Che il political correct fosse ormai desueto l'avevamo capito e tutto sommato un motivo c'era, se veniva usato come paravento per nascondere semplici verità e per impedire che qualcuno dicesse che il Re era nudo. La Rete ha permesso a tutti di accedere a tutte le informazioni , a comunicare con tutti e ad esporre al mondo le proprie opinioni. Una grande rivoluzione, anche se da molti usata per sfogare le proprie frustrazioni piuttosto che per contare di più in un mondo dove la concentrazione del potere e della ricchezza è sempre più ristretta.
R. Pinter, "Trentino", 15 gennaio 2018
E molti si sono liberati da ogni riverenza verso le elite esprimendosi senza freni, sdoganati in questo da politici e influencer che hanno fatto della ruvidezza del linguaggio e dalla semplificazione di ogni pensiero il tratto distintivo della loro propaganda.
Sdoganati ma anche trascinati a condividere i toni sempre più volgari, le false notizie, le cattiverie gratuite. Non solo il sacrosanto diritto di esprimere le proprie opinioni e di farlo con il proprio linguaggio, ma anche un via libera ad ogni rancoroso fastidio per ogni diversità senza alcuna voglia di confrontarsi e senza alcun rispetto per la dignità di ciascuno.
Le scritte sui muri dopo la morte di Boso sono solo l'ultimo episodio di un odio che prima era strisciante e oggi è mostrato alla luce del sole , sebbene come con la Rete al sicuro da ogni assunzione di responsabilità. Liberi ma impuniti ovviamente.
Ma le scritte inneggianti alla morte dei leghisti è una vittoria dei leghisti perchè dei leghisti riprende i toni e la volgarità. Salvini e prima di lui Boso, hanno fatto da apripista con le loro incitazioni all'odio verso i migranti e verso i diversi, ma seguire la stessa pista è una resa a chi vuole distruggere la cultura e il rispetto della dignità umana.
Boso è stato insopportabilmente odioso quando esprimeva ciò che pensava, anche se aveva il pregio di non essere ipocrita come molti esponenti della Lega che facevano e fanno finta di essere educati quando educati non lo sono, o perfino di essere corretti quando corretti non lo sono. Boso era quello che diceva e questo aiutava molto perchè non c'era alcuna finzione, insopportabile ma diretto, una passione genuina per quanto non condivisibile. E se posso aggiungere, meno legato al potere e meno disponibile al compromesso di quanto non lo siano le nuove leve.
In ogni caso non si difendono i migranti auspicando la morte di chi festeggia il loro naufragio, ne' si difendono gli animali inneggiando alla morte di un cacciatore. Non si può nemmeno invocare la legittima difesa tanto cara alla Lega, non c'è una reazione violenta all'offesa ma solo un'altra offesa e l'imitazione della violenza e della volgarità.
Ha ragione Mantovan a chiedersi dove sono i moderati, i popolari, i ben pensanti davanti a questa escalation. Quando ci si indigna giustamente per le scritte sui muri, ma prevale il silenzio difronte a chi nega ogni accoglienza e costringe alla clandestinità chi già era parte di questa comunità, quando si tace di fronte alla volgarità e alla cattiveria, quando si subiscono i nuovi inquisitori, quando si pensa che questo odio non ci riguardi, beh allora non ci sono solo codardi o ipocriti, siamo davanti alla sconfitta di ogni idea di comunità, perchè nessuna comunità, ne' società, potrà essere tale se perde il rispetto dell'altro e se rinuncia a difendere i diritti di tutti.
Non ci sono facili ricette, la Rete è brava a censurare i dissidenti in Cina o in altri paesi per non dar fastidio a chi governa ma non riesce ne' vuole fermare l'odio e le falsità. E alla fine anche i mass media a forza di ospitare, sebbene criticando, le volgarità, le fake news e l'incitazione all'odio, finiscono per amplificarle. Non credo ad esempio sia una buona idea riprendere un commento odioso che hanno visto in poche centinaia e diffonderlo in modo che lo vedono milioni di persone.
Ma indignarsi ancora, si questa è una buona idea, perchè è accettando come normale la volgarità e l'odio che si finisce per farne il costume dominante, e ci sarà poco da sorprendersi quando finiremo per pagare noi stessi il prezzo per questa accettazione.