Negli ultimi tempi i fatti tragici, che hanno condotto al suicidio ragazze e ragazzi, a seguito della diffusione di immagini o video a sfondo sessuale, senza il loro consenso, hanno convinto il legislatore nazionale ad intervenire e a colmare un vuoto normativo e a introdurre il reato di “revenge porn”.
Valeria Parolari, "Trentino", 8 aprile 2019
Serve ora l’approvazione del Senato e poi nessuno potrà più rubricare come semplice “scherzo” o “gogliardata” cioè che in parole povere altro non è che “un reato”, sotto il profilo giuridico, rimanendo sempre una vigliacca “vendetta”, che nasce dalle pancia e che vuole umiliare e distruggere l’immagine di chi viene dato in pasto ai social.
Le pene previste sono in linea con altre normative dei Paesi Occidentali e vanno dalla reclusione da 1 a 6 anni e multe che vanno da 5mila a 15mila euro.
Giusto che la pena venga aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata sentimentalmente alla persona offesa, e giusto, ancora, che venga aumentata se i fatti sono commessi a danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o a danno di una donna in stato di gravidanza.
E dunque, tutto a posto!
Il reato viene contemplato, i colpevoli perseguiti e le vittime, forse, risarcite,
Tutto Bene!
No, male, molto male.
Rousseau sostiene che l’uomo che vive secondo la legge naturale, in isolamento, senza bisogno di interagire con una comunità, non nuoce all’altro, ma come viene meno l’autosufficienza e la necessità di avere rapporti con l’altro, e in definitiva con una società, a quel punto gli uomini sono nocivi e pericolosi reciprocamente ed e’ per questo che serve un Contratto Sociale, che ponga regole, garantisca la convivenza pacifica e non calpesti le libertà reciproche.
Le Società complesse hanno stipulato nel corso della storia vari Contratti Sociali.
Noi, eredi di Giustiniano, abbiamo fior fiore di norme e una bella Costituzione Repubblicana e per una persona “evoluta” gli articoli 2 e 15 dovrebbero essere sufficienti per capire che la “solidarietà politica, economica e sociale” necessaria per lo sviluppo della personalità del singolo, o che la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili, non si conciliano con la pubblicazione di video privati, senza il consenso di chi né è protagonista.
È del tutto evidente che i codici servono e che il dettato costituzionale rappresenta la cornice indispensabile ma non esaustiva per regolamentare una Società.
È anche vero però che l’uomo riesce a trasformare negativamente le conquiste scientifiche (l’atomo cura e uccide) e le innovazioni tecnologiche (i social, co).
L’ossimoro dei social mi pare evidente sotto il profilo comportamentale.
È sufficiente guardare due compagni, due amiche, ma anche un gruppo di ragazze o ragazzi, il genere non fa la differenza in questo caso, per notare come tutti siano con gli occhi incollati al cellulare e connessi con altri che non sono presenti, quasi incapaci di socializzare con chi è lì con te, vicino fisicamente a te e tu non parli con lui, ma con altri.
Vedi molti che ridono fissando il cellulare e non riescono a scambiare un sorriso o una carezza con chi gli è vicino!
In realtà con i social non si parla, ci si scambiano battute, parole, faccine (emoticon), cose così!! Superficiali e del tutto inutili, quando non sono nocive.
I social sostituiscono il reale! Se non comunichi subito, quel particolare sentimento, quella emozione non esiste! Ma è invece probabile che non esista per nulla.
In campo affettivo il sentimento, l’emozione sono stati dell’animo che vanno elaborati, capiti e vissuti prima di tutto dentro di sé, mentre oggi si confonde l’eccitazione con l’amore, la simpatia momentanea con l’amicizia “della vita”.
I sentimenti, i rapporti umani vanno coltivati, ci vuole impegno e tutto non può essere risolto con la sensazione del momento e comunicato trionfalmente e subito via social.
Il caso dei video e delle immagini a sfondo sessuale che troppi, ragazzi e adulti utilizzano, sembrano quasi sostituirsi all’emozione in sé.
Quella visione romantica di associare la sessualità all’intimità, di ritornare al pensiero di quei momenti provando tenerezza e ancora emozione, senza la paura di venire dati in pasto ai social, è così poco attrattivo!
Non voglio essere una bacchettona, però mi pare che abbiamo imboccato una deriva sociale e comportamentale brutta, incapaci di sostenere dialoghi, di ricercare rapporti affettivi sinceri, di contribuire “allo sputtanamento” via social, con le condivisioni quasi automatiche ed allora è chiaro che servono norme nuove che inquadrino “reati” nuovi, in grado di frenare o correggere “l’involuzione” sociale a cui stiamo assistendo.