#provinciali2018 - Pd, tre assessori trainano i volti nuovi. Un terzo dei candidati ha meno di 40 anni

Reduce dalla bruciante sconfitta alle primarie vinte dall'autonomista Ugo Rossi, alle provinciali del 2013 il Pd si confermò saldamente il primo partito del centrosinistra autonomista con oltre 52 mila voti e il 22% dei consensi, e portò in consiglio nove consiglieri, i primi due con record di preferenze personali: Alessandro Olivi capolista ne conquistò oltre 13 mila, Donata Borgonovo Re fece il suo esordio con 10.500.
C. Bert, "Trentino", 16 ottobre 2018

 

Cinque anni dopo sembra passato un secolo: il centrosinistra autonomista non c'è più, il Patt corre da solo e il Pd si presenta con l'Alleanza democratica e popolare per l'autonomia (insieme a Upt e Futura2018) che sostiene Giorgio Tonini alla presidenza. Il Trentino alle ultime politiche del 4 marzo ha seguito il trend nazionale e i Democratici sono arretrati al 19,3% (15 mila voti in meno rispetto a cinque anni prima), pur confermandosi perno di una coalizione che di lì a poco si sarebbe sfaldata.

La lista in campo per il 21 ottobre fa i conti con alcune defezioni di peso: non si ripresentano Borgonovo Re, Bruno Dorigatti, Mattia Civico e Violetta Plotegher. A trainare la squadra saranno i tre assessori uscenti - Alessandro Olivi, Luca Zeni, Sara Ferrari - quelli che sulla carta hanno le maggiori chance di riconferma, a cui si aggiungono i consiglieri Alessio Manica e Lucia Maestri.

Un po' per necessità, un po' per scelta, si tratta dunque di una lista profondamente rinnovata con un alto tasso di giovani, «un terzo dei 34 candidati - ha ricordato soddisfatto il segretario Giuliano Muzio - ha meno di 40 anni, per i tempi che viviamo è un segnale importante che c'è ancora chi crede nella politica ed è pronto a metterci la faccia in una battaglia difficile». Gli under 40 sono Giulia Bergamo, Gabriele Bertoldi, Silvia Franceschini, Olgert Dedaj, Alessandro Fedrigotti, Luca Filosi, Arianna Miorandi, Francesca Rodigari, Vera Rossi, Giacomo Pasquazzo, Elisa Viliotti, Luca Zeni.

Esclusi i cinque uscenti, tutti gli altri sono alla loro prima candidatura alle provinciali e più della metà viene dalle valli: il volto più noto è quello di Giuliano Beltrami, uomo della Cooperazione, delle Giudicarie; poi Lorenzo Modanese (manager ed esponente delle Famiglie Arcobaleno), Enzo Bianchi (insegnante), Isabella Chirico (psicopedagogista), Lavinia Sartori (imprenditrice), Stefano Bosetti (medico e consigliere comunale, socialista), Vincenzina Forgione (insegnante in pensione), Paolo Cova (insegnante), Lucia Gatti (psicoterapeuta), Sergio Magnani (pensionato), Chiara Rossi (funzionaria del servizio sociale), Alessandra Sighele (dirigente scolastica in pensione), Gianni Saiani (assessore ad Ala), Silvia Voltolini (insegnante in pensione), Giovanni Vit (agricoltore e consigliere a Revò), Maria Grazia Zorzi (presidente della circoscrizione S.Chiara).

A Trento, dove il Pd è tradizionalmente più forte, i nomi più in vista sono l'assessora Ferrari (che nei giorni scorsi ha anche ricevuto il pesante endorsement della presidente del partito Borgonovo Re), la consigliera Maestri e l'assessore comunale (che si è dimesso per candidarsi) Andrea Robol. La campagna elettorale di partito- nonostante il candidato presidente del Pd, Giorgio Tonini, nel rush finale di una trattativa estenuante sia stato preferito a Paolo Ghezzi e Carlo Daldoss - è stata di basso profilo: pochi spot, poche iniziative. Ognuno ha fatto per sè. E sul voto del 21 ottobre pesano tante incognite: il vento leghista innanzitutto, ma anche la concorrenza interna di «Futura», la nuova creatura di Ghezzi che ha assorbito Verdi e Mdp e che al Pd ha scippato anche un'esponente dell'assemblea, Chiara Serbini.