Suppletive in Valsugana - Jeep e Valdastico dividono i candidati
La coabitazione al governo li fa andare di pari passo su temi come "quota 100" o la sicurezza, ma quando si parla di ambiente e infrastrutture Mauro Sutto - candidato della Lega e attualmente capogruppo in Consiglio comunale a Ospedaletto - e Rosa Rizzi - avvocatessa di Sen Jan di Fassa, in campo per il Movimento 5 Stelle - giocano uno contro uno. Insieme, naturalmente, alla candidata "civica" designata dal centrosinistra (Alleanza democratica autonomista), Cristina Donei, ex procuradora della Val di Fassa.
"Trentino", 5 maggio 2019
Tutti e tre sono in corsa per il collegio della Valsugana per le elezioni suppletive del 26 maggio, e ieri hanno risposto alle domande nel forum con il direttore Paolo Mantovan.
Qual è l'istanza principale che state portando avanti in questa campagna elettorale?
Sutto: «La Lega è a favore dell'autonomia, per noi è un tema cardine: vogliamo salvaguardarla e, anzi, aprirla a quelle regioni che hanno chiesto più competenze e che dimostrano di meritarsele».
Rizzi: «Siamo una provincia solida e ricca, ma dobbiamo preservare quello che abbiamo, soprattutto l'ambiente. L'autonomia va bene, ma va amministrata per dare più servizi alle valli, far rivivere la montagna, ad esempio potenziando i trasporti su rotaia».
Donei: «Per quanto mi riguarda ci sono tre temi cruciali: quello dell'autonomia, sicuramente, che va rigenerata e rinverdita, perché troppe volte forse è stata data per scontata. Poi c'è il tema della vivibilità delle zone periferiche, che va garantita prevedendo una serie di servizi. Lo sviluppo del territorio, però, deve essere legato a doppio filo alla sostenibilità».
Proprio a proposito di ambiente e collegamenti, cosa ne pensate della Valdastico?
Sutto: «Siamo assolutamente favorevoli, una volta che il Veneto avrà terminato la Pedemontana la Valsugana diventerà un imbuto e l'unico modo per alleggerire il traffico è costruire nuove strade».
Rizzi: «Sono contraria: a mio avviso è un inutile consumo di suolo, e con l'uscita a Rovereto sud rischiamo di avere gravi conseguenze sulle falde acquifere. Sarebbe meglio mettere in sicurezza le strade esistenti».
Donei: «Non sono contraria a nuove strade, ma mi chiedo se con un'uscita a Rovereto Sud e comunque un pedaggio questo collegamento sarà appetibile».
Il raduno di 600 jeep previsto in Primiero ha riaperto il dibattito sugli eventi in quota e soprattutto su una certa visione di montagna. Qual è il vostro punto di vista?
Sutto: «Questi eventi possono portare risvolti positivi, per il resto sarà il sindaco del posto a decidere».
Rizzi: «Sono iniziative che danneggiano l'equilibrio ambientale, noi siamo fortemente contrari».
Donei: «La montagna merita rispetto, manifestazioni del genere sono sbagliate. Una valle può rilanciarsi anche in altri modi, con eventi dolci, come la musica, e un turismo sostenibile».
La giunta provinciale intende rimettere mano alla Legge Gilmozzi sulle seconde case. Siete d'accordo?
Sutto: «Dobbiamo soddisfare le richieste dei turisti, quindi ben venga se serve a valorizzare la richiesta di alloggi per vacanze».
Rizzi: «Sono contraria, la legge va conservata perché bisogna fermare la costruzione di seconde case e invece valorizzare l'esistente».
Donei: «Assolutamente non condivido: le case vacanza sono troppe e per la maggior parte dell'anno restano chiuse. Sviluppando il settore alberghiero si creerebbero anche più posti di lavoro, come ha fatto l'Alto Adige».
«Sanità, la gente nelle valli ci chiede servizi vicini»
TRENTO. A fronte di risorse limitate, e di una difficoltà cronica nel reperire medici, ciascuno dei tre candidati ha una sua precisa visione su come dovrebbe declinarsi la sanità pubblica nelle valli. Sotto questo aspetto il territori del collegio della Valsugana presenta un quadro piuttosto composito, con l'ospedale di Borgo nel limbo e la struttura di Pergine, Villa Rosa, che vede ambulatori in crescita e sempre più specializzati. E poi c'è Cavalese, che ha visto da pochi mesi la riapertura del punto nascite.
Cristina Donei: «Per me il punto fondamentale è potenziare il Pronto soccorso in ogni valle. Se vogliamo che le persone restino o scelgano di venire a vivere in luoghi periferici dobbiamo garantire servizi sanitari di prossimità. Per Cavalese c'è stata una vera e propria mobilitazione da parte dei cittadini, penso all'associazione Parto per Fiemme ad esempio. Il mio auspicio è che il punto nascite faccia in qualche modo da traino per l'ospedale stesso, rafforzandolo. L'altra cosa che mi auguro è che le donne si rivolgano e si affezionino a quell'ospedale, non parlo solo di chi vive in val di Fassa o in val di Fiemme, ma anche magari di qualche futura mamma della val di Cembra. A questo bisogna collegare il tema dell'attrattività di un territorio: se si hanno servizi sanitari vicini e tutto ciò che serve, la valle diventa sicuramente più attrattiva e si combatte lo spopolamento».
Mauro Sutto: «La gestione della sanità trentina è stata una delle gravissime pecche della giunta Rossi. Purtroppo c'è stato un immobilismo politico che chi vive nelle zone periferiche ha vissuto in prima persona: in Tesino il servizio di guardia medica era stato chiuso perché costava troppo. Uno scandalo. Era venuta a crearsi una situazione disastrosa. Lo stesso dicasi per l'ospedale di Borgo, che era un fiore all'occhiello e per il quale abbiamo fatto tante manifestazioni. La giunta Fugatti ha intrapreso un percorso migliorativo, gliene dobbiamo dare atto. Spero che si continui sulla direttrice della riapertura di tutti i servizi».
Rosa Rizzi: «Sono mamma di due bambini, e ho partorito in entrambi i casi all'ospedale di Trento perché avevo situazioni molto particolari, ma a parte la mia personale esperienza dico che c'è assoluto bisogno di una sanità vicina ai cittadini, penso innanzitutto al pronto soccorso e alla guardia medica. E anche il punto nascite io lo assimilo al momento del bisogno, poi c'è anche tutta una parte di lungodegenza che si dovrebbe potenziare. Con un migliore coordinamento anche tra gli ospedali si potrebbero mettere in rete le specializzazioni e organizzare meglio il servizio. Le persone nelle valli ci credono, lo abbiamo visto con la grande mobilitazione che c'è stata per il punto nascita di Cavalese».