Sulla Valdastico continua il film dell’orrore diretto dal Pres. Maurizio Fugatti con il supporto dell’intera maggioranza provinciale. Nella giornata di ieri Fugatti ha incontrato alcuni Sindaci dei territori toccati dal nuovo ipotizzato tracciato della Valdastico. Dopo mesi in cui si è prospetta l’uscita della stessa a Rovereto sud, apprendiamo oggi che l’uscita potrebbe invece essere collocata in un non meglio definito punto tra Marco e Rovereto. Sulla base di quali dati? Sulla base di quali analisi?
Alessio Manica, 10 aprile 2019
Sulla base di quali evidenze? E chi lo sa, come sempre nulla è dato a sapersi. Questa ipotesi, se possibile, rende ancora più inutile la Valdastico, oltre che per il Trentino anche per chi vedrebbe ulteriormente spostata a sud l’uscita di una arteria pensata per avvicinarsi al confine nord. E non ridurrebbe comunque nemmeno un po’ la devastazione paesaggistica, ambientale ed idrogeologica delle valli interessate. Oltre al danno, insomma, pure la beffa. Ma stiano tranquilli i residenti, Terragnolo avrà il suo casello autostradale – ha detto Fugatti!
Questa è la plastica sintesi dell’idea di valorizzazione della montagna da parte della Lega: la montagna a servizio della pianura, il Trentino al servizio del Veneto! L’incontro con i Sindaci e con il Presidente della Comunità arriva a pochi giorni dall’invio del progetto di massima al Ministero, come da accordi presi da Fugatti con Zaia e Toninelli. Gli Amministratori locali non avranno dunque il tempo di dire nulla sul progetto e infatti pare non siano stati chiamati per esprimere un’opinione ma solo per essere informati. Bell’esempio della tanto sbandierata partecipazione e vicinanza ai territori. Le comunità locali e i loro rappresentanti fanno bene a reagire, vanno coinvolti seriamente e ascoltati, non presi in giro! E se non ci penserà lui ci penseremo noi.
Valdastico: coinvolgere i sindaci e non mettere un territorio contro un altro
I progetti come la Valdastico, che impattano in modo così significativo sulla qualità, la sostenibilità, la mobilità di un territorio, non possono essere affrontati come fatto ieri dal presidente della Giunta provinciale, trattando in maniera settoriale e scollegata i diversi problemi. Non è accettabile che si convochino gruppi di sindaci e amministratori per affrontare un dato problema – ieri quello rilevantissimo della sorgente di Spini – per poi passare ad altri sindaci e altri amministratori per il problema successivo.
Imboccare questa strada, sposare cioè la logica di chi affronta i problemi come si sfoglia un carciofo, significa sfuggire alle proprie responsabilità di governo. Governare non vuol dire prendere un tema per volta, imbastire per questo o quello una qualche soluzione, e confidare poi che il quadro finale nel suo insieme mantenga un minimo di senso. Governare significa affrontare le questioni che riguardano un territorio coinvolgendo in un dibattito serio e approfondito tutti i sindaci e gli amministratori di quel territorio. Significa abiurare la politica del mettere un territorio contro l’altro, e abbandonare l’ottica modaiola dell’analisi costi-benefici che genera conflitti tra i territori che si sobbarcano i costi e quelli che, invece, si godono i benefici.
La Giunta provinciale capisca che gli amministratori e le loro comunità devono essere parti integranti di un processo partecipativo serio, che metta al centro la compatibilità ambientale di un intero territorio con le sue prospettive di sviluppo. Non stiamo parlando di costruire una strada, ma di progettare il Trentino del futuro. E va fatto attraverso un percorso condiviso, senza furbizie, senza scorciatoie, senza forzature.
Alessandro Olivi