Alessandro Andreatta proprio non ci sta. Sentirsi definire «uomo solo al comando» — una critica che gli è stata mossa da più parti dopo il contestato rimpasto di giunta — lo ha amareggiato. «Non è vero che non ho sentito nessuno per il nuovo assetto della giunta» spiega il sindaco del capoluogo.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 10 novembre 2018
«Ho fatto 40-50 incontri — prosegue —. Ho ascoltato. Ma ascoltare tutti non significa dire di sì a tutti. Si può ascoltare e poi decidere diversamente, in base al mandato indicato dalle forze politiche». Che, spiega Andreatta, è stato chiaro: «Tutte le forze politiche mi hanno chiesto di fare di tutto per mantenere l’unità della coalizione e per arrivare a una maggioranza di 25 componenti riconoscibili. Questo ho fatto».
Unità: il sindaco insiste più volte su questo concetto. «È questo del resto il senso unico di questo cambiamento» precisa il primo cittadino. Che aggiunge: «Per costruire una maggioranza compatta è necessario chiamare alla responsabilità anche le forze politiche che prima non erano coinvolte nella giunta, considerando anche la presidenza del consiglio. Ora nessuno è escluso: la logica che mi ha mosso è proprio questa, l’inclusione. Non ho mai pensato di agire per mettere in difficoltà una forza politica. Non è nel mio stile».
Eppure, le scelte ufficializzate alla vigilia del ponte di Ognissanti hanno sollevato un vespaio nella coalizione di governo di via Belenzani. «Cercherò di farmi carico dei malumori — risponde Andreatta —, ma non ci sono formule magiche per dissiparli: servono incontri e confronto. E poi dobbiamo puntare l’attenzione sui temi, sulle priorità che erano già indicate nel nostro programma elettorale: ne parleremo nell’incontro di maggioranza di fine mese. Alla gente, del resto, interessano i temi, interessa il futuro della città. Il resto conta poco». Quel «resto» — l’assetto di giunta — finirà però di sicuro sul tavolo della maggioranza. «Sia chiaro: voglio bene alle forze della mia coalizione e ho lavorato per tenere insieme la maggioranza e la città, senza retropensieri, senza altri scopi o accordi segreti: al rimpasto ho pensato giorni e giorni».
E l’area centrista? «È rappresentata — conclude Andreatta — da Maule e Panetta. Maule tra l’altro segue due dei temi strategici che avevamo indicato per questa consiliatura: beni comuni e smart city. Non è poco».