Sembra imminente un atto del Presidente della Provincia di Trento Fugatti per il taglio delle risorse al Progetto straordinario di accoglienza e di integrazione delle persone soccorse in mare richiedenti protezione internazionale inviate dal Ministero dell'Interno.
Michele Brugnara, 18 dicembre 2018
Con questa mia breve riflessione mi rivolgo al Presidente Fugatti per chiedere, da cittadino e anche come amministratore comunale a Trento, un ripensamento sul paventato taglio delle risorse a livello locale su indicazione di una direttiva ministeriale.
Il modello di accoglienza e integrazione adottato in Trentino, che riguarda oggi circa 1400 persone giovani sulla base di un accordo tra Commissariato del Governo e PAT, ha dato finora buoni risultati sia nei grandi comuni che nei piccoli: dopo iniziali momenti di dubbio da parte di alcune comunità, i richiedenti asilo sono stati ben accolti e non sono emersi quasi mai problemi significativi. E questo grazie sia ai servizi attivati per l'integrazione, sia allo spirito di solidarietà che è presente nella comunità trentina, sia all'operosità dei nostri ospiti. Ricordiamo i servizi erogati dalla PAT, con il coordinamento operativo di Cinformi, per il tramite del privato sociale: corsi di lingua e cultura italiana, sostegno psico-socio-sanitario, percorsi di facilitazione alla vita comunitaria, corsi di formazione al lavoro e al volontariato, mediazione linguistico-culturale. Oltre 65 i territori interessati all'accoglienza straordinaria (erano 42 nel 2016) con l'attivazione di progetti di comunità: per curare il verde nei parchi, per accompagnare i bambini a scuola, per svolgere lavori di pubblica utilità, per fare volontariato insieme agli anziani. Chi viene ospitato riceve vitto e alloggio e ricambia con piccoli lavori di comunità per un periodo transitorio in attesa dell'esito della domanda di protezione internazionale. Non ritiene Presidente che la riduzione delle risorse per i servizi di integrazione possa peggiorare il modello di accoglienza in quanto i nostri ospiti saranno più spaesati, meno seguiti, meno confidenti nelle relazioni con la popolazione? A che pro rischiare di mettere in crisi un modello che sta funzionando?
Alcuni sospettano che il taglio di risorse potrebbe avere l'obiettivo di creare maggiori tensioni tra richiedenti asilo e popolazione in modo da intervenire poi con un ulteriori azioni di disimpegno verso l'integrazione: guardiamo con forte preoccupazione a questo possibile scenario.
Diversa la visione in Alto Adige, dove il Presidente della Provincia si è detto contrario al Decreto Sicurezza del Ministro Salvini, evidenziando che si corre il rischio di avere più persone sulle strade che bighellonano o magari delinquono e quindi di avere più insicurezza. Suggeriamo al Presidente Fugatti di prendere esempio dal Presidente altoatesino.
Il paventato taglio di risorse potrebbe avere un impatto umanitario diretto sugli ospiti più vulnerabili, quelli che soffrono per traumi subiti, violenze, malnutrizione: sono persone che hanno bisogno di tutela, che è poi un obbligo previsto dalle convenzioni internazionali sui diritti umani. Con quale disumanità si arriva a togliere a queste persone un servizio di cura e tutela? Persone fragili, che stanno cercando una nuovo speranza di vita.
Un altro possibile ricaduta di questi eventuali tagli sarebbe sul livello occupazionale: i sindacati parlano di circa 150 operatori di settore che sarebbero a rischio con la cancellazione dei servizi di integrazione. Un'ulteriore conseguenza molto grave.
Un'ultima annotazione. Il tema dell'accoglienza dei richiedenti asilo non va confuso con le questioni legate alla sicurezza. Il rispetto della legalità non va mai messo in discussione e va perseguito con la massima fermezza. Non si faccia per favore confusione con questi due aspetti.
In conclusione, al Presidente Fugatti chiediamo di ripensarci perchè la scelta avrebbe pesanti conseguenze, disumane per gli ospiti più fragili e controproducenti per l'integrazione sociale e per l'occupazione nel settore dell'accoglienza. E poi perchè nella comunità trentina e nelle genti di montagna la parola solidarietà ha ancora un valore importante, come abbiamo visto, da ultimo, in occasione della tragica perturbazione di fine ottobre.