Dopo tante chiacchiere finalmente arriva la carta. Il testo della manovra del governo gialloverde è stato pubblicato e già i tecnici della Provincia sono al lavoro per studiare gli impatti sul Trentino. Secondo quanto emerso dalla prima analisi del testo, l'impatto maggiore sui conti della Provincia sarà dato dagli effetti della flat tax.
U. Cordellini, "Trentino", 3 novembre 2018
Sia pure depotenziata rispetto alle prime versioni, quando si ipotizzava di applicare un'imposta unica del 15% a tutti, la veste definitiva della tassa piatta, che si applica solo alle partite iva e lavoratori autonomi con un reddito sotto i 65 mila euro lordi all'anno, comporterà un taglio di circa 20-25 milioni di euro alle entrate della Provincia. Infatti, la flat tax ridurrà il gettito complessivo in Trentino e, quindi, attraverso il meccanismo dei 9 decimi che vengono riversati dallo Stato alla Provincia, anche le entrate dell'autonomia speciale. Si tratta di un sacrificio ben minore rispetto ai 150 milioni ipotizzati in precedenza, quando si parlava di applicare a tutti la tassa piatta, ma sempre di sacrificio si tratta. Nei prossimi giorni o settimane la nuova giunta provinciale, quando si insedierà, dovrà quindi decidere dove far cadere questi 20 milioni in meno e a quale o a quali capitoli di spesa sottrarli.
Ma se da questo punto di vista c'è un sacrificio, altri capitoli della manovra finanziaria non ci riservano sorprese. In primo luogo, l'articolo 63 che regola i rapporti finanziari tra le autonomie speciali e lo Stato prevede che tutte le regioni autonome dovranno concludere degli accordi per quantificare il loro apporto per conseguire gli obiettivi di risanamento della finanza pubblica. Il Trentino e l'Alto Adige non sono citati da questo articolo perché hanno già concluso e firmato il «patto di Roma» che ha definito il contributo che le due Province autonome dovranno dare da qui al 2023. Quindi il nuovo governo mantiene i patti e non chiede nessun ulteriore contributo alle due province. Le altre regioni autonome dovranno concludere accordi simili entro il 31 marzo 2019.
In mancanza di questi accordi, la manovra prevede che la Sicilia versi allo Stato un miliardo all'anno, la valle d'Aosta 123 milioni per il 2019 e 103 per 2020 e 2021, il Friuli Venezia Giulia 716 milioni per il 2019 e 836 milioni all'anno per i due anni successivi e, infine, la Sardegna 536 milioni all'anno. Soldi che verranno detratti dalle domme che lo Stato deve girare alle regioni autonome come compartecipazioni ai tributi erariali. Altro articolo che interessa il Trentino e l'Alto Adige è quello che riguarda la possibilità di spendere l'avanzo di bilancio per gli enti virtuosi. Finora questa possibilità non esisteva. Ora la manovra, come già annunciato, sblocca questi soldi. Quindi si tratta di un'ottima notizia per i Comuni trentini che hanno accumulato un avanzo di bilancio e che ora potranno finanziare, sia pure con dei limiti, spese per investimenti o anche spesa corrente. L'articolo si potrebbe applicare, in teoria, anche alla Provincia autonoma. In teoria, perché attualmente Piazza Dante ha un disavanzo di bilancio a causa di alcune operazioni fatte per chiudere dei mutui che erano stati accesi. Teoricamente, però, se il bilancio 2018 dovesse chiudersi con un avanzo di bilancio, la Provincia potrebbe spenderlo già nel corso dell'anno successivo. Infine, la manovra prevede il pagamento della compensazione della tassa automobilistica di 2 milioni di euro in 15 rate annuali.