«Siamo al minimo storico del Pd, c'è poco da rottamare», confessa Alessandro Dal Ri a chi gli chiede se la sua candidatura voglia fare piazza pulita del vecchio gruppo dirigente, compresa dunque la sua sfidante Lucia Maestri. Il 31enne informatico di Villazzano, consigliere circoscrizionale e segretario di circolo, è il nome a sorpresa delle primarie Dem: la sua sembrava una candidatura outsider, ma si è rivelata qualcosa di più e la sfida per la segreteria del Pd trentino è quantomai aperta.
"Trentino", 24 febbraio 2019
Perché domenica 3 marzo ai gazebo non voteranno solo gli iscritti ma anche i simpatizzanti (dai 16 anni in su), e se i 4500 elettori delle primarie 2016 sembrano irraggiungibili per un partito uscito con le ossa rotte dalla doppia sconfitta delle politiche e delle provinciali, un congresso aperto alla partecipazione di questi tempi resta un valore. Lo hanno dimostrato ieri le squadre dei due competitor che si sono presentate con i candidati (per l'assemblea provinciale) e i sostenitori. Tra richiami all'unità del partito e stoccate di fioretto. Dal Ri a Ravina: liste zeppe di giovani poco conosciuti oltre i confini dei circoli, ma parecchi big del partito alle spalle, di provenienza molto diversa tra loro, che hanno scelto di puntare sulla faccia nuova (dall'ala Nicoletti-Civico-Borgonovo Re a quella di Pinter-Manica, da Sara Ferrari a Italo Gilmozzi). «Un ciclo si è chiuso, servono facce nuove», ha esordito Dal Ri, annunciando però che se vincerà proporrà una segreteria unitaria con eletti anche delle liste di Maestri (l'organo politico, va ricordato, è però il coordinamento, ndr). A Melta Lucia Maestri - da vent'anni in prima linea, assessora in Comune, poi consigliera in Provincia - ha rivendicato l'importanza della squadra, delle competenze e dell'esperienza, una squadra (di giovani e big, come Mosaner e Olivieri) dove lei ha accettato di metterci la faccia e la passione. «La nostra proposta è di tornare forza di governo, l'altra è quella di un partito che fa opposizione-testimonianza», la stilettata al suo avversario.
Dal Ri: «Se tanti votano, vinciamo»
«Portate tanta gente a votare ai gazebo, perché più saremo più possiamo vincere bene. Nelle liste che sostengono Maestri non hanno tanto interesse a favorire la partecipazione». L'appello finale di Alessandro Dal Ri, 31 enne (da ieri) candidato alla segreteria del Pd trentino è una stoccata all'avversaria di queste primarie sottotono e dall'esito incerto, la "senatrice" del partito Lucia Maestri. Gioca la carta della novità, e non potrebbe essere altrimenti forse: «Se a votare ci vanno i soliti, ovvio che lei sia la più conosciuta. Ma se andranno tanti giovani, le cose cambiano».
Alla pizzeria Aquablu del centro commerciale di Ravina, ha chiamato a raccolta i suoi candidati e i suoi sostenitori. I primi sono, in larghissima parte, giovani, una fascia larga che va dai 25 ai 40: pochi i nomi noti, il consigliere comunale di Trento Michele Brugnara (che guida una delle due liste cittadine), Luisa Filippi (ex assessora e oggi consigliera a Rovereto), Patrizia Caproni assessora a Mori, Corrado Corradini (ex assessore a Rovereto), Giorgio Deimichei (già vicesindaco di Ala), Arianna Miorandi candidata alle ultime provinciali. Tra i sostenitori, che ieri si sono volutamente tenuti in disparte, ci sono però molti big: dall'ex deputato Michele Nicoletti all'ex assessora (oggi consigliera) Sara Ferrari, l'ex segretario Italo Gilmozzi, a Roberto Pinter. Dal Ri potrà contare anche su Mattia Civico Donata Borgonovo Re e Alessio Manica: saranno tutti questi nomi e le persone che sono ancora in grado di mobilitare a fare la differenza il 3 marzo. «Per il centrosinistra trentino e il Pd si è chiuso un ciclo, ora c'è da ricostruire e per questo servono facce nuove e proposte riconoscibili», ha esordito ieri Dal Ri. «Niente contro Lucia Maestri e le sue liste, ma per superare una serie di dinamiche interne servono novità».
Dal Ri promette una segreteria unitaria «per coinvolgere le energie migliori, non importa se delle liste mie o di Lucia», una segreteria itinerante nelle valli per ravvivare i circoli (la annunciò anche Gilmozzi nel 2016, non si è mai vista, ndr), primarie e referendum tra gli iscritti. Alla base chiede di «recuperare umiltà»: «Chi vota Lega e 5 Stelle ha delle ragioni, le paure percepite restano paure, noi dobbiamo dare risposte praticabili diverse». I temi: ambiente, lavoro, salari, nuovi sfruttati, autonomia (più dialogo verso Nord che verso il Veneto), Europa.
Maestri: «Altrove idee effimere»
Ha scelto una delle roccaforti della Lega, Melta di Gardolo, per dare la carica ai suoi nella settimana decisiva. Lucia Maestri ha incontrato una folta delegazione di candidati della sua lista all'ora dell'aperitivo, in un locale di quel parco divenuto fiore all'occhiello del ridisegno intelligente della città. L'ex consigliera ha trovato ad attenderla un bel sole ed un'atmosfera piena di voglia di fare bene. Tra gli altri Michela Chiogna, già vicepresidente Itea, la presidente della circoscrizione di Gardolo Antonella Mosna, quella della circoscrizione Oltrefersina Simonetta Dellantonio, il capogruppo Pd in Comune Paolo Serra ma anche la presidente dei giovani avvocati Valeria Parolari.
«Dopo essere rimasta esclusa dal Consiglio per una manciata di voti quest'autunno sono tornata al mio lavoro. Un bel giorno di dicembre, con la scusa di scambiarci gli auguri di Natale, mi hanno invitato a casa di Chiara Rossi. Due ore di chiacchierata che si sono concluse con "Ti vorremmo candidata alla segreteria del Pd". Io ho detto subito che la cosa non esisteva, grazie della stima. Dopo le vacanze di Natale però quelli che erano una decina sono diventati 20, 40, 60, 70... ed allora di fronte ad una richiesta di responsabilità di quella portata, ho ceduto. Ed eccoci qui. Sino ad oggi abbiamo fatto nove incontri. Sono stati abbastanza partecipati anche se debbo dire racchiusi nell'alveo del Pd. Il nostro lavoro è questo ma non può essere limitato: il congresso lo possiamo vincere solo se riusciamo a convincere molto persone ad andare a votare e a farlo per il Pd che noi vogliamo».E ancora: «Qui si gioca una sfida importante anche per il Trentino: tra chi vuol guardare avanti e che si attrezza per tornare ad essere forza di governo. Questa è la nostra proposta. L'altra è quella di un partito che fa opposizione-testimonianza. La scelta di interrompere il cammino della coalizione non ci ha portato solo alla sconfitta di ottobre, ma anche a dovere correre fuori dall'alveo di coalizione le prossime sfide, le suppletive, le Europee e le amministrative del 2020.
La gente mi chiede: e ora che facciamo? Domanda giusta. Noi vogliamo riprendere il cammino con il Patt, con l'Upt, con altri che la pensano diversamente rispetto all'attuale governo provinciale. Abbiamo consegnato l'autonomia a Salvini, decide lui cosa fare in Trentino con una velina verde. Il nostro amico Dal Ri sostiene che l'autonomia è un vestito istituzionale. Lo è, ma autonomia e anche saper fare. Noi non siamo un'e-mozione, noi siamo una proposta stabile, non una cosa volatile. Il nome scelto da Dal Ri (E-Mozione democratica, ndr) è effimero, non vorrei lo fossero anche i temi. Qui ci sono competenze, esperienze. Persone che guardano in una direzione di governo. Noi non siamo le persone del no, semmai quello del no ma...».