Il ddl, sottoscritto da tutti i componenti del Gruppo PD, parte dalla considerazione che mentre per quanto riguarda il periodo scolastico e pre-scolastico esistono strumenti ed aiuti che la Provincia mette in campo per assistere queste persone e le loro famiglie, poco è previsto per agevolarne l’inserimento sociale e quello lavorativo.Trento, 1 aprile 2019
I risultati appaiono infatti estremamente deludenti, tanto che solo una persona su dieci con disturbo dello spettro autistico trova oggi lavoro.
“Questo disegno di legge – spiega la consigliera Ferrari – si pone l’obbiettivo di contribuire a superare le difficoltà di inserimento lavorativo delle persone con disturbi dello spettro autistico, a partire dalle esperienze che esistono in altre realtà territoriali, e sulla base delle indicazioni legislative nazionali. Queste persone sono infatti caratterizzate da difficoltà nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale, ma sono anche spesso estremamente intelligenti e assolutamente in grado di lavorare – se debitamente accompagnate – in molteplici contesti”.
E proprio sulle possibilità di accompagnamento e inserimento va ad incidere il testo di legge depositato dalla consigliera Ferrari, attraverso l'introduzione di quattro importanti innovazioni:
1. l’attivazione di una equipe multidisciplinare, in cui siano presenti diverse competenze specialistiche (esperti in disturbi dello spettro autistico, operatori sociali, esperti in inserimento lavorativo delle persone svantaggiate), in grado di confrontarsi con la grande variabilità delle manifestazioni cliniche dei disturbi dello spettro autistico e capace, dunque, di definire un quadro complessivo delle condizioni di fragilità, di vulnerabilità e delle attitudini della persona, così da poter predisporre, anche insieme alla famiglia, un programma personalizzato di interventi di sostegno e accompagnamento.
2. a partire da questo programma di interventi personalizzato, il disegno di legge prevede che l’equipe multidisciplinare individui poi un referente unico, (anche un parente o un amico) in grado di essere interlocutore sia della persona interessata e della sua famiglia, che del datore di lavoro e dell’ambiente lavorativo.
3. il terzo elemento introdotto dal testo, fondamentale per la riuscita del progetto di inserimento lavorativo, è la formazione nell’ambiente di lavoro. Le esigenze delle persone con disturbi dello spettro autistico sono infatti le più varie, e non possono essere conosciute a priori dai datori di lavoro e dai colleghi. Di qui la necessità di una formazione specifica caso per caso, di tutti quelli che lavorano nel contesto accogliente. Perché un ambiente di lavoro che accoglie nel modo sbagliato una persona con disturbi dello spettro autistico rischia di comprometterne, anche involontariamente, l’inserimento.
4. per incentivare e sostenere l'accoglimento di questa tipologia di lavoratori in nuovi contesti produttivi, la proposta di legge prevede la possibilità di riconoscere spese che siano effettuate sia per l'acquisto di strumentazione ad hoc, sia per la formazione del personale.
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