Carlo Calenda è stato ieri a Trento (e a Rovereto) per raccontare la sua idea di Europa. L'ex ministro dello Sviluppo economico, animatore di «Siamo europei», è il capolista del Pd nel nordest per le elezioni europee del 26 maggio. In questo colloquio Calenda affronta i temi principali.§F. Gonzato, "Trentino", 12 maggio 2019
Molto presente sui social, lei ha avviato un confronto serrato e ironico su twitter con Matteo Salvini. Niente di meglio dell'ironia per smontare un avversario?
In quale altro modo ci dovremmo rapportare con qualcuno che un giorno parla di castrazione chimica, poi passa alla guerra alla cannabis? È semplicemente ridicolo. Siamo l'unico Paese europeo con gli investimenti in calo e le tasse in aumento. Sui temi più seri poi ne ho chiesto le dimissioni, ad esempio quando ha invitato i camorristi a spararsi tra di loro nelle stesse ore in cui una bambina a Napoli è quasi morta. Fare il ministro dell'Interno è un lavoro serio. Salvini non va praticamente mai al ministero. Io dico, sei giovane, non hai mai svolto un lavoro al di fuori della politica, hai questa grande occasione, perché pensi di poterti permettere un comportamento simile? Non è una questione di sinistra o di destra, ma di serietà. Infatti un sondaggio sul Corriere della Sera attesta un calo del 6 per cento.
Tuttavia, la Lega sarà probabilmente il primo partito alle elezioni europee. Lei ritiene che il Pd stia mettendo in campo la strategia più adeguata per recuperare voti?
Con "Siamo europei" abbiamo fissato una serie di priorità chiare, cercando di allargare verso l'area moderata. La lista vede una serie di persone molto serie, diverse delle quali non iscritte al Pd, che andranno a Bruxelles e faranno molto bene, a partire da Battiston. Sempre in tema di serietà, ci sono invece capolista come Giorgia Meloni, Federico Pizzarotti e Salvini che hanno già annunciato di non aver intenzione di andare a Bruxelles.
Lei aveva lavorato per avere una lista molto più larga. C'era anche l'ipotesi di rinunciare al simbolo del Pd. Mi sarebbe piaciuto un bel raggruppamento liberal-socialdemocratico con +Europa. Sono miei amici, ho votato anche per Emma Bonino, ma non li capisco più. Non hanno voluto unirsi a noi perché non volevano fare parte della famiglia socialdemocratica, poi candidano gli ex del Movimento 5 Stelle.Europeista, come buonista, rischia di diventare un insulto.Spero di essere abbastanza buono, di sicuro sono europeista. C'è un grande equivoco attorno alla narrazione sovranista.
Quale?
L'Europa che non funziona è già quella degli Stati. Un esempio? Il tema per eccellenza, la gestione dei flussi migratori. È tutto un puntare il dito contro l'Ue cattiva e inefficace, ma le istituzioni europee non hanno poteri sulla gestione dei migranti. Più volte è stato chiesto il trasferimento di poteri e gli Stati si sono rifiutati, anche l'Italia ha votato contro. Si parla di Ue votata solo alla austerity, ma la commissione europea aveva deliberato la flessibilità dell'1 per cento per i Paesi impegnati negli investimenti: l'Ecofin votò contro, cioè l'organismo che riunisce i ministri dell'Economia e delle finanze. Se il sogno europeo si è attenuato è perché l'Europa non l'abbiamo semplicemente costruita. Invece le possibilità ci sono tutte, vediamo come funziona bene in alcuni settori, il libero scambio commerciale, la politica agraria.
È un sogno terminato o c'è speranza di rilancio?
In base ai sondaggi, i sovranisti non spopoleranno. Al contrario, arriveranno intorno al 10%. Il problema saremo noi, perché l'Italia ne eleggerà molti e finiremo isolati. Ancora più isolati. L'Ue deve diventare una unione politica, assumere la gestione delle politiche migratorie in Europa e in Africa, deve avere un proprio bilancio, da finanziare anche attraverso la web tax, per lanciare un piano di sviluppo. Le priorità sono il lavoro, con una minore tassazione, e la scuola. In Italia abbiamo un alto tasso di analfabetismo funzionale.
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