«Una nuova normalità economica». I dati elaborati dall’Ufficio dell’Agenzia del lavoro sui primi nove mesi del 2018 dicono che in Trentino la situazione occupazionale è tornata ad essere quella dei livelli pre-crisi. Con un tasso di disoccupazione al 3,1%, un terzo di quella nazionale «che farebbe invidia persino all’amministrazione americana».M. Montanari, "Corriere del Trentino", 19 dicembre 2018
Così, ieri, il presidente dell’Agenzia del lavoro ha presentato il trentatreesimo rapporto sull’occupazione in Provincia. Un rapporto nel quale si legge la stabilizzazione dell’occupazione al 69,5%, a cui contribuiscono in misura sempre maggiore le donne. La dinamica del mercato del lavoro rimane però più favorevole per gli uomini, grazie al volano rappresentato dal settore dell’agricoltura.
La crescita dell’occupazione è comunque in fase di rallentamento, con aumento di 1.400 unità. Un’evidenza nuova è la partecipazione in leggero calo al mercato del lavoro. Tra gennaio e settembre 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017, sono complessivamente cresciute le assunzioni da parte delle imprese in tutti i settori (+14,9%), con 15.759 assunzioni in più. Un dato certamente legato alla crescita complessiva del fatturato delle imprese di quasi quattro punti percentuali. Tuttavia, rimane «preponderante» l’utilizzo di contratti a tempo determinato, utilizzati per l’89% delle assunzioni. Guardando più a fondo, la performance economica trentina non è stata costante nell’arco dei 9 mesi. Il primo semestre del 2018 conferma le buone performance economiche del 2017. Diverso il quadro per il secondo semestre. Una stasi che non può certo considerarsi un punto di svolta in negativo del ciclo economico, dato che gli indicatori del lavoro rimangono stabili.
Preoccupa, però, il rallentamento delle esportazioni, la cui crescita si ferma al +0,1%. Gli attuali occupati in Trentino sono il 6,6% in più di quanti ne venivano registrati prima della crisi economica. Il 33esimo rapporto sottolinea il fatto che le donne sono il 45,4% della popolazione occupata, dato corretto da un +3,7% rispetto al riferimento pre crisi. Della crescita beneficia anche la fascia degli under 30: nei primi 9 mesi del 2018, sono stati assunti 5.966 giovani in più rispetto al periodo di riferimento. Aumenta anche il tasso di occupazione dei lavoratori over 55, cresciuto del 25,7% dal 2007. «Il cambiamento, in parte, è stato apportato dagli effetti concreti delle politiche del lavoro attuate in Trentino dal 2011 al 2017 a favore delle fasce svantaggiate», spiega uno dei relatori, Giulio Zanella.
Al tavolo dei lavori, insieme al presidente dell’Agenzia del lavoro, c’era ieri l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli, critico nelle scorse settimane con Agenzia. Di fronte a un quadro positivo, Spinelli riconosce i passi avanti fatti, ma non manca di sottolineare la linea di cambiamento lungo la quale si muoverà, per una «nuova fase delle politiche del lavoro in Trentino, centrata sulla formazione e sul rilancio dei centri per l’impiego». Un punto tuttora critico, infatti, rimane quello dell’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, dal momento che il numero degli iscritti ai centri dell’impiego è diminuito del 4%. «Il modello non funziona al meglio senza un investimento sulle autonomie per le strutture di intermediazione tra domanda e offerta», commenta Salomone e aggiunge: «Se questo è il tempo di un cambiamento, facciamo in modo che si custodisca l’importante capitale sociale costruito negli ultimi anni. Ora, per tornare a concentrarsi sulla normalità economica riconquistata, serve investire sulle imprese».
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