Il chiarimento avrebbe dovuto avvenire ieri sera: nella sede di via Torre Verde, l’assemblea del Partito democratico avrebbe dovuto affrontare il risultato elettorale di domenica scorsa. Tornando — più o meno come aveva fatto dopo le politiche del 4 marzo — a interrogarsi sul senso di una sconfitta pesante. Che, in questo caso, ha «rivoluzionato» gli equilibri nel consiglio di Piazza Dante.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 30 ottobre 2018
Ma nel pomeriggio di ieri, i dem hanno deciso di rinviare l’appuntamento. Non per scelta interna (e non sarebbe la prima volta): questa volta a fermare il confronto nel Pd è stata l’emergenza maltempo che ha coinvolto l’intera provincia. Convincendo il partito a far slittare tutto di una settimana.
Ci si ritroverà quindi lunedì prossimo, alla stessa ora, nella sede cittadina. In un clima tutt’altro che sereno. E con un segretario deciso a non lasciar passare il momento sotto silenzio. Anzi: l’intenzione è quella di fissare un punto fermo.
«All’assemblea — anticipa Giuliano Muzio — proporrò di convocare il congresso». Con le dirette conseguenze: «Se la mia richiesta verrà accolta, rimetterò il mio mandato. Ma dovranno farlo anche gli altri: proporrò di azzerare l’assemblea».
Un passaggio inevitabile, questo, secondo il segretario dem. «La fase che stiamo vivendo — sottolinea — necessita di un congresso. Il risultato delle ultime elezioni è stato inequivocabile. E c’è anche un congresso nazionale in ballo». Non solo: «Va sanata la situazione della segreteria. Io sono stato nominato senza primarie: sono stato chiamato ad assumere questo ruolo dopo le dimissioni di Italo Gilmozzi. Credo sia arrivato il momento di rimediare. È sensato farlo all’indomani di una sconfitta, con davanti una fase sufficientemente lunga per costruire qualcosa».
Nessun ripensamento, per quanto riguarda la sua posizione. «Per me — mette in chiaro Muzio — finisce qua. Per diversi motivi, che sono in parte anche personali. Ma è giunto il momento di rimettere il mandato».
Si tratterà di capire, ora, come reagirà l’assemblea alla proposta di azzeramento: una prospettiva che rimetterebbe in gioco non solo il ruolo oggi occupato dallo stesso Muzio, ma anche quello di tutti i vertici. Compreso quello della presidenza, oggi in mano a Donata Borgonovo Re, le cui posizioni degli ultimi mesi hanno sollevato più di un mal di pancia (in particolare l’aperto sostegno, insieme a Mattia Civico, per l’ex assessora provinciale Sara Ferrari).
«Mi auguro che la mia proposta di azzeramento venga accolta, mi pare sensato provare a ricostruire il partito» spiega ancora il segretario. Che spera di non incappare in un rinvio: «Non vedo perché si dovrebbe posticipare una decisione di questo tipo. Sia chiaro: azzerare non vuol dire buttare via tutto ciò che è stato fatto finora. Ma la portata dell’esito elettorale di domenica scorsa è tale da rendere necessario un passaggio importante. È il momento di avere coraggio».