è la questione primaria del nostro tempo e affrontarlo è la sfida della mia generazione. Non si può più rimandare, non si può più credere che non riguardi tutti noi: lo vediamo ogni giorno, se alziamo gli occhi sulle nostre montagne e su ciò che ci circonda. Cambierà il nostro modo di vivere, il nostro modo di produrre e il nostro modo di stare sul territorio, per questo dobbiamo affrontarlo su scala locale, nazionale e globale. Solo attraverso un cambiamento significativo, e molto rapido, del modo in cui viviamo potremo arrestare la tendenza. Questo significa investire sulle fonti di energia rinnovabili, potenziare l’utilizzo di mezzi di trasporto ecosostenibili, proseguire con forza la battaglia per la raccolta differenziata e il consumo etico, ridurre il consumo di suolo e valorizzare ciò che già esiste.
C'è tanto da fare in questo senso?
C'è tanto da fare ma in questo modo si aprono anche importanti scenari. In breve, investire sulla “green economy” significa cambiare il nostro modo di vivere, arricchendolo però di enormi possibilità: nuovi posti di lavoro, nuove professionalità da far diventare centrali, miglioramento della qualità della vita e dell’aria che respiriamo (in Italia muoiono 90mila persone l’anno a causa del livello di inquinamento, siamo maglia nera in Europa). Una sfida che sento forte e impellente, su cui non ci si può più tirare indietro.
Il Pd è ancora un partito giovane e per i giovani?
Il Pd è un partito che ha tante risorse giovani: ora si è capito che bisogna valorizzarle il più possibile. La scelta di una candidatura come la mia è stata coraggiosa, ma anche lungimirante. Intorno a me si stanno riunendo tanti giovani, anche degli altri partiti della coalizione, che mi stanno aiutando: siamo sì giovani, ma competenti e pieni di voglia di dimostrare che vogliamo conquistarci il nostro spazio in politica, mettendo in campo tutte le sue forze migliori. Questa non è la mia corsa personale, ma la corsa di una generazione che deve guardare al proprio futuro: questa volta sono io e punto a vincere, la prossima volta sarà un altro giovane, che potrà contare sul sostegno di tutto il partito. Sento una bella energia intorno a me, da parte dei giovani ma anche di tutte le persone che con generosità continuano a spendersi per la politica, ma soprattutto percepisco la voglia di parlare dei valori che ci uniscono come centro-sinistra, la volontà di esserci e di prendere posizione per dire che noi siamo altro rispetto al sovranismo centralista, che non vogliamo parlare di paura ma di coraggio, che crediamo nell’integrazione e non nei muri, nell’apertura e non nella chiusura di un Trentino sempre più piccolo e solo. Guardiamo avanti con la testa alta e andremo lontano.
Cosa è cambiato rispetto a 6 mesi fa, quando anche sul collegio di Trento aveva vinto la Lega, e perché i cittadini oggi dovrebbero farvi vincere?
Rispetto a un anno fa con le elezioni politiche di marzo, e rispetto a sei mesi fa con le provinciali, è cambiato che abbiamo capito. Abbiamo capito il messaggio che ci hanno lanciato i cittadini e le cittadine trentini. Ci hanno chiesto di essere uniti e abbiamo messo in campo una alleanza che va da Liberi e Uguali all’Upt, passando per i Verdi, Futura, Pd e il partito Socialista, insieme anche a Più Europa. Ci hanno chiesto di rinnovare ed è maturata la mia candidatura, fuori dai vecchi schemi di partito e sostenuta con forza da tutti gli schieramenti. Ci hanno infine chiesto di essere chiari e di dire da che parte stiamo: siamo europeisti, autonomisti veri, tutori dei valori della Costituzione. Il governo nazionale è un governo della paura e del compromesso al ribasso tra due mondi - la Lega e i 5 Stelle - che condividono solo il gusto per il potere; il governo provinciale sta mettendo in campo tutta la sua poca visione politica, con scelte che stanno bloccando il Trentino e lo stanno trasformando in un territorio succube del Veneto e delle istanze centriste del governo. Io voglio essere l’alternativa a tutto questo. Il Trentino ha una grande occasione con queste suppletive: essere la prima avanguardia di cambiamento in Italia. Per questo bisogna andare a votare.
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