«La presenza del senatore Pillon, invitato a Trento per la chiusura del festival della Famiglia, ci pone di fronte alla necessità di prendere voce insieme, come rappresentanti di forze politiche all’interno di alcuni consigli circoscrizionali, comunali e del consiglio provinciale, per esprimere contrarietà alle istanze di cui Pillon è portatore e che, attraverso il suo disegno di legge, combinato con altri provvedimenti governativi, contribuisce a modificare il nostro Stato democratico in uno Stato etico che decide e impone scelte sulla base di precisi “valori morali”.Trento, 6 dicembre 2018
Il disegno di legge Pillon, ricorrendo alla retorica della bigenitorialità perfetta, che però stranamente inizia dopo la separazione, rende ogni bambino e ogni bambina oggetto di negoziazione e non soggetto che può anche decidere in situazione di separazione, oggetto e non soggetto di diritto. La separazione deve essere inoltre accompagnata da una mediazione obbligatoria e caratterizzata dal mantenimento diretto, secondo un “piano genitoriale” che ha la pretesa di predefinire i bisogni educativi e materiali dei bambini e delle bambine.
L’obbligo di mediazione, però, viola il divieto previsto nella Convenzione di Istanbul, sottoscritta dal nostro paese nel 2012, all’art. 48 Divieto di metodi alternativi di risoluzione dei conflitti o di misure alternative alle pene obbligatorie che al comma 1 recita Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo destinate a vietare i metodi alternativi di risoluzione dei conflitti, tra cui la mediazione e la conciliazione, per tutte le forme di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione. Aumentano quindi i rischi per le donne che tentano di fuggire da un partner violento, oltre a generarsi uno squilibrio tra chi può permettersi la spesa di mediazione e chi non può perché non è previsto il patrocinio per le persone meno abbienti.
L’imposizione dei tempi paritari di genitorialità e della doppia residenza lede il diritto dei figli e delle figlie alla stabilità, alla continuità, e all’espressione di esigenze e volontà, riportando la genitorialità al concetto di potestà anziché a quello di responsabilità, già acquisito in sede europea e italiana come principio del rapporto tra genitori e figli o figlie. Il mantenimento diretto risulta di fatto improponibile in un paese in cui le differenze economiche e di opportunità di lavoro e di carriera tra uomini e donne sono estremamente marcate, come confermano i dati Istat.
Le disparità di capacità economiche dei genitori comportano disparità di trattamento dei figli e delle figlie quando saranno con l’uno o l’altro genitore, mentre ogni riferimento all’alienazione parentale è scientificamente inaccettabile. Alla luce di queste valutazioni, alla luce della comune lotta contro la deriva vetero patriarcale proposta dal nuovo governo provinciale e nazionale, alla luce del comune impegno per garantire pari dignità e opportunità tra uomini e donne, riteniamo doveroso partecipare e invitare a partecipare alle manifestazioni di protesta che associazioni, collettivi e movimenti stanno organizzando per domani, 7 dicembre, alle ore 17.00 in piazza Dante a Trento».
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Sinistra unita contro Pillon. Consiglieri e consigliere provinciali e comunali di Pd, Verdi e Futura aderiscono alla manifestazione, D. Baldo, "Il Dolomiti", 6 dicembre 2018
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