Il fisico trentino Roberto Battiston non è più il presidente dell'Agenzia spaziale italiana. La notizia l'ha data lui stesso alle 11.30 di ieri dal suo profilo Twitter, in doppia versione italiana e inglese: «Oggi il ministro Bussetti (Marco Bussetti, ministro dell'istruzione, università e ricerca, in quota Lega, ndr) con mia sorpresa mi ha comunicato la revoca immediata dell'incarico di presidente Asi. È il primo spoil system di ente di ricerca».C. Bert, "Trentino", 7 novembre 2018
«Grazie alle migliaia di persone - ha aggiunto - con cui ho condiviso quattro anni fantastici di spazio italiano». In giornata il commiato dai dipendenti dell'Agenzia: «Sono entrato a testa alta nel momento più difficile per l'Asi. Esco a testa alta - ha detto - dopo quattro anni indimenticabili. Con un'agenzia che ha recuperato la reputazione che merita, in Italia e nel mondo».È il secondo trentino nell'arco di pochi mesi ad essere silurato dal governo Lega-5Stelle. Il primo era stato l'ex parlamentare Gianni Kessler, rimosso dalla guida dell'Agenzia delle Dogane a fine agosto con un post su Facebook dal ministro Luigi di Maio: «Abbiamo azzerato i vertici dell'Agenzia delle Dogane e dell'Agenzia del Demanio - disse in quell'occasione il vicepremier M5s - dove c'erano rispettivamente un ex sindaco del Pd e un ex parlamentare del Pd, ora ci sono Benedetto Mineo e Riccardo Carpino». Spoil system. Questa volta il ministero dell'istruzione ha motivato così la rimozione di Battiston: «Una verifica formale relativa alle modalità in cui è avvenuta la nomina». In seconda battuta il Miur ha precisato che la nomina era stata effettuata dalla precedente ministra del governo Gentiloni, Valeria Fedeli, il 7 maggio scorso, «da un governo che non aveva la fiducia degli italiani».
Battiston era alla guida dell'Agenzia spaziale dal 2014, incarico ereditato in un periodo buio per l'Asi travolta da uno scandalo per corruzione, con il precedente presidente finito ai domiciliari. Il suo mandato era stato rinnovato soltanto nel maggio scorso (dunque in una delle ultime sedute del precedente consiglio dei ministri) per altri quattro anni, al termine di una lunga procedura di selezione, con una valutazione da parte di una commissione del ministero di cui faceva parte anche il direttore generale del Cern, l'italiana Fabiola Gianotti, di una lista di cinque candidati. In questi giorni scadono i termini (6 mesi) per il governo per revocare le nomine fatte dal precedente esecutivo nel «semestre bianco». E il governo ha usato il suo potere per rimuovere Battiston. Fonti del Miur hanno fatto sapere che la nomina del fisico trentino non sarebbe stata sottoposta al parere preventivo e obbligatorio del Comitato interministeriale per le politiche relative all'aerospazio, istituito con legge entrata in vigore all'inizio del 2018. Ma sotto i riflettori del ministero ci sarebbero, secondo quanto hanno rilanciato ieri le agenzie di stampa, i compensi percepiti dai vertici dell'Asi e di altri enti pubblici di ricerca. Insomma, confusione. Il siluramento diventa subito un caso nazionale e apre un nuovo fronte di scontro politico nel governo, con il viceministro alla Ricerca Lorenzo Fioramonti (M5S) che dichiara di aver appreso dai social la notizia. E aggiunge: «Non sarebbe male se decisioni sullo sviluppo e la leadership del sistema di ricerca si condividessero anche con il viceministro, visto che si è occupato di ricerca scientifica per anni». Lettera43 traccia un retroscena e parla delle mire della Lega sull'ente spaziale, citando Stefano Gualandris, pezzo grosso della Lega a Varese e consigliere del sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti (che ha la delega sull'aerospazio).
Tantissime le reazioni politiche e non solo. «Sono molto dispiaciuto che Battiston stia lasciando l'Asi - scrive Jan Worner, direttore generale dell'Agenzia spaziale europea - grande apprezzamento per il suo lavoro». Solidarietà a Battiston da Pd e LeU. Guglielmo Epifani chiede che il ministro Bussetti vada in parlamento a riferire su una vicenda dai contorni oscuri». Da destra invece il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI): «Battiston non è quel cavaliere senza macchia di cui ora parla la sinistra, ma ha alle spalle la disastrosa gestione di un centro di eccellenza come il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali. Per noi esistevano già allora i motivi per invalidare la nomina».
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Agenzia spaziale, Battiston «licenziato», "Corriere del Trentino", 7 novembre 2018
Oltre a essere nato a Trento 62 anni fa, Roberto Battiston è docente di fisica sperimentale dell’ateneo trentino e ha contribuito a fondare il Tifpa (Trento institute for fundamental phisycs and application), il centro nazionale dell’Infn. È vissuto, fra l’altro, anche a Bolzano, dove ha frequentato il liceo classico «Giosuè Carducci». Naturale, dunque, che la notizia della sua rimozione dalla presidenza dell’Agenzia spaziale italiana abbia suscitato clamore anche nella nostra provincia. Esprimono sdegno e preoccupazione l’ex assessore alla salute Luca Zeni e l’ex presidente della Provincia Lorenzo Dellai, mentre il rettore Paolo Collini sostiene che «se la destituzione da un incarico di ricerca fosse stata fatta per motivi politici sarebbe molto preoccupante». Netto il segretario della Lega trentina Mirko Bisesti: «Si vede che il programma da presidente dell’ente non convinceva il ministro che perciò, più che legittimamente, ha deciso altrimenti».
È stato infatti il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Marco Bussetti, nominato in quota Lega nel governo Conte, a prendere la decisione. Lo ha reso noto ieri lo stesso Battiston con un tweet che ha fatto in poco tempo il giro della rete: «Oggi il ministro Bussetti con mia sorpresa mi ha comunicato la revoca immediata dell’incarico di presidente Asi. È il primo spoil system di ente di ricerca. Grazie alle migliaia di persone con cui ho condiviso quattro anni fantastici di spazio italiano». Battiston, infatti, era alla guida dell’Asi dal 16 maggio 2014 ed era stato confermato nei primi giorni del mese di maggio per altri quattro anni: ci sarebbero proprio le modalità con cui è avvenuta la nomina, effettuata secondo il Miur «da un governo che non aveva la fiducia degli italiani», alla base della revoca dell’incarico. Un ragionamento condiviso da Bisesti: «Non stiamo parlando di una designazione interrotta a metà mandato, ma di un’investitura fatta a venti giorni dall’insediamento del nuovo governo — commenta — anche la Provincia di Trento ha portato alle cronache nomine fatte a due settimane dal voto da una giunta già scaduta e divisa: gli elettori sono i primi a non accettarle». Il metodo, tuttavia, non è piaciuto al viceministro del Miur Lorenzo Fioramonti dei Cinque stelle, che ha commentato polemicamente, sempre su Twitter.
Non vuole sentir parlare di spoil system, però, Bisesti: «È una questione che viene strumentalizzata sempre a piacere — sostiene — se così fosse, inoltre, presupporrebbe che Battiston fosse stato nominato con una logica differente da quella del merito». Luca Zeni, però, non ci sta: «Non è applicando senza criterio alcuno e senza riconoscimento delle professionalità alte gli strumenti dello “spoil system” che si generano nuove classi dirigenti e si spinge in avanti il Paese — scrive in una nota — anzi, è proprio immaginando che la scienza e la cultura siano etichettabili per appartenenze d’area che si rovina il futuro dell’Italia e il suo ruolo nel consesso internazionale». Non meno duro Lorenzo Dellai, per il quale la rimozione di Battiston «si può spiegare solamente con il clima di ricerca esasperata di occupazione del potere da parte delle forze politiche oggi in maggioranza». Per l’ex governatore Battiston «ha onorato il Trentino e le sue istituzioni scientifiche, ma in primo luogo l’Italia»: «Si vede che il governo ha ritenuto che i risultati da lui raggiunti non contano e che queste attitudini non sono importanti — afferma — almeno che non lo siano più delle affiliazioni di vario genere che evidentemente Battiston non aveva».
Secondo il rettore Paolo Collini, infine, «per un ente di ricerca non esiste il concetto di spoil system, perché le persone che governano la ricerca non si scelgono in base al colore politico ma per la competenza». Collini ricorda fra l’altro come Battiston avesse preso le redini dell’Agenzia spaziale quando «versava in condizioni non felici», dopo lo scandalo scoppiato in seguito alle indagini per corruzione e concussione a carico dell’ex presidente Enrico Saggese. «Mentre oggi la percezione che tutti hanno è che l’Italia dello spazio abbia un ruolo importante a livello europeo e mondiale». Insomma, se Battiston fosse stato destituito per motivi politici «sarebbe un fatto senza precedenti e oltre a essere preoccupante per il futuro rimanderebbe la nostra memoria indietro di alcuni decenni a cose che non è bello ricordare».
Tutti con Battiston: da Scanzi a Gümpel parte anche una raccolta firme per non far rimuovere il presidente dell'Agenzia spaziale, "Il Dolomiti", 7 novembre 2018
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