Ha un che di paradossale il tour dei piccoli comuni di montagna al centro della terza edizione di «Città-Valle» (Civà). Esempio di buona prassi politica, ma nato in seno ad un partito – il Pd – che di lontananza dai piccoli territori delle valli è perito alle scorse elezioni.
"Corriere del Trentino", 20 novembre 2018
«Sono diverse le motivazioni per cui abbiamo perso connessione con le valli, ma ciò che io ho potuto vedere è che a volte non abbiamo considerato la concretezza dei problemi e delle domande delle persone, illudendoci che la buona amministrazione fosse sufficiente» spiega l’ex consigliera provinciale Donata Borgonovo Re, che lascia in eredità al nuovo gruppo consigliare il progetto Civà, di cui è stata promotrice.
«Gli stessi circoli sul territorio – aggiunge l’ex consigliera - si sono impoveriti fino a prosciugarsi, invece di avere una relazione forte con il territorio. Senza particolari angosce bisogna ripartire dall’abc della politica, ovvero dal contatto quotidiano con le persone e con i loro problemi».
Nel terzo quaderno del progetto Civà viene proposta la bozza della «Carta dei piccoli Comuni di montagna». Un documento nel quale vengono riportate schematicamente nove aree di intervento individuate da alcuni amministratori locali in vari momenti di confronto. L’idea è quella di coinvolgere gli amministratori locali nella stesura di una «Carta di Trento» che si affianchi alla storica «Carta di Chivasso». A quest’ultima si richiama la mozione, presentata da Borgonovo Re e approvata lo scorso aprile dal consiglio provinciale, con la quale si obbligava la passata Giunta a individuare attività umane incompatibili con i territori montani.
Borgonovo Re, dimessosi due settimane fa da presidente del Pd, torna così a ribadire la necessità da parte del partito di intraprendere una nuova fase. «È ragionevole che ci sia una coincidenza tra il congresso nazionale e quello provinciale». In linea quindi con il segretario Giuliano Muzio che venerdì porterà la proposta in assemblea.