Aiuti internazionali, bene collettivo

La cooperazione internazionale è un bene collettivo dei Trentini, è lo strumento con il quale la Provincia partecipa in modo attivo alla politica estera italiana, appoggiandosi alle attività portate avanti da molti anni dalle associazioni di volontariato, presenti nella nostra comunità. Non è elemosina, è la via attraverso la quale si sono costruiti reti e ponti del Trentino con il resto del mondo.
S. Ferrari, A. Manica. A. Olivi, G. Tonini, L. Zeni, 26 aprile 2019

In un presente sempre più squilibrato tra chi può e chi non può, e al contempo sempre più interconnesso, sempre più globalizzato, il Trentino ha costruito un suo modo di essere anche fuori dai propri confini. In oltre 100 diversi Paesi la parola Trentino, risuona in molte lingue con un accento di gratitudine, ma anche con rispetto e ammirazione. Le nostre quasi 300 associazioni di volontariato internazionale in un paio di decenni non hanno solo costruito edifici di asili, scuole, ospedali, non hanno solo offerto formazione e occasioni perché persone più svantaggiate imparassero a costruirsi un futuro, per sé e per la propria gente, ma hanno costruito relazioni. E lo hanno fatto a nome del Trentino. La targa della Provincia Autonoma di Trento campeggia sui manufatti in tanti posti esteri, perché il soldo pubblico trentino ha accompagnato le azioni dei nostri volontari. Ma proprio questo ha significato costruire una credibilità, una affidabilità della nostra comunità nelle relazioni internazionali.

In questi anni, anche con l'aiuto delle Ambasciate italiane, le istituzioni trentine hanno potuto interfacciarsi con governi locali, ma anche con ministri e presidenti di altri Paesi, hanno avuto un ruolo anche politico in alcuni contesti, grazie alla fiducia guadagnata nel tempo attraverso l'attività delle nostre associazioni. E tutto questo è un patrimonio materiale e immateriale della comunità trentina, che ha cofinanziato con lo 0,25% delle tasse dei cittadini i progetti educativi, formativi, sociali, sanitari, ambientali, portati avanti dalle volontarie e dai volontari delle nostre associazioni.

Il presidente Fugatti ha dichiarato che cancellerà metà del finanziamento fin qui garantito dalla legge e modificherà la legge, perché questo è stato un suo impegno di opposizione negli anni. Ma oggi lui è il Presidente di tutti i Trentini, verso i quali ha la responsabilità di assumere decisioni consapevoli e ponderate. Gli chiediamo allora di andare a vedere di che cosa stiamo parlando, di trovarsi qualche giorno per le relazioni estere, di recarsi di persona, per capire cosa è stato fatto in questi anni a nome della Provincia autonoma di Trento, della nostra comunità. Prima di decidere sulla carta che cosa ne sarà degli ospedali che abbiamo messo in piedi in zone desolate, delle scuole professionali per le ragazze, delle scuole agrarie, dell'educazione al modello cooperativo, dei progetti di riforestazione, dei progetti post terremoto, di quelli post bellici a promozione della convivenza pacifica, dei progetti di ricerca con le nostre Fondazioni di ricerca (Fbk; Mach; Muse), quelli fatti con l'Euregio, quelli che insegnano agli amministratori locali come si governa con l'autonomia, quelli di contrasto alle mutilazioni genitali, quelli di educazione neonatale, quelli che portano gli arti di plastica a poco prezzo costruiti dai nostri studenti di ingegneria ai bambini invalidi per le mine.

E perché cancellare le attività di educazione alla cittadinanza globale per gli studenti trentini? L'Italia possiede solo dallo scorso anno una Strategia di educazione alla cittadinanza globale, dopo gli altri Paesi europei, perché la Provincia di Trento, grazie alla sua riconosciuta esperienza internazionale e alle competenze di cooperazione, ha fatto da capofila nel redigerla. Indica le azioni da compiere per rendere i cittadini di oggi e di domani più consapevoli e preparati a vivere e lavorare e interagire in un mondo che non ha più confini. Perché togliere questa possibilità formativa ai docenti, agli studenti, ai cittadini trentini? Perché non continuare a garantire gli interscambi ai nostri giovani?

Nessuno si opporrà a processi che migliorino ancora l'efficienza e la trasparenza e la rendicontabilità dei progetti fatti con i soldi pubblici, ma non si elimini la capacità del Trentino di essere in un mondo globalizzato a svolgere un suo ruolo attivo, solo per partito preso, non si azzoppi una eccellenza ovunque riconosciuta, solo per pregiudizio.

Si facciano il Presidente con la sua Giunta, e preferibilmente anche il Consiglio provinciale una propria idea, andando a visitare qualche progetto in loco e non sulla carta. Perché se non si vede, non si tocca, non si osserva direttamente, non si può proprio capire, mancano gli elementi reali di contesto. E allora si rischia di distruggere un bene materiale e immateriale pubblico e collettivo dei Trentini, senza rendersene conto.