Richiedenti asilo: non si possono cacciare sulla strada. A una quarantina di richiedenti asilo, ospiti della residenza Fersina a Trento, la Provincia di Trento ha comunicato che non avranno più i pasti quotidiani (che dal mese di ottobre erano pagati dal Comune di Trento) e da venerdì non hanno più diritto neppure al posto letto nel dormitorio gestito dalla Croce Rossa.
Trento, 21 novembre 2018
Dunque, sarebbero costretti anche loro, come altri stranieri non inclusi nei programmi di assistenza, a dormire nei parchi pubblici o sotto i ponti con temperature sotto lo zero.
Oggi, in un vertice sull’ordine pubblico, d’intesa con il commissario del governo e con il questore, il sindaco di Trento ha ribadito la disponibilità del Comune a continuare il programma di assistenza, nel quadro delle norme vigenti e dei trattati internazionali che garantiscono i diritti dei richiedenti asilo, oltre che per un principio di tutela della dignità di ciascun essere umano. Il presidente della Provincia, a fine riunione, si è riservato di valutare la situazione d’emergenza, fatte le necessarie verifiche.
Mettere sulla strada quaranta persone, che comunque sono costrette a stare a Trento in attesa della risposta alle loro domande di asilo, al di là degli aspetti umanitari, anche dal punto di vista dell’ordine e della vivibilità generale, è un atto che aumenta e non riduce l’insicurezza sociale.
I consiglieri provinciali dell’Alleanza democratica e popolare per l’autonomia (Pd, Futura 2018, Upt) sono molto preoccupati per la situazione e chiedono al presidente della Provincia di affrontare il caso senza forzature e senza decisioni drastiche e affrettate. Collaborando con il Comune di Trento e con le associazioni e le cooperative, si può e si deve trovare una soluzione diversa.
I consiglieri provinciali di Pd, Futura 2018, Upt