Robol: «Dividersi dal Patt? Un suicidio. Dobbiamo tornare sul territorio»

«Abbiamo sbagliato, non abbiamo creato le condizioni per arrivare a queste elezioni nel modo migliore». Non cerca scusanti Andrea Robol, ex assessore comunale a Trento, dimessosi il 24 settembre per candidarsi col Pd alle provinciali. Elezioni che lo hanno però visto escluso dal consiglio per una manciata di voti: 1.387 difatti quelli di Robol, 1.918 quelli di Lucia Maestri — anche lei non eletta — e 2.001 quelli di Alessio Manica, capogruppo Pd uscente e riconfermato come consigliere.
"Corriere del Trentino", 24 ottobre 2018

Robol, come analizza il responso di queste elezioni, in particolare il grande successo della Lega?

«Era il vento che soffiava dal 4 marzo, che noi abbiamo cercato di cogliere non riuscendoci, arrivando impreparati ad affrontare un avversario che invece ha seminato e raccolto. Come Pd dobbiamo prenderne atto e ripartire, mettendoci seriamente in discussione e cercando di capire cosa si è sbagliato e cosa si può fare per deviare questo vento e tornare a farlo soffiare dalla nostra parte. Sarà fondamentale tornare sul territorio, tra la gente, con un progetto politico valido: in molte comunità non siamo un riferimento e non lo siamo mai stati».

Quanto ha pagato l’uscita del Patt dalla coalizione?

«La legge elettorale parla chiaro: bisognava ampliare la coalizione e invece noi l’abbiamo spacchettata. Il dibattito Rossi sì-Rossi no è stato perdente, dividersi un suicidio preannunciato».

Come giudica il risultato di Futura 2018?

«È un’esperienza nuova che ha giocato sull’entusiasmo, offrendo una ventata di novità apprezzata dai cittadini e catturando una parte di quell’elettorato di sinistra sfiduciato che magari non avrebbe votato».

Deluso di non essere approdato in consiglio provinciale?

«Certamente dispiace ma sono soddisfatto del mio risultato personale: ho deciso di candidarmi e quindi di rinunciare al ruolo di assessore comunale solo il 24 settembre, risultando poi il secondo più votato del Pd a Trento e il secondo dei non eletti, in una partita molto competitiva, visti nomi in campo (Zeni, Olivi e Ferrari). Ora rimarrò come consigliere comunale».

Il presidente Fugatti ha come prossimo obiettivo il Comune di Trento...

«Il presidente Fugatti avrà parecchio di cui occuparsi, mi sembra prematuro parlare delle comunali del 2020. Certamente noi dobbiamo farci trovare pronti alla sfida, sapendo che ora come ora la politica cambia sempre più rapidamente».