Marina Mattarei ha deciso di «esporre il Movimento cooperativo federato orientandolo sulle posizioni del governo provinciale». Una scelta personale, che non tiene conto delle diverse posizioni di «un Movimento unitario e vasto che trattiene in sé le molte sfaccettature culturali e politiche della comunità trentina».
V. Iorio, "Corriere del Trentino", 8 febbraio 2019
Sono queste le parole con cui i consiglieri Serenella Cipriani, Paolo Fellin e Italo Monfredini prendono le distanze da quanto dichiarato in una recente intervista dalla presidente di Federcoop sull’accoglienza dei migranti e sul Progettone. Nella lettera inviata al cda i tre rappresentanti del sociale accusano Mattarei di aver aderito alla visione politica del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, senza essersi confrontata con il consiglio di amministrazione, «unica sede democraticamente rappresentativa di tutto il Movimento». Ancora più dura la consigliera Marina Castaldo. «Nel ruolo che ricopri dovresti rappresentare tutti noi — scrive a Mattarei l’ex vicepresidente vicaria in un’altra lettera— Non puoi esternare il tuo pensiero, il tuo pensiero dovrebbe essere una sintesi di quello di tutta la cooperazione». Ad imbarazzare i consiglieri è soprattutto il «silenzio assordante» da parte della presidenza sui tagli al sistema di accoglienza. «Il sistema di accoglienza impostato in Trentino era valido, di sicuro invidiabile rispetto ad altre realtà del nostro Paese — osserva Castaldo — ed è stato spazzato via in un amen».
In gioco, ricordano, non c’è solo il futuro delle cooperative sociali, ma anche quello di tanti lavoratori stranieri che hanno trovato un’occupazione grazie ai corsi di lingua italiana e di avviamento al lavoro. «Senza tutto questo — sottolinea l’ex vicepresidente di Federcoop — non sarebbero riusciti ad integrarsi. Senza tutto questo le persone passeranno il tempo in strada, aumentando così la percezione di insicurezza. Non è così che si fa accoglienza e integrazione». A risultare inaccettabile per molti rappresentanti del mondo cooperativo è soprattutto la continua distinzione tra trentini e immigrati.
Un altro motivo di scontro tra la presidenza e parte del cda è il ridimensionamento del Progettone. «In questi anni gli abbiamo fatto la giusta “manutenzione”, non ci siamo mai sottratti al confronto con la politica e con la giunta provinciale e lo abbiamo sempre fatto a livello istituzionale, dopo aver condiviso la linea di pensiero in Federazione, la casa delle cooperative», ricorda Castaldo ribadendo che si tratta di «uno straordinario strumento che si è preso in carico i lavoratori espulsi e deboli del mercato del lavoro. Non assistenzialista, ma capace di creare valore aggiunto per le nostre comunità». Ad irritare i consiglieri è anche il fatto di aver appreso dalla stampa dell’esistenza di una trattativa per la cessione della sede della Federazione a Cassa centrale banca. La richiesta dei rappresentanti delle coop è che queste questioni vengano discusse nel prossimo consiglio di amministrazione, che è convocato per lunedì. Mattarei non è solo accusata di aver agito in autonomia, senza tener conto del parere di coloro che è chiamata a rappresentare, ma anche di aver tradito i valori fondanti della cooperazione.
Malumori che si aggiungono a quelli emersi l’estate scorsa quando Mattarei aveva nominato Mariangela Franch come vicepresidente delle coop sociali. Una scelta avvenuta senza tenere conto dell’opinione dei rappresentanti del sociale, come avevano raccontato gli stessi consiglieri da Cipriani, Fellin e Monfredini. Le ultime dichiarazioni della presidente non hanno fatto altro che ampliare la distanza tra lei e questo settore che, come si evince dalla lettera inviata in questi giorni, non si sente più rappresentato.
Al di là delle polemiche e delle tensioni, il dibattito in corso pone degli interrogativi sull’identità della cooperazione, che, a detta di alcuni, rischia di essere stravolta. In tanti, alla luce di questo scontro, si chiedono quale debba essere oggi il ruolo della cooperazione, quali siano i valori da difendere e quale debba essere l’obiettivo da portare avanti. «La difesa dei deboli, senza distinzioni». L’ex presidente di Federcoop Pierluigi Angeli su questo non ha dubbi. « I trentini hanno nel dna la disponibilità ad aiutare gli altri — afferma — Sappiamo bene cosa significa emigrare, per questo dobbiamo impegnarci affinché prevalgano la concordia e la solidarietà». Per questo, secondo Angeli, va evitata ogni forma di collateralismo che possa nuocere all’unità della Federazione. «Serve cautela — aggiunge — nell’interesse generale della comunità è bene operare sempre in collaborazione con tutti». Secondo Mauro Fezzi, predecessore di Marina Mattarei, i cambiamenti politici impongono di trovare nuovi equilibri. Questo però non significa accettare passivamente qualsiasi cosa. Sul conflitto che rischia di spaccare nuovamente Federcoop, gli ex vertici preferiscono non intervenire, limitandosi a sperare in un confronto il più aperto e sereno possibile. Il clima però è infuocato. Nei giorni scorsi la presidente ha convocato gli autori delle lettere per provare a trovare una mediazione. Per ora però il tentativo non sembra aver dato risultati. Lunedì potrebbe esserci la resa dei conti.