Il laghetto dei cigni di piazza Dante sullo sfondo. Un mini gazebo con i manifesti dei tre partiti attaccati con lo scotch. La coalizione di centrosinistra ha lasciato nei cassetti promesse ed effetti speciali, sottolineando nella propria presentazione ciò che la rende diversa dal centrodestra.
G. Tessari, "Trentino", 30 settembre 2018
Giorgio Tonini, candidato presidente, ha iniziato dando la carica ai candidati presenti: «Siamo tutti idealmente allineati sulla linea di partenza per iniziare la corsa? Sappiamo che si tratta di una corsa in salita. Magari non io ma altri qui sono ben allenati» ha scherzato. Poi la sua analisi è fatta seria: «Noi abbiamo in campo un tridente: Upt, Futura 2018 e il Pd. Sono tre liste piene di esperienze e di competenze, gente che ha fatto tante battaglie, ma anche molti giovani. Vogliamo proporre al Trentino questo equilibrio: custodire le cose buone che abbiamo costruito nel passato e allo stesso tempo sapere che il futuro va affrontato con coraggio e con fantasia. Abbiamo fondamentalmente un avversario. Non sarà una partita ad 11 ma a 2. Maurizio Fugatti è una persona assolutamente rispettabile che però è inserito dentro una catena di comando il cui capo è al ministero degli Interni, ovvero Salvini. Noi sappiamo che se verrà eletto presidente Fugatti il Trentino sarà meno autonomo. Non perché verranno cambiate le regole, non so se qualcuno ha anche queste idee in testa, ma perché di fatto le decisioni verranno prese a Roma nello studio del Viminale. Quel partito si muove con regole militari, tutti abbiamo visto che fine ha fatto Maroni quando non si è trovato del tutto d'accordo con Salvini».
«Ecco noi - ha proseguito Tonini - vorremmo evitare al Trentino questa sciagura. Quella di trovarsi di fronte ad un presidente che non risponde ai trentini ma al capo della Lega. Questo è un tema tutto politico che non ha nulla a che vedere con la stima per la persona. Del resto loro non fanno nulla per nasconderlo: nel simbolo della Lega c'è scritto, anche qui, Salvini. Gli elettori ci pensino bene prima di fare questa scelta. Noi invece abbiamo un'idea diversa: le decisioni le prendiamo qui, discutendo tra di noi nelle istituzioni trentine. Il nostro modello sociale è di assoluto pregio, stimato ovunque, ma sarà alla prova di sfide grandi: cala la natalità e la popolazione invecchia. La sostenibilità di questo modello dipenderà dalla nostra capacità di riformarlo. Servirà anche una crescita economica più forte di quella attuale. Va affrontata la questione salariale, assieme a quella della precarietà del lavoro. La sostenibilità ambientale dovrà essere la nostra risorsa principale».
É toccato poi a Paolo Ghezzi intervenire, per Futura 2018: «Siamo ad un mese dal Muse, il 29 agosto siamo nati e lì c'era un'ipotesi diversa. Poi abbiamo deciso di correre comunque, in coerenza. Ieri ero di nuovo al Muse, per la Notte dei ricercatori, toccando con mano il fatto che Trento è diventata ormai la città dell'intelligenza e della bellezza. Questa giornata di sole dice che non dobbiamo considerare nulla di perduto ma anzi dobbiamo fare ancora meglio, partendo dal buono. Ieri al Muse i ricercatori ci hanno ricordato il tema della precarietà, nel Muse (polo d'eccellenza) si sono rilevati i fattori critici. Bisogna lavorare su questo. Noi di Futura, ma anche questa Alleanza, non abbiamo paura».
Per l'Upt è intervenuto Vittorio Fravezzi: «Questa competizione è più complessa rispetto a quelle del passato. Noi dobbiamo dire per cosa ci siamo messi in gioco: lo facciamo con grande umiltà, per capire le motivazioni di quello che è successo qualche mese fa. A marzo è suonato un campanello d'allarme significativo e dobbiamo mostrare di aver capito la lezione. Ci vuole un di più di comprensione e di ascolto rispetto ai timori, alle paure e alle ansie che anche i trentini stanno provando. Io credo che capito questo, se ci poniamo con il giusto modo e facciamo capire che abbiamo delle proposte serie (ovvero non ci limitiamo ad alimentare le paure) possiamo farcela: dobbiamo tornare a lavorare con le associazioni. Con tutte quelle persone che oggi, purtroppo, non fanno più riferimento ai partiti ma che attendono di avere delle risposte per ricostruire il Trentino. Chi si è candidato nell'Upt lo ha fatto con questo spirito» ha concluso Fravezzi.
Visto che Tonini ha parlato da candidato presidente, per il Pd è intervenuto Giuliano Muzio: «Noi ci poniamo da difensori dell'Autonomia come protagonisti del nostro futuro, senza subire scelte che arrivano da altri. Noi siamo differenti da quello che succede a Roma sull'Europa: noi abbiamo sempre creduto al valore dell'Europa».