«Neocoloniale» così Giorgio Tonini bolla l’approccio di Matteo Salvini al Trentino nella sua intervista al Corriere del Trentino. Salvini promette ai trentini «la buona amministrazione leghista dimostrata da vent’anni in Veneto e Lombardia».
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 14 ottobre 2018
«E così conferma quello che da tempo diciamo: Salvini esprime l’orgoglio lombardoveneto e pretende di insegnare ai trentini come si amministra l’autonomia. Parole di un’arroganza clamorosa. I trentini non hanno nulla da invidiare a Veneto e Lombardia: si autogovernano da diversi decenni e i risultati si vedono. Salvini ha anche confermato quale sarà il ruolo di un eventuale presidente Fugatti».
Ossia?
«Ha spiegato che l’unica regione dove nel simbolo non c’è il suo nome, ma quello di Zaia è il Veneto, “perché Zaia è Zaia” e, aggiungo, Fugatti è Fugatti. Esiste un capo assoluto, Salvini e un solo governatore autonomo: Zaia. Se questo è l’approccio in campagna elettorale, figuriamoci cosa potrebbe succedere dopo il voto. Il destino del Trentino sarebbe quello di diventare l’ottava provincia veneta».
La sua candidatura è stata bollata come «romana». Lei non è nato in Trentino.
«A ogni elezione, è la sola critica che la Lega mi rivolge, evidentemente non hanno argomenti migliori. Vivo in Trentino da trent’anni, per dieci vi ho lavorato, sono sposato con una trentina, ho sette figli trentini, dai trentini sono stato più volte eletto. Per altro sono in buona compagnia, dato che Fugatti è nato in Veneto e Rossi a Milano».
Salvini ha ripetuto l’accusa di aver lasciato svilupparsi sacche di degrado, l’esempio classico è piazza Dante.
«Il capolista di Fdi è l’ex questore. Ora, o lo hanno candidato perché ha risolto il problema del degrado e allora è Fugatti a smentire Salvini, oppure non lo ha risolto e allora non si capisce perché lo abbiano candidato. In ogni caso, Comune e Provincia possono contrastare il degrado attraverso le scelte urbanistiche e su questo il Trentino non ha eguali. Garantire l’ordine pubblico spetta al ministero dell’Interno, ossia a Salvini, che lo guida ormai da diverso tempo, ma non mi pare che in piazza Dante sia cambiato qualcosa».
Anche gli imprenditori trentini chiedono la riduzione delle imposte. Questo governo sta varando la flat tax.
«Tria ha chiarito che per la flat tax sono rimasti 600 milioni. Oggi (ieri, ndr) il Corriere evidenzia che in compenso saranno tagliati 5,3 miliardi di benefici fiscali già decisi dal precedente governo. Solo l’Iri, l’imposta sul reddito imprenditoriale, spariscono 1,9 miliardi. Questo governo sta aumentando le tasse per gli imprenditori, anche quelli trentini. Non solo: 20 dei 40 miliardi della manovra saranno finanziati in deficit, e gli altri? Considero Giorgetti una persona seria, ma quando dice che su 20 miliardi di tagli nulla riguarderà le Province autonome fatico a credergli».
Sull’Europa, i moderati del centrodestra si sono smarcati dalla Lega. Un tema minore?
«No, come insegna De Gasperi, che non è nostro o loro, è di tutti, non si può essere autonomisti se non si è europeisti. Il sovranismo è la negazione dell’autonomismo. Quanto ai moderati, potevano accorgersene prima».
Dell’attentato che pensa?
«Una cosa indegna. Si tratta di professionisti della violenza che non danno mai un contributo al dibattito, salvo far esplodere ogni tanto qualcosa. Il loro posto sono le patrie galere» .