Le guardie giurate a presidio di Santa Maria Maggiore e dei luoghi di culto slittano a data da destinarsi. L'idea dei vigilantes, annunciata due settimane fa dal governatore Fugatti tra i primi atti della nuova giunta provinciale, ieri è stata impallinata dai sindaci in Consiglio delle autonomie, dopo due ore di confronto serrato in giunta.
C. Bert, "Trentino", 6 dicembre 2018
E l'assessore allo sviluppo economico, il tecnico Achille Spinelli - ieri inviato a rappresentare il presidente della Provincia impegnato a Cavalese per i due primi nati nel punto nascite riaperto - di buon grado ha accettato di rinviare i tempi previsti dalla delibera: il voto slitta al 19 dicembre e la scadenza per il Comune di Trento per presentare il progetto viene posticipata da metà dicembre al 31 gennaio.«Questo è un provvedimento puntuale adottato per un luogo simbolo della cristianità che ha un'altissima valenza», aveva spiegato Spinelli ai sindaci, «è il primo tassello di un ragionamento più ampio sulla sicurezza che riguarderà tutto il Trentino».
L'intervento del sindaco di Trento Alessandro Andreatta, a dispetto del tono tradizionalmente felpato, è tutto all'attacco: «La delibera non può tornare uguale, sennò ci ritroviamo da capo», esordisce. «Nella delibera si parla di vivibilità urbana, qualità della vita e contrasto al degrado. Sfido chiunque a dire che questi non sono obiettivi condivisi da tutti. Ma credo che nessuno pensi che in Trentino ci sia un'emergenza». Punto secondo: «Nella delibera - avverte Andreatta - non si parla di vigilantes o di guardie giurate, questa figura non c'è e non c'è questa prospettiva», scandisce (nel testo si parla di "sinergia dell'intervento delle forze dell'ordine e degli enti locali con quello di associazioni e organizzazioni di volontariato, e più in generale, di soggetti privati che possono contribuire all'attuazione delle politiche locali di sicurezza"). Terzo nodo: «La delibera deve cambiare perché tutto è centrato sui luoghi di culto, citati ben 8 volte. Io nell'incontro con il presidente Fugatti non ho mai parlato di luoghi di culto ma di zone più sensibili verso cui è giusto avere più attenzione. È un tema complesso che non ha bisogno di risposto semplicistiche - insiste il sindaco - il tema non è la tutela delle chiese, non lo vogliono i fedeli e neppure la Curia, almeno non il parroco di S.Maria. Abbiamo anche un servizio di volontari e all'esterno intervengono le forze dell'ordine». Andreatta si dice pronto a ragionare «su 3-4 luoghi complicati della città»: «Se dentro queste zone c'è una chiesa, sarà compresa. Ma parlerei di monumenti o edifici di valore storico-artistico. Quando ho fatto l'esempio di San Lorenzo intendevo la zona tra le due stazioni e piazza Dante, non la chiesa». Il sindaco ha quindi rivendicato più tempo (subito accordato da Spinelli) per presentare un progetto: «Non è pensabile che vi arrivi da noi prima di fine gennaio. Ho il gusto delle cose fatte bene», è la chiosa tagliente. Infine il sindaco annota che «la condivisione dei progetti dovrà riguardare non i proprietari dei luoghi di culto, ma tutti i soggetti coinvolti nell'area interessata. Per S.Maria sarà sentito il parroco, ma anche la Fondazione Demarchi che ha sede in piazza, il comitato di zona, le categorie economiche, i volontari e naturalmente le forze di polizia».
In serata Andreatta è tornato sul tema in consiglio comunale, incalzato da Antonia Romano, e ha ribadito: «La sicurezza non si affida ai privati». In sintonia i sindaci dei maggiori Comuni. «Problemi ci sono anche da noi - ha detto il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer - da noi è il centro intermodale che non è un luogo di culto né storico-artistico».
Duro il sindaco di Riva Adalberto Mosaner: «Ben vengano le risorse ma l'ordine pubblico spetta ai sindaci, e non si può correre dietro ad alcune percezioni di insicurezza alimentandole. Io ho signore che hanno paura di andare sul lungolago dove non si segnala un furto negli ultimi vent'anni. No a interventi spot, il problema è che gli organici della polizia sono fermi da anni».
Gli ha fatto eco il sindaco di Arco Alessandro Betta: «Tutti i luoghi sono da tutelare, noi abbiamo bisogno di più risorse, non abbiamo più le pattuglie notturne (che si alternano tra Rovereto e la Busa, ndr)». Spinelli ha promesso che il tema sarà affrontato e replica a Mosaner: «La percezione di insicurezza si alimenta di più non facendo nulla, la gente deve sentirsi sicura. Avremmo voluto dare un primo segnale di una giunta attenta al problema sicurezza. Purtroppo su questo tema - conclude l'assessore - abbiamo sensibilità diverse». Se ne riparla il 19 dicembre, la delibera - per ora - non passa.
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