Ddl semplificazione, no al ritorno alle procedure al massimo e ribasso e no al ritorno del “liberi tutti” sulle seconde case

Giovedi nella terza commissione del Consiglio provinciale sono iniziate le audizioni sul ddl semplificazione, promosso dalla Giunta. La Commissione ha avuto modo di audire un ampio numero di soggetti collettivi. Due le questioni più discusse: quella relativa alla volontà di tornare a fare ampio uso della procedura di appalto al massimo ribasso, e quella relativa alla volontà di cancellare la cosiddetta “Legge Gilmozzi” sulle seconde case.
Alessio Manica, 10 maggio 2019

 

Sul massimo ribasso ho ribadito la mia più ferma contrarietà, perché se è condivisibile la volontà di semplificare e snellire le procedure di appalto, questo obiettivo non può essere perseguito con un approccio deregolatorio che va a scapito della qualità e soprattutto della tutela dei lavoratori e delle piccole aziende artigiane. Il massimo ribasso non fornisce adeguate garanzie in tal senso, e non garantisce nemmeno la qualità finale delle opere. Per questo va mantenuta l’impostazione attuale, cercando di semplificare le procedure e ridurre i tempi procedimentali, ricorrendo solo residualmente al massimo ribasso.

Ancora più fermo il mio no ad un passo indietro sulla Legge Gilmozzi. Un no che è stato pressochè unanime, con l’eccezione dell’Associazione trentina dell’edilizia. In Trentino oggi la maggior parte delle seconde case sono vuote. Questa decisione avrebbe implicazioni gravi sotto vari profili.

Urbanistico, perché si andrebbe a snaturare l’identità dei nostri luoghi rinunciando alla tutela del territorio e al risparmio del suolo.

Sociale, perché tornare a vendere e costruire seconde case porterebbe ad un aumento dei prezzi degli immobili e renderebbe ancora più difficile l’accesso alla casa da parte dei giovani e delle famiglie trentine, con il rischio di svuotare la montagna e creare paesi vuoti per buona parte dell’anno.

Turistico, perchè se si vuole puntare su un turismo di qualità, e questo deve essere l’orizzonte del Trentino, non si possono costruire altri posti letto, ma valorizzare e potenziare i servizi offerti.

E’ ora di puntare tutto su strutture e servizi di alta qualità, fortemente legati al nostro territorio e ai suoi prodotti, e questo è possibile solo attraverso l’offerta specializzata. Le seconde case in Trentino sono già ora troppe, sottoutilizzate e spesso degradate e questo crea un forte impatto negativo sul nostro territorio. Pensare di costruirne o venderne altre è una follia senza senso e senza logica, che guarda al territorio in chiave speculativa e non di qualificazione e valorizzazione.

Chiedo pertanto a gran voce la soppressione dell’art. 14 lett. a), quello che nelle intenzione della Giunta permetterebbe di utilizzare una prima casa come seconda casa per tre anni prorogabili di altri tre se il proprietario si impegna poi ad utilizzare l’immobile come residenza ordinaria. E’ una norma che nulla centra con la semplificazione, oggetto del ddl, e che è stata contestata quasi unanimemente. Se non ci penserà la Giunta a sopprimere questa previsione sposteremo la battaglia in Consiglio, perché qui c’è in gioco il futuro del nostro territorio, del nostro ambiente, del nostro paesaggio e delle nostre comunità locali e non ci possono essere mediazioni al ribasso.