Prima Roma, Venezia o i Trentini?

Nasce un dubbio. Ma davvero ciò che l'attuale governo provinciale sta producendo risponde alla massima leghista "prima i trentini"? No, perché il dubbio si sta facendo strada dopo alcune scelte. Una (sarà obbligata? o sarà che è meglio starsene buoni buoni e non far incavolare Matteo e Gigino?) è la supina sottomissione a tutte le regole romane del reddito di cittadinanza.
P. Mantovan, "Trentino", 28 gennaio 2019

 

L'altra è l'accordo di massima raggiunto col governatore del Veneto Luca Zaia per una holding che governi strade e autostrade del Nordest. Intanto la giunta prosegue le sue tappe nei comuni come fosse la Madonna Pellegrina.
Il dubbio è molto semplice: ma davvero le scelte che si stanno compiendo sono a favore dei trentini? O non è forse che i nostri manovratori di piazza Dante stanno chinando il capo a Roma e a Venezia?

Partiamo dal reddito di cittadinanza. Il Trentino era primo e unico in Italia ad aver adottato uno strumento universale di sostegno al reddito, era la Finlandia d'Italia, offriva un fior da fiore della sua autonomia, offrendo l'assegno unico attraverso il filtro dello strumento di calcolo della ricchezza "nostrano", l'Icef. Ora, aderendo al reddito di cittadinanza, dovrà abbandonare l'asburgico Icef per l'italico Isee, gli uffici provinciali dovranno armonizzarsi e ciò richiederà tempo perché le banche dati trentine sono tutte costruite attorno all'Icef. E poi le risorse statali non sostituiranno le nostre, ma andranno ad integrarle se necessario (ma non sarà necessario perché probabilmente calerà la platea dei percettori). E poi sarà tutto diretto dall'Inps e non dai nostri uffici. E poi ci sarà il sistema delle tre offerte di lavoro congrue, pena perdita del reddito, con la borbonica previsione dell'offerta entro 100 chilometri, poi entro 250, poi ovunque. E niente "navigator", il Trentino a quanto pare, non guadagnerà posti di lavoro per i cosiddetti "navigator" ossia coloro che dovrebbero accompagnare i beneficiari del reddito . Insomma, è chiaro che si passerà da un sistema trentino, asburgico, funzionale e funzionante, a un super baraccone italico, centrale, borbonico, con previsioni di riuscita molto, molto ma molto scarse. E, però, il governo provinciale continua a ripetere: "prima i trentini".

Poi c'è il capitolo della holding triveneta su strade e autostrade. Ma ci rendiamo conto? Non solo la Valdastico (che è agognata dai veneti per accorciare i tempi di percorrenza verso l'area tedesca, utilizzando il Trentino come striscia di terra di transito, esca in Valsugana o a Rovereto fungerà comunque da scorciatoia per le merci venete non certo per le piccole quantità trentine...), ma ora anche una super-società con il Veneto, per prendere tutti gli ordini che riguardano le nostre strade e l'A22 dalla Serenissima. Da Venezia. Ma il governo provinciale, intanto, canta a squarciagola "prima i trentini".Vabbè.

Magari c'è dell'altro di molto trentino, dirà il lettore fiducioso che scruta il presente con ottimismo. Beh, di molto trentino, al momento, una cosa c'è: il "Tour del Trentino" che la giunta sta realizzando con un pulmino o con il car sharing. Trattasi di una giornata, il venerdì, dedicata ogni settimana a un comune diverso, nel tentativo di legare lo sforzo amministrativo con una campagna elettorale permanente. Il tour è iniziato nel migliore dei modi, privilegiando i luoghi colpiti dall'eccezionale e triste ondata di maltempo di fine ottobre per poi trasformarsi in un tour di saluto dei sindaci locali con successivo pranzettino in loco. Sì è partiti da Dimaro, poi, in successione, senza tregua, Novaledo, Canal San Bovo, Fierozzo, Baselga di Piné, Vignola Falesina, Pozza di Fassa, Bresimo (con una straordinaria e totale predilezione per comuni che andranno al voto alle suppletive - nessun Comune che sia nel collegio di Rovereto fino ad ora, infatti...). Un tour della simpatia, certo, che anche ai tempi di Rossi e Dellai sorrisi pochi eh. Ma il tour della simpatia sembra proprio l'esposizione della Madonna Pellegrina, che viaggiava di paese in paese per l'adorazione.

È di questo che ha bisogno il Trentino? Il giro continuo dei Comuni con passerella di giunta? Una passerella che tenta di nascondere l'atteggiamento supino nei confronti di Roma (Salvini) e di Venezia (Zaia)? Ma il Trentino è ancora la terra dell'autonomia? La Lega riesce ad essere autonomista e autonoma o è ineluttabilmente soltanto sovranista, veneto-romana?