La scure del decreto sicurezza - A rischio servizi e operatori

Decreto sicurezza approvato, cosa accadrà? Nei giorni immediatamente successivi all’approvazione al Senato del decreto che detta le nuove regole in tema di sicurezza e immigrazione, l’attenzione si sposta sui possibili effetti pratici che la legge avrà nei prossimi mesi. Difficile fare valutazioni precise: troppi fattori dipendono dal testo del decreto e dall’emanazione di eventuali ulteriori norme attuative.
C. Marsilli, 9 novembre 2018

 

Quello che si sa è che il sistema trentino di accoglienza sarà coinvolto da una piccola ma significativa rivoluzione.

Tra i molti punti che andranno in esame nei prossimi mesi quella della diminuzione delle risorse economiche, che verranno ridotte dagli attuali 35 euro al giorno a utente a una cifra che potrebbe aggirarsi tra i 20 e i 25 euro. Una contrazione di disponibilità che si tradurrà necessariamente in una riduzione di servizi. In che termini precisi, è ancora difficile da capire: meno servizi a disposizione, meno persone incluse nei processi o riduzione degli operatori attivi?

Altro aspetto da non sottovalutare riguarda inoltre le voci che sarà possibile far rientrare nelle spese in fase di rendicontazione e quelle, invece, che ne saranno escluse. Tra le caratteristiche specifiche del sistema di accoglienza trentino rientra infatti una grande capacità di diversificazione della risposta: a differenti esigenze o caratteristiche dell’utente accolto corrispondono infatti diverse forme di assistenza, che abbracciano casistiche delicate e particolari quali le donne con bambini, i nuclei famigliari, le persone in condizioni di stress post traumatico e altri. Peculiarità destinate a sparire se l’indicazione ministeriale si muoverà in direzione di una sempre maggiore uniformizzazione dei servizi, ma che non è dato sapere se verranno reintegrate attraverso la rete di sistemi di assistenza territoriali non specificamente dedicate alla problematica dei migranti. È possibile infatti che i richiedenti asilo in possesso di regolare permesso di soggiorno non più in diritto di accedere a supporti psicologici e socio assistenziali quali i percorsi di inserimento nel mondo del lavoro possano accedere alle associazioni assistenziali e sanitarie standard presenti sul territorio.

Il destino del Cinformi, del centro Astalli, del complesso progetto Sprar Trentino (che si avvia ad essere smantellato a livello nazionale) e del sistema assistenziale dipendono dunque da una molteplicità di fattori al momento non valutabili in maniera esatta, ma che è chiaro avranno una ricaduta importante sulle modalità e sulla qualità di gestione dell’accoglienza migranti.

Per quanto riguarda il numero delle presenze sul territorio, la relazione del Cinformi registra una costante e significativa riduzione dei richiedenti asilo o titolari di protezione dall’anno scorso, con numeri che passano dai quasi 1800 dell’agosto 2017 agli attuali 1441. Un dato che, secondo le proiezioni, è destinato a diminuire ulteriormente e scendere sotto le 1400 unità entro la fine dell’anno e che è dovuto a una duplice contingenza: la progressiva uscita dai progetti di inclusione di singoli individui e un sempre minore arrivo di persone sul nostro territorio.